giovedì 21 febbraio 2019

VIVIENNE.


Parte seconda.


Mi fermai quindi a pregare nella chiesa deserta e tornai a casa serena, nella bocca avevo ancora quel sapore meraviglioso del seme maschile e lo gustai fino a sera quando dovetti cenare con i miei genitori.
Inizialmente il dopo cena fu sereno, lessi qualcosa, studiai anche, ma era proprio nei disegni diabolici del maligno tornare a tormentarmi.
Ero nel mio letto di vergine e mi prese la smania di spogliarmi nuda, mai mi ero toccata il seno che avevo e naturalmente ho ancora, bello, grosso e sodo, mai mi ero fatta quello che mi stavo facendo! Le mie mani si erano disposte a coppa sulle mammelle e le dita stringevano con forza i capezzoli che, eccitati, si erano inturgiditi fino a diventare delle piccole fragoline dure!
Quale era il piacere malsano che mi costringeva a fare questo?

Una mano restò a tormentare un capezzolo e l'altra scese fino a trovare la mia conchiglia bagnata e fremente!

Non sapevo nulla, ma istintivamente mi trovai a strofinare la piccola perla molto sensibile che stava appena sopra l'apertura.
Mi esaminai attentamente e vidi che era contenuta in una specie di cappuccio, spingendo la pelle di questa copertura, si liberava questa piccola perla, molto lucida e di colore rosa scuro. Mi accorsi che mi dava molto piacere strofinarla! Dovevo farlo con le dita molto bagnate, quindi le bagnavo alternativamente con la saliva o con l'umore vischioso che usciva dalla fessura della mia conchiglia. M'inebriava il mio odore, lo trovavo irresistibile e presto tutta la stanza n’era invasa.
Non so quanto mi toccai, so che godevo senza smettere e che la voglia cresceva!

Voglia di eccedere e alla fine mi trovai con le dita che mi allargavano l'ano!
Ora erano tre che mi torturavano!
Non volevo cedervi, ma il pensiero che il grosso e duro serpente di Don Armando mi sforzasse fra le natiche, era così insistente che mi lasciai andare e immaginai che quella grossa verga mi profanasse fra le terga!
Quando smisi per l'immensa stanchezza era notte inoltrata, l'ultimo pensiero prima di addormentarmi fu che una delle prossime notti dovevo andare a vedere se la mia mamma inculava il papà, guardare bene e imparare.
La mattina, prima di recarmi a scuola, pregai molto chiedendo perdono per i miei peccati e mi conforto' molto sentire una voce che mi diceva di andare da Don Armando a confessarmi
Quando bussai ed entrai nella solita stanza all'oratorio, lui sembrò non proprio felice di vedermi, certo che ero un problema per lui! Un caso difficile senza dubbio.
Lui staccò la sedia dal tavolo e io m'inginocchiai fra le sue gambe. Volle subito sapere cosa dovevo farmi perdonare. Mi vergognavo molto e nascosi il viso sulla sua tonaca. Non so il perché, ma il suo serpente di carne si rianimò subito. Lo sentii ingrossarsi e indurire con dei movimenti ritmici, solo un attimo e lo sentii premere contro il mio viso! Era proprio il serpente diabolico e tentatore dell'Eden divino!
Raccontai con parole mozze e appena sussurrate quello che avevo immaginato durante la notte. L'ultima parte lo feci con la bocca impegnata a contenere buona parte della verga di carne dura che, non so come, ora era scoperta dalla veste talare e spingeva per entrarmi in gola!
Don Armando mi teneva, come la volta precedente, la testa con le sue mani forti.

La presa era nel medesimo tempo, amorevole ed autorevole e mi dava molto conforto.
Quando sentì quanto avevo immaginato nella notte, un prolungato gemito gli uscì dal petto e disse... lo ricordo ancora… che l'avrei fatto morire!
Questo mi addolorò molto, ero davvero un caso di peccatrice senza speranza?

Staccò a forza la mia bocca dal suo serpente, lucido della mia saliva e mi disse, al solo scopo di farmi ravvedere... ne sono sicura, di mostrargli la posizione di come l'avevo immaginato nella sequenza peccaminosa della profanazione del mio ano.
Mi staccai e senza indugio mi spogliai completamente, sentivo il suo sguardo passare sul mio corpo come una ventata d'aria rovente, lo ritenni un incentivo a far presto ed a mostrarmi senza vergogna.
Mi posi quindi con le ginocchia a terra e gli mostrai il mio deretano, causandogli dei gemiti che non seppi decifrare, forse dovevo osare di più e fargli capire cosa avevo davvero provato in quel lungo orgasmo?

Decisi di si... appoggiai la testa sul nudo pavimento e con le mani mi allargai le natiche, lui reagì strano!
Urlò e si tolse da dosso la tonaca e mi si precipitò addosso.
Mi sconvolse la cosa che si togliesse il suo simbolo di religioso, non volevo davvero farlo ridiventare un uomo comune!

Ora era nudo con solo le scarpe e il collarino bianco!
Lui... dopo, sostenne che lo aveva fatto per essere più libero, che quella tonaca gli era d'impiccio per quello che si accingeva a fare, questo mi sollevò molto la coscienza.
Mi si precipitò contro e le sue mani ferree mi strinsero forte i fianchi, mentre sentivo la testa del serpente cercarmi, cercava dove profanare.
Senza la dovuta guida sbagliò obiettivo e premette contro l'apertura della mia fica di vergine.

Mi sarebbe piaciuto accoglierlo ma ero cosciente che quella l'avevo destinata a qualcuno più importante di lui e cioè a chi avrei cristianamente sposato, a colui che era il succedaneo di Gesù nelle mie intenzioni.
 Allungai quindi la mano dietro di me e presi fortemente il serpente per il suo duro tronco e lo indirizzai correttamente. 
Don Armando spingeva come un forsennato e la sua intensa fatica alla fine ebbe il giusto premio. Sentii, con soddisfazione estrema, il mio sfintere finalmente cedere sotto il continuo e crudele assedio e il suo serpente entrarmi tutto, ma proprio tutto! Di questo n'ero sicura, perché sentivo il suo ventre peloso contro i miei glutei nudi e il sacco del suo scroto sbattere contro la mia fica verginale!
Ora... Don Armando, nudo, spingeva fortissimamente e urlava frasi sconnesse, che mi parvero allora senza un senso logico tanto ero presa da un orgasmo incredibile e non potevo seguirlo nel suo discorrere, sentivo le sue parole solo a tratti... diceva che ero una puttana incredibile!
E... ancora che mi voleva proprio rompere il culo, questo l'intesi benissimo, tanto che... solo per fargli piacere, lo incitai a farlo pienamente, non ricordo cosa dissi esattamente... ma era senz'altro di estremo effetto dato che la sua profanazione diventò ancora più selvaggia!
Ora toglieva il serpente dal mio ano assurdamente dilatato e poi lo rimetteva con una forza immensa e me lo spingeva a fondo! Facendomi emettere così un forte gemito e provocandomi ogni volta un orgasmo! 
Capii allora perfettamente cosa provasse il mio babbo mentre era selvaggiamente inculato da mamma! Specialmente a considerare le dimensioni del pene che riceveva nel culo!
I miei pensieri vagavano ma ero cosciente del piacere che provavo sotto i colpi di Don Armando. Sentii che mi diceva che ora mi avrebbe riempito di sborra!
Non conoscevo questa parola ma capii, intuitivamente, che si riferiva al seme maschile e lo pregai urlando di farlo! Di riempirmi... che non desideravo altro che questo, quando sentii i fremiti e le vibrazioni del suo serpente mentre si liberava dentro di me, mi sembrò di raggiungere la soglia del paradiso!

Continuò ancora a lungo a pomparmi il suo seme dentro. Colpi ora più lenti ma sempre profondi.
Sentii, e mi piacque molto, il serpente perdere la sua vitalità e diventare piccolo e innocuo, Don Armando fece per toglierlo ma gli feci presente che, così facendo, il suo seme, veramente dissi... la sua sborra, sarebbe caduta sul pavimento causando la dispersione del seme, lui... come in una specie di transfert post-orgasmico, mi porse quindi un bacile d'argento che usava per le cerimonie sacre.

Questo mi riempì d'orgoglio cristiano e mi liberai di tutto il suo seme contenuto nel mio intestino che era leggermente colorato e davvero non capivo il perché.
Che farne ora?
Gli chiesi consiglio ma lui era ancora disteso a terra ansimante e non mi rispose.

Pensai alla soluzione più adatta per ottemperare i dettami della fede e bevvi tutta la sua sborra dal bacile. Leccai anche e glielo resi perfettamente pulito.
Non so cosa mi spinse a fare quello che poi feci.
Doveva essere il demonio che comandava le mie mosse e non avevo davvero modo di combatterlo, mi distesi accanto a lui e mentre mi masturbavo gli leccai a lungo il serpente. Lui m'incitava, mi diceva di pulirgli bene il cazzo! Lo facevo, eccome lo facevo! M'impegnavo a ciò' con tutta la mia dedizione!
Mi piaceva quella parola... cazzo!

CAZZO!
Che magnifico senso di rotondità in bocca mi faceva provare!
Mi trovai poi ad essere seduta sulla sua faccia mentre godevo della sua lingua, forse i continui orgasmi relegavano la mia ragione chissà dove, dato che ero come incosciente.
Non ero davvero molto presente, poi... realizzo ora... che mi trovai distesa su di lui, in posizione inversa e m'introducevo il cazzo in bocca, uhm... che magnifica parola!

CAZZO!
Me lo infilavo in gola, lo succhiavo e baciavo! Lui mi continuava a far godere con la sua lunga lingua!
Sentii che stava dicendo qualcosa relativamente a... venire... che doveva godere... e allora svelta mi alzai e mi sedetti su di lui, il suo serpente mi entro' completamente nel culo e lì... lo lasciai sfogare! Nuovamente mi liberai nel bacile e nuovamente bevvi.
Alcuni colpi alla porta c'interruppe, era chiamato nella chiesa per la funzione serale.
Si rivestì in tutta fretta, nudo sotto la tonaca e uscì, raccomandandomi di aspettare qualche minuto per andarmene!
Ubbidii e andai in chiesa a pregare.
Mi sentivo sollevata, sentivo d'avere, tramite la persona di Don Armando, dio vicino.

Tornai a casa serena.

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