Ora
ambedue, lo zio e la nipote, viaggiano su rotte quasi parallele ma
destinate prima o poi a scontrarsi.
L'uomo
sente una tensione sessuale che mai ha conosciuto prima, ha visioni
del grosso culo morbido, della profonda valle fra le natiche polpose,
il fiore appena più scuro dell'epidermide fra loro e fra le cosce
quella prugna di carne soda che è la vagina.
E
lei?
Sente anche una tensione, desidera quella grossa mano violenta
che batta forte il suo culo, che glielo renda dolorante a forza di
colpi, di godere della sottomissione... dei rimproveri e del fatto
che lei si senta stupida, una stupida dal culo grosso.
Intanto
si vede dopo scuola con il ragazzo, si fermano e parlano, lei è
consapevole che le sue compagne vantano esperienze di sesso, di
penetrazioni, di lavori di mano e di bocca... che lei non ha. Ne ha
desiderio, sente il brivido mentre sta con lui e aspetta.
Una
sera... più eccitata del solito fa tardi appositamente, si ferma
stupidamente a girare per le strade per desiderare non tanto poi
inconsciamente di essere punita.
E
immancabilmente accade.
Appena
dentro dalla porta viene aggredita dal grosso uomo, rimproverata e
offesa, strattonata... le impone di levarsi le mutandine e di alzare
la gonna, di tirarla su alla vita e questa volta di aprire la
camicetta.
Non
la fa inginocchiare sul divano ma se la tira sulle ginocchia e inizia
a batterla forte, colpi violenti che presto la fanno piangere dal
dolore ma contemporaneamente la portano in uno stato di fibrillazione
mentale e erotica. I colpi, le parole crude dell'uomo che la
chiama... stupida culona... puttanella senza testa, queste parole e
il tono la umiliano e contribuiscono ad aumentare quel senso di
depravazione mentale che sa di avere.
Ora
l'uomo oltre a continuare a batterla con la mano destra, forte e
continuo, con l'altra le ha raggiunto il seno, la camicetta aperta...
ha abbassato la coppa di una mammella e la sta straziando strizzando
con ferocia un capezzolo e lei... piangendo... urlando si sente al
limite di un orgasmo. Gode del dolore.
E
sente sotto il proprio ventre l'eccitazione dell'uomo, immagina cosa
sia quel gonfiore duro. Si... lo sa, è il membro eccitato dello zio,
lo sente premere forte e i suoi movimenti, che ora accentua, fanno si
che stia strofinando su quella verga dura all'inverosimile. L'uomo
smette di colpirla, ora mentre la mano che le tiene sul seno continua
a tormentare il capezzolo, l'altra le sta accarezzando la carne
martoriata dai colpi. Apre il varco fra le natiche, le cerca il
buchino... l'accarezza. Hélène pur nei singulti del pianto muove il
grosso culo, continua quell'opera di strofinamento sulla verga dura.
Ora è diventato un gioco sessuale ma ambedue ne sono inconsci.
Ora
la grossa mano entra fra le cosce e sfrega di fianco sulla vagina,
sulle labbra, sullo spacco... insiste.
Ed
Hélène gode, ha un orgasmo che le da degli spasmi, si inarca sul
ventre dello zio e questo movimento fa sì che goda anche l'uomo che
è al limite.
Lo
zio sborra copiosamente nei pantaloni sollecitato da quello
strofinamento continuo...
Hélène
si alza e corre in camera...
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