Per
trovare il cimitero adatto ci mettiamo due giorni. Deve avere tutte
le caratteristiche giuste: fuori mano dal paese vicino, lontano da
case e strade, buio e con tratti di terreno libero da tombe con
foglie morte o rami da mettere sulla fossa che scaveremo per
nascondere la terra fresca.
Prima
di accingerci alla spedizione passiamo a casa sua, Per prendere il
minimo necessario, afferma lei. Non può usare in eterno il mio
spazzolino da denti dice, che… rileva… è anche da cambiare.
Perfezionista. Casa sua non mi dispiace, non ha nulla
dell’arredamento della casa del fantasma, quando le chiedo il
perché… sbuffa! Glielo ha arredato mammà e non può farle uno
sgarbo cambiando tutto o almeno non ora. Penso che sua madre sia una
gran donna, le chiedo se è ancora scopabile. S’incazza! Quindi
partiamo, con un’ampia provvista di tampax. Per lei…
Veramente…
non sono molte le ore che dedichiamo alla ricerca, perché tante sono
le tentazioni che subiamo. Una bella locanda dove mangiare. Un tratto
di strada adatto a… guido io e blocco improvvisamente la macchina,
scendo raggiungo il lato dove siede lei, la tiro fuori a forza, la
costringo a chinarsi con le braccia sul sedile, le tiro i jeans alle
caviglie, le sposto gli slip e la scopo con tutta la mia forza!
Perché? Perché è da quando che siamo saliti in macchina che
continua a giocare, a tormentarmi! Mi masturba, me lo prende in
bocca! Insomma anche la pazienza ha un limite! Ripartiamo e ora vuole
la mia mano fra le cosce. La sera ci trova lontani da dove siamo
partiti e decidiamo di dormire fuori. Dovremo usare il tuo spazzolino
da denti, dico.
Cenetta
rustica e poi in camera. Dice… sentitela! Non dormirò tutta notte!
Non sono abituata a dormire fuori casa! Invece? Dopo un po’ di
giochini di suo gradimento? Cade in un sonno comatoso, rannicchiata in
posizione fetale. Seguo per un po’ il suo respiro rumoroso poi la
raggiungo nel sonno.
Vi
annoio? Ok… vado più in fretta. Alla fine troviamo il cimitero
adatto. E’ in collina fra gli alberi di una foresta. Isolato? No…
isolatissimo. Lo ispezioniamo, vecchie lapidi in pietra con su nomi
strani. Scrittura gotica. Unica costruzione una vecchia cappella di
costruzione medievale. Perfetta!
Decido…
-Facciamo
sera e torniamo a vedere con il buio… mi sembra idoneo!-
Rabbrividisce ma non protesta, ormai è una cacciatrice di fantasmi
pure lei. Va bè… un’apprendista.
Ci
torniamo di notte e mi prende la mano mentre c’inoltriamo nel
cimitero. E’ una notte abbastanza chiara per via della luna che
però viene a tratti oscurata dalle nuvole. Ad un tratto il verso di
un uccello notturno rompe la pace della notte! E sentiamo lo
svolazzare delle sue ali mentre si allontana disturbato. Lei mi si
stringe addosso impaurita.
-Che…
che cosa era…?-
-Un
gufo o una civetta…-
-Diooo…
che paura…!-
-E’
perfetto… torneremo domani notte… ora andiamo in macchina a
prendere il plaid…-
-Il
plaid…? Intendi la coperta?-
-Si…
la stendo su una tomba e ti ci scopo...-
Lei
sottovoce…
-Ma
sei pazzo? Su una tomba…? Facciamolo in macchina…-
-Non
vuoi provare? E’ una sensazione unica! Lo facciamo… nudi…-
Va
bene, ammetto che all'inizio devo tirarla, spogliarla, costringerla
a stendersi sul marmo della tomba più grande, ma poi? Devo tenerle
la mano sulla bocca per evitare che disturbi tutti gli animali
notturni dei dintorni con i suoi gemiti di piacere prolungati. Io ho
tutte le ginocchia sbucciate dal contatto con la pietra ruvida della
tomba, lei no.
Poi…
in macchina mentre raggiungiamo l’alberghetto dove dormiremo,
m’abbraccia…
-Dio…!
Che sensazione! Che strano piacere ma così forte che ti prende il
cervello…! Lo rifaremo…?-
-Domani
mattina torniamo a casa. Pomeriggio recuperiamo mummia, ossa e
polvere e di notte portiamo tutto qui. Dobbiamo ricordarci di piccone
e badili. Domani notte abbiamo da lavorare.-
-Ma…
finito il lavoro?-
-Vedremo…
senti… finito tutto chiami la ditta che ha fatto la
ristrutturazione e fai chiudere il buco e… non dire nulla alla tua
amica! Non credo che le piacerebbe sapere cosa aveva in casa.-
Dorme
con la testa appoggiata alla mia spalla. Dovrò ripeterle tutto
domani mattina.
Tutto
come da programma. Ci rivestiamo da lavoratori e mettiamo mummia,
ossa e polvere d’ossa in sacchi neri da rifiuti. Nella serata ci
mettiamo in viaggio e raggiungiamo il nostro cimitero. E’ oltre
mezzanotte e la luna piena illumina il luogo. Porto piccone, badili e
i sacchi, lei prende il plaid.
-Che
fai? Perché il plaid?-
-Per
dopo…-
Il
lavoro è più agevole del previsto, il terreno è cedevole e dopo
aver tolto le zolle erbose che intendo rimettere a lavoro compiuto,
scavo celermente una buca abbastanza ampia da contenere tutto.
Ricopro. Porto gli attrezzi alla macchina. Lei aspetta…
Si
spoglia. Sistema il plaid sopra la pietra tombale, s’inginocchia e
posa la testa, il suo culo… beh… il suo culo riflette la luce
lunare. La situazione ricorda antichi riti. Di druidi e vestali.
Impossibile non cedere a quest’attrazione! Mi spoglio, la raggiungo
e così… in piedi, flettendo le ginocchia la prendo. Un gemito ci
unisce mentre inizio a penetrarla con forza. I suoi gemiti continuano
mentre la prendo con violenza mentre i versi che escono da me sono
dei ringhii da licantropo… e quando godo emetto un lungo ululato
che trova eco nell'ambiente circostante. Stavolta è lei ad avere
le ginocchia sbucciate.
Torniamo
a casa. Lei appoggiata a me.
-Ecco…
il cerchio si chiude. Hai osservato i nomi sulla lapide?-
-No
certo… ero presa d’altro…-
M’accarezza…
lì.
-Era
la tomba dei figli del fantasma, si… del notaio pazzo. Una tomba di
famiglia, ho riconosciuto i nomi che erano riportati sui fogli, lui…
ora per una coincidenza già scritta dal destino è sepolto vicino ai
suoi figli, non è magnifico?-
-Diooo!
Se amo questo lavoro! Sono contenta di averti socio… perché siamo
soci, vero?-
-E
il tuo impegno d’architetto?-
-Lo
tengo… non sia mai che mi lasci. Mi specializzo in ristrutturazioni
di vecchie dimore, così magari c’imbattiamo in qualche altro
fantasma. A proposito… quando mi porti a conoscere il tuo?-
-Non
so se ti porto… non sono certo che mi piace farti scopare da lui…-
-Si
che mi porti e mi fai scopare… sei porco, eccome sei porco!-
Nei
giorni seguenti verifichiamo che veramente il fantasma sia svanito.
Lo facciamo con molta accuratezza. Rimettiamo in voga il gioco con la
bottiglia di Coca Cola. Mi chiedo sempre dell’elasticità della
vagina, è una cosa incredibile cosa possa ricevere dentro e poi
tornare elasticamente stretta.
Torna
la sua amica e le consegniamo la casa pulita, priva di presenze
strane.
Lei…
una bella brunetta chiede…
-Siamo
sicuri…?-
-Certo…-
Chiede…
-Non
potremmo provare…? Per sicurezza?-
Ammicca
e mi guarda…
Io
provo speranzoso…
-Lo
facciamo? Una cosa a tre…-
-Non
ti azzardare, sai? Tu sei mio…! Mio! Ma guarda che porco! Ti levo
gli occhi con le unghie!-
Rivolta all'amica…
-No,
cara… mia riserva personale di caccia… spiacente…-
L’amica
alza le spalle e telefona. Trova subito uno disponibile.
Peccato.
Pochi
giorni dopo, dietro sua insistente richiesta, andiamo nella mia
vecchia casa di famiglia, è incuriosita dal mio fantasma. Ma questa
è un’altra storia.
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