domenica 24 febbraio 2019

VIVIENNE.

Parte quinta.
Don Armando prese a ridere... ma è il mio nuovo aiuto, è un novizio domenicano che hanno mandato per un tirocinio in parrocchia! 
E' un prete! E' Don Remigio!
Il suo nome era bellissimo come lui!
Ma che m'importava? Io sapevo che "Lui" aveva preso quelle sembianze e questo mi bastava!
E' un santo... replicai a Don Armando, non sopportando più la sua incredulità!
Un santo? Rispose lui... sapessi che santo è...!
Mi resi conto che era afflitto da una gelosia orribile, stava infrangendo non so quanti comandamenti e cercai di consolarlo accarezzandolo, piena d'angelica comprensione.
Una cosa m'interessava più d'ogni altra, avere conferma che quanto sperassi fosse vero e gli chiesi ancora... è vergine... vero? Non ha mai avuto una donna... vero?
Provocai altre risate da parte del mio interlocutore che ridendo ancora disse... Vergine? Si... si... per essere vergine lo è! Per quello che ne so... ma solo davanti... dietro non so! Ahah... magari lì è più sfondato di te!
Cosa voleva dire?
Che anche "Lui"... bramava di essere profanato dietro? Don Armando sapeva cose d'estrema importanza per me e sollecitai, pregandolo, le sue confidenze.
Era il suo confessore e tutto sapeva, è vero che infrangevamo una regola essenziale parlando di quanto oggetto di confessione, ma la cosa mi eccitava fuori misura, volevo "Lui" e lo volevo in tutti i sensi e ad ogni costo, volevo essere deflorata da "Lui" e volevo poi profanargli IO il culo come mamma faceva a papà!
Ma come fare?
Una povera giovane timorata di dio come me, come poteva raggiungere questi obiettivi?
Fu il diavolo a suggerirmi il modo?
Il fine giustifica i mezzi, mi dissi e la posta, cioè "Lui", valeva il gioco.
Mi avvicinai a Don Armando e lo blandii con parole audaci, gli proposi che se mi aiutava a raggiungere il mio traguardo, vale a dire sedurre "Lui" e averlo pienamente, poteva chiedermi qualsiasi cosa.
Qualsiasi...? Chiese.
Si... risposi, allora pretese questo... voglio romperti io l'imene... entrare per primo nella tua fica e sborrarti dentro.
No... no... non questo, poteva chiedermi ogni altra cosa ma non questo! Non potevo, dopo molto discutere alla fine arrivammo ad un compromesso, "Lui"... l'Angelo mi avrebbe sverginato, avrebbe preso santamente la mia integrità intima e Don Armando avrebbe finito l'opera entrando dentro subito dopo "Lui" e così... allargarmi per bene.
Lo scambio di proposte ci aveva eccitato fuori misura e approfittammo degli ultimi minuti a disposizione per soddisfare la libidine che ci faceva delirare.
Mi misi con le mani appoggiate alla parete a gambe ben larghe e sentii il suo serpente entrarmi nelle viscere. Pochi minuti di colpi decisi e mi riempì di sborra, pretesi il solito bacile d'argento, dove mi liberai e bevvi tutto il sacro contenuto.
Arrivai a casa in ritardo e dovetti necessariamente dire una bugia, questo mi dispiacque molto, era un grave peccato mentire ai propri genitori, ma ero convinta di essere sul giusto cammino verso la luce e dopo aver pregato e chiesto perdono non ci pensai più.
Pensai a come Don Armando poteva imbastire il mio incontro con "Lui" e le varie ipotesi che elaboravo via via mi eccitarono molto, tanto che dovetti masturbarmi fino a crollare nel sonno.
Sognai che "Lui", munito di uno splendido esemplare di cazzo, una verga molto chiara, mi deflorava con dolce fermezza, spingeva dentro fino a liberarmi finalmente dell'incomodo esistente dell'imene integro. Mi piaceva come, nel sogno, lo muoveva, era proprio un modo divino di farmi godere.
Insistevo con Don Armando che progettasse qualcosa per farmi arrivare al mio Angelo biondo, ma titubava, rimandava sempre.
Quello che invece faceva con estrema solerzia era tentare sempre di infilarmelo in fica, il porco! Il più delle volte dovevo lottare per impedirglielo, anche la minaccia che se l'avesse fatto avrebbe pagato duramente le conseguenze sembrava non spaventarlo più.
Avevo davvero paura che mi sverginasse togliendomi quanto invece volevo donare al mio predestinato, a"Lui".
Presi a diradare le visite all'oratorio. Andavo in chiesa solamente ad assistere alla messa quando era celebrata da Don Remigio.
Provai diverse volte ad interessarlo, gli abbracciavo le ginocchia, gli chiedevo di assistermi perché ero una pecorella smarrita ma lui, sempre gentile e angelico, mi diceva di rivolgermi al parroco.
Sognavo un matrimonio mistico con "Lui", dopo il quale gli donavo la mia verginità e lo sodomizzavo ferocemente. Continuavo a masturbarmi ma ora tenevo avvolta nella mano che m'inserivo nel culo una collanina del rosario. Godevo per "Lui".
Don Armando arrivò a telefonare a casa e parlò con mamma. Le disse che non mi vedeva più in chiesa e se era accaduto qualcosa. Mamma me lo chiese a sua volta e la tranquillizzai, ci sarei andata in chiesa e con la frequenza di sempre dall'indomani.
Nel pomeriggio trovai Don Armando nel suo studio e lo misi difronte a una scelta, o riusciva a farmi avere "Lui", oppure si sarebbe sognato di potermi scopare ancora!
Si scusò disperato dicendo che Don Remigio gli aveva rivelato in confessione di essere attratto dagli uomini e non dalle donne!
Che poteva farci?
L'indifferenza che mostravo ora verso di lui lo faceva soffrire enormemente. Non avevo più piacere a farmi profanare da lui?
Doveva sacrificarsi, gli dissi... non c'era altra alternativa!
Io pensavo ora, alla luce di quanto sapevo, che "Lui" fosse sessualmente attratto da quel prete robusto e sanguigno che era Don Armando!
Sacrificarmi...? Ma come? Chiese.
Sedurlo... risposi, ma non incularlo se era possibile, non ancora, vedesse lui cosa fare! Se mi voleva ancora doveva inventarsi qualcosa!
Giusto per ricordargli cosa avrebbe perso altrimenti gli diedi qualche contentino, qualcosa da desiderare, mi lasciai leccare il culo che, dato la mancanza di penetrazioni sostanziose, si era alquanto rinchiuso, non solo, ma lo stuzzicai facendo appoggiare la sua cappella gonfia fra le pieghe della mia fica vergine.
L'avrebbe avuta ancora sanguinante, gli promisi, il suo cazzo si sarebbe colorato del sangue del mio sverginamento.
Quest'ultima cosa lo mandò letteralmente fuori di testa! Per fortuna che tenevo il serpente fortissimamente altrimenti me lo avrebbe piantato dentro! A casa mi resi conto che avevo peccato, avrei dovuto essere generosa con i bisognosi e lui lo era, no? Aveva bisogno di me e io mi ero rifiutata, sia pur per una causa santa.
Chiesi lunghissimamente perdono.
Cosa escogitò il vecchio porco? E' proprio vero che il bisogno aguzza l’ingegno.
Una sera, dopo che era stato con me ma senza che lo soddisfacessi pienamente, bussò alla porta della camera del giovane prete e gli chiese che lo ascoltasse perché era in preda ad un vero delirio di libidine, non riusciva a trovar pace!
Lo pregò d’aiutarlo, Don Remigio domandò come poteva farlo, forse potersi confessare era un modo per trovare rimedio? Ma il porco gli mostrò subito il cazzo che era assurdamente duro!
Sbalordito il giovane prete non poteva staccare gli occhi da quella visione, Don Armando gli prese astutamente la mano e se la portò sulla verga dura.
Da quel momento poté disporre completamente di lui. Don Armando era consapevole del fatto che volevo io la verginità del mio Angelo, ma poi si scusò sostenendo che era stato necessario farlo. Insomma dovette ficcarglielo nel culo. Ma non era più vergine lì... nel culo e secondo il vecchio porco aveva preso diversi cazzi negli anni del seminario! Davanti si, non aveva mai avuto una donna, ma forse solo qualche uomo? Comunque aveva un culo magnifico e sapeva succhiare da dio!
Aveva imparato in seminario, dove faceva pompini a tutti i suoi compagni di corso.
Naturalmente, mi dispiacque il fatto che non fosse vergine dietro. Ma lo capii benissimo! Questo... mi dissi, è un segno di quanta carità ha profuso a piene mani!
Salì ancor di più nella mia considerazione! Che gran cuore aveva! Un vero Santo! Alleviare le pene della solitudine e della lontananza dalle famiglie a tutti quei giovani al seminario! 

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