domenica 10 febbraio 2019

ANDREA E ANDREINA.








Non iniziai a frequentare Andrea per caso.

No... eravamo colleghi e anche se in precedenza non avevamo mai lavorato assieme, in quella occasione la ditta dove eravamo impiegati mandò noi due. 

Prima di allora ci avevo scambiato si e no due parole in mensa.

Era di carattere riservato, molto gentile, mai indisponente, mai villano.
Io preferivo viaggiare da solo durante gli impegni di lavoro fuori sede, non gradivo di dover dividere la stanza con altri, ma non essendo dirigente e nemmeno quadro della grande multinazionale, me ne dovevo fare una ragione e accettare la situazione.
Visto da vicino mi accorsi subito che Andrea era diverso.
Complessato, intimorito e... senza dubbio era gay.
Oh... non dichiarato certo! Lo nascondeva in maniera compulsiva. Ma lo era.
Era molto bello.
Mi verrebbe da dire... bello come può esserlo un gay. 
In lui qualcosa di femminile c'era pienamente e anche la bellezza era quella di una donna. 
La bocca... le ciglia, gli occhi. 
Ed era dolce.
Non mi disturbava il fatto che lo fosse e mai mi venne in mente di mostrare verso di lui insofferenza, né tanto meno una attenzione sessuale.
Sul lavoro era bravo. 
Non aveva nessuno spirito di intraprendenza ma che importava? Bastava che seguisse le mie direttive.
Presto... per forza di cose, entrammo in quel particolare grado di confidenza che deriva dalla forzata convivenza. 
Lui soffriva molto più di quanto ne soffrissi io la costrizione di dover dividere la stanza. 
Era timidamente riservato, la sera si ritirava nel bagno per spogliarsi, poi si rifugiava veloce sotto le lenzuola.
Per me era diverso. Abituato nel mio passato a una vita di caserma, assieme a decine di uomini adulti nella camerata, giravo per la stanza nudo o quasi, mi vestivo e mi spogliavo incurante della sua presenza.
La sera... dopo aver cenato, parlavamo. 
Di me molto, di lui... pochissimo.
Quando si scioglieva un poco parlava di sua sorella che non c'era più.
Morta...? Chiesi una volta.
Non mi rispose pienamente... non c'era più... ripeté.
Mi fece vedere la sua foto.
Una ragazza bellissima che gli assomigliava come si assomigliano due gocce d'acqua.
Bruna come lui, gli stessi occhi e la stessa bocca. Vestita nella foto di un corto abitino estivo a fiori che evidenziavano le sue bellissime gambe.
Molto molto bella.
Durante quella settimana, una sola sera lo lasciai solo. 
Non lo invitai con me quando decisi di trovarmi una donna. 
Sapevo che non rientrava nelle sue possibilità accompagnarmi.
Secondo me... non solo non era stato mai con una donna, ma neanche con un uomo e neanche si dava piacere da solo, masturbandosi.
Tornai a notte inoltrata e lo trovai ancora sveglio, come se... preoccupato, mi stesse aspettando.
E aveva una specie di risentimento, non ci badai molto, lo reputai una blanda gelosia o rimostranza perché lo avevo lasciato solo.
Nei giorni che restavano gli chiesi ancora della sorella.
Come era? Di carattere? Allegra? Magari più comunicativa di lui? 
Oh si! Mi specificava, le piacciono molto gli uomini, anzi... si riprese, le piacevano molto gli uomini dato che ora non c'era più.
Ma quanto le piacciono... pardon... piacevano, insistetti incuriosito.
A volte li porta a casa, rispose, nella sua camera e per tutta la notte. Ci fa sesso.
E tu... chiesi? Non ti da fastidio?
Oh no... rispose evasivamente... io sono via...
Ritornammo in sede a lavoro concluso e in parte ci allontanammo di nuovo.
Ci salutavamo, ci si chiedeva come andava ma nulla più.
In occasione di una festa aziendale, qualche settimana dopo il viaggio fatto assieme, ci trovammo seduti vicino.
Qualche parola sul lavoro e poi lui che propone, mi dice che ha parlato di me alla sorella e questa vorrebbe conoscermi, non voglio andare a cena da loro... questo sabato? L'indomani?
Vengo volentieri... risposi, ma neanche so il nome di tua sorella e quando è tornata?
Si chiama Andreina... rispose... è tornata da poco.
Ecco! 
Non era morta... come mi aveva fatto intravvedere il suo discorso precedente, se ne era solo andata.
Andreina... il nome mi sembrava naturale sul momento, lui Andrea e lei Andreina, alle mie domande se erano gemelli, cioè... da quanto tanto si assomigliavano dovevano essere gemelli a mio parere e di tipo omozigoti, generati da un unico seme maschile. Ma lui a questa domanda aveva sempre glissato senza mai specificare.
Perché accettai?
Facile. Lei era bellissima e a quanto aveva detto Andrea piuttosto disinibita. Senza voler passare da ipocrita ci vedevo una scopata assicurata.
Quindi accettai.
Non ci vedevo nulla di negativo. 
Andrea? Se ne sarebbe andato o ritirato nella sua stanza sempre che rientrassi pienamente nel gradimento della sorella.
Non c'era molto da aspettare dato che era venerdì. Si trattava del giorno successivo.
Mi dette l'indirizzo e se ne andò dalla cena.
Mi chiesi sul momento... ma la sorella ha bisogno che lui le faccia da ruffiano? Ma poi decisi... che m'importa? Sono affari loro, basta che lei apra le gambe!
L'indomani sera alle otto e mezza precise suonavo alla porta.
Una cena a tre... mi dicevo, poi... Andrea troverà una scusa e ci lascerà soli. 
Sentivo già quel vuoto al ventre che annuncia una erezione, oh si! 
Ero eccitato mentalmente e fisicamente.
Nella notte passata e durante il giorno ci avevo fermato i pensieri su di lei. L'avevo già scopata in mille modi usando l'immaginazione!
Suonai ancora.
La porta si aprì e apparve lei. 
Aveva lo stesso vestito della foto, la stessa acconciatura dei capelli, lo stesso trucco pesante.
Ciao... disse... sono Andreina... accomodati, tu sei...

No. Non farmelo. Pregai dentro di me.

Comunque chiesi... e Andrea?
Andrea se ne è andato...

Oh si! 
Capii istantaneamente tutto, prima se ne era andata Andreina e ora era tornata... e se ne era andato lui.

Giuro davanti a ogni cosa che non avrei voluto umiliarlo.

Ma questo era al di là del mio limite.




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