L'inverno.
dammi la mano, stringila forte e
continuiamo, assieme...
A noi piace l'inverno.
NO, non
per il Natale e tutto il resto, e' solo perché viene buio
presto.
Il buio diventa nostro complice, come una persona fisica
ci accompagna, ci protegge.
Le telefono.
"Per questa
sera?".
"Si...".
"Alla solita ora".
Fermo
la macchina sotto casa ed attendo, scende, questa sera non è eccessivamente freddo e indossa un mantello di lana nero, porta la
solita borsa.
Sale e si allunga per baciarmi.
Dio, quanto mi
piace questa donna!
Mentre guido allungo una mano le scosto i
bordi del mantello e la tocco, si... e' pronta.
Il posto dista una
mezz'oretta di strada, un viottolo prende da una strada secondaria e
porta alla nostra postazione.
Perfetto, come al solito il posto è deserto, dispongo la macchina nel verso giusto, porto il
riscaldamento al massimo.
E aspettiamo.
Quando vedo le luci
che avanzano, l'avverto...
"Sta arrivando...".
Esce
dalla macchina, si toglie il mantello, lo butta sul sedile e si porta
in posizione.
Accendo i fari, è completamente illuminata, come
una vedette sul palcoscenico, è così che voglio si senta, vista
e ammirata!
E' nuda... a parte il reggicalze e le calze nere e
mentre il treno le sferraglia vicino lentamente, lei alza le braccia
e le porta alla testa, i seni si alzano seguendo il movimento, un
ginocchio leggermente flesso piegato, assume la posizione classica
delle pin up.
Guarda verso il treno che lentamente sfila, solo
una parte dei passeggeri si accorge di lei, altri leggono o dormono,
ma quelli... quelli che vediamo con lo sguardo stupito e incredulo
seguire con gli occhi la donna nuda mentre il treno passa via, per
quelli vale la pena di venire!
Tutta la loro serata sarà dedicata alla visione che hanno avuto, forse faranno all'amore e
penseranno a lei.
Qualche volta è il macchinista che si
accorge e allora il treno lancia un lungo fischio...
Rientra in
macchina ansimante.
"Che freddo...".
La copro con
il mantello caldo, l'abbraccio, la stringo per trasmetterle un po'
del mio calore.
No, non vuole essere toccata, non
adesso.
"Ecco... ne parte un altro...".
Si
precipita fuori, i tacchi alti e il terreno ineguale la costringono
ad una camminata che accentua il movimento dei glutei.
Ora, sotto
la luce dei fari, si fa più spavalda, si accarezza i seni, si
strizza i capezzoli, apre la bocca e mostra la lingua mimando la
fellatio.
Passa il treno e ritorna.
Poi ancora, lo
spettacolo diventa sempre più eccitante, il corpo ad arco, le gambe
dischiuse, la sua mano che si tocca.
Un'altra esibizione.
Si
piega in avanti mostrando al treno il suo splendido sedere, la mano
sempre fra le cosce.
E' tempo di andare via.
"No... ancora una volta...".
Sempre piegata in avanti, una mano
davanti fra le cosce e una dietro, le dita che toccano, che
accarezzano.
Raggiunge la macchina, parto.
Si copre con
il mantello.
Lascio il posto, siamo rimasti anche troppo, ma mi
fermo un paio di chilometri oltre.
Accendo le luci interne e la
guardo, è splendida, è viva, ha lo sguardo acceso
dall'eccitazione.
Apre il borsone che ha con lei, toglie la
biancheria e il vestito che indosserà.
"Aspetta...".
Abbasso
la testa verso il suo grembo, lei sa cosa voglio, voglio assaggiare
il suo succo, berlo, saziarmi di lei.
Appoggia la schiena alla
portiera, è rivolta verso di me, alza una gamba, il piede è sul mio
poggiatesta, si inarca, mi porge il ventre.
E' rorida di umori, è morbida e vellutata, passo la lingua, il viso sulla sua
vagina, passerei la vita così.
Mentre mi abbasso i
pantaloni mi tocca, mi masturba con forza, ora in preda alla
passione mi scavalca con una gamba e si impala con forza, geme e
urla mentre mi cavalca con frenesia.
Finiamo fuori, lei
appoggiata al cofano della macchina e io che l'alzo con la forza dei
miei colpi, l'orgasmo pieno, intenso, un vero fuoco
d'artificio.
Penso alla prima volta che abbiamo provato queste
emozioni, alle mie domande... ricordo la sua risposta.
"Sei
un bambinone, hai sempre bisogno di conferme, di essere
rassicurato, pensi forse che farei questa cosa se non mi
piacesse...?".
Si veste, abbassa la plafoniera per
ripassarsi il rossetto e controllare il trucco.
"Ho una
fame, dove mi porti stasera?".
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