lunedì 1 luglio 2019

Lo zio e Hélène. (3)

spankingorelse:
“Perfection Though she maybe missing a dozen strap marks for self pleasure
”



Ora ambedue, lo zio e la nipote, viaggiano su rotte quasi parallele ma destinate prima o poi a scontrarsi.
L'uomo sente una tensione sessuale che mai ha conosciuto prima, ha visioni del grosso culo morbido, della profonda valle fra le natiche polpose, il fiore appena più scuro dell'epidermide fra loro e fra le cosce quella prugna di carne soda che è la vagina.
E lei? 
Sente anche una tensione, desidera quella grossa mano violenta che batta forte il suo culo, che glielo renda dolorante a forza di colpi, di godere della sottomissione... dei rimproveri e del fatto che lei si senta stupida, una stupida dal culo grosso.
Intanto si vede dopo scuola con il ragazzo, si fermano e parlano, lei è consapevole che le sue compagne vantano esperienze di sesso, di penetrazioni, di lavori di mano e di bocca... che lei non ha. Ne ha desiderio, sente il brivido mentre sta con lui e aspetta.
Una sera... più eccitata del solito fa tardi appositamente, si ferma stupidamente a girare per le strade per desiderare non tanto poi inconsciamente di essere punita.
E immancabilmente accade.
Appena dentro dalla porta viene aggredita dal grosso uomo, rimproverata e offesa, strattonata... le impone di levarsi le mutandine e di alzare la gonna, di tirarla su alla vita e questa volta di aprire la camicetta.
Non la fa inginocchiare sul divano ma se la tira sulle ginocchia e inizia a batterla forte, colpi violenti che presto la fanno piangere dal dolore ma contemporaneamente la portano in uno stato di fibrillazione mentale e erotica. I colpi, le parole crude dell'uomo che la chiama... stupida culona... puttanella senza testa, queste parole e il tono la umiliano e contribuiscono ad aumentare quel senso di depravazione mentale che sa di avere.
Ora l'uomo oltre a continuare a batterla con la mano destra, forte e continuo, con l'altra le ha raggiunto il seno, la camicetta aperta... ha abbassato la coppa di una mammella e la sta straziando strizzando con ferocia un capezzolo e lei... piangendo... urlando si sente al limite di un orgasmo. Gode del dolore.
E sente sotto il proprio ventre l'eccitazione dell'uomo, immagina cosa sia quel gonfiore duro. Si... lo sa, è il membro eccitato dello zio, lo sente premere forte e i suoi movimenti, che ora accentua, fanno si che stia strofinando su quella verga dura all'inverosimile. L'uomo smette di colpirla, ora mentre la mano che le tiene sul seno continua a tormentare il capezzolo, l'altra le sta accarezzando la carne martoriata dai colpi. Apre il varco fra le natiche, le cerca il buchino... l'accarezza. Hélène pur nei singulti del pianto muove il grosso culo, continua quell'opera di strofinamento sulla verga dura. Ora è diventato un gioco sessuale ma ambedue ne sono inconsci.
Ora la grossa mano entra fra le cosce e sfrega di fianco sulla vagina, sulle labbra, sullo spacco... insiste.
Ed Hélène gode, ha un orgasmo che le da degli spasmi, si inarca sul ventre dello zio e questo movimento fa sì che goda anche l'uomo che è al limite.
Lo zio sborra copiosamente nei pantaloni sollecitato da quello strofinamento continuo...


Hélène si alza e corre in camera...

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