Ormai
lo zio aveva negli occhi e nella mente quel culo, aveva le visioni da
tanto ci pensava ed era permanentemente eccitato, il suo cazzo tirava
da fargli male e ora... non aspettava che l'occasione di punire
Hélène.
Di
colpire, schiaffeggiare forte quella carne delicata.
Hélène
da parte sua... pur con la carne ancora dolorante e gonfia
consciamente e inconsciamente non chiedeva altro che essere colpita,
umiliata e offesa e di diventare il giocattolo erotico dello zio.
Lei
stessa causava il castigo, voleva essere costretta con il culone nudo
messo a disposizione e guardarsi lubricamente nel grande specchio del
salone, voleva il dolore... voleva quella mano crudele e pesante a
torturarle la morbide carni. E voleva le carezze violente sul suo
seno, voleva essere segnata e infine... voleva quella grossa mano
sulla sua fica, a masturbarla violentemente fino a farla godere!
Oggi...
rientra e lo trova in piedi ad aspettarla.
La
riempie di male parole, la chiama stupida culona, puttanella... e le
dice della sua pigrizia, del suo disordine e che per questo sarà
nuovamente punita, che lui deve assolutamente raddrizzare la sua
cattiva indole.
La
prende di forza, stavolta è lui stesso che le abbassa le mutandine e
che le apre la camicetta, se la tira sulle ginocchia e inizia.
Il
dolore è atroce perché colpisce le carni morbide già martoriate,
ma anche il piacere torbido che prova Hélène è altrettanto
forte... vero che urla e piange ma si guarda piegando la testa e si
vede sullo specchio, vede il suo culo bianco e la mano che la
colpisce senza pietà.
Ora
l'uomo le sta strizzando i capezzoli, smaneggiando le sue tette
morbide e bianche come il suo culo, lei... Hélène sente anche la
sua eccitazione, sente la grossa asta di carne diventare dura e freme
aspettando il seguito. L'altra mano, quella che non è occupata a
colpire il suo culo, la cincischia sul ventre, raggiunge la sua fica
già fradicia e la tocca, strofina forte sul clitoride, passa tutta
la mano fra le cosce.
Il
movimento e lo guardarsi... la porta quasi all'orgasmo!
L'uomo
la tira in piedi con forza, la costringe a mettersi in ginocchio
sulla stessa sedia dove sedeva lui, deve appoggiare i gomiti alla
spalliera, ha il grosso culo offerto.
Lo
zio si apre il pantalone e lo tira fuori, Hélène piegando la testa
può vedere tutto nello specchio, vede il suo tronco impressionante
di carne dura pieno di vene in rilievo, lo vede menarsi violentemente
e avvicinarlo al suo culone...
Le
apre le natiche, le sue polpose chiappe, sputa ripetutamente nella
valle profonda fra di loro e appoggia il suo cazzo enormemente
duro... scappellato... lo appoggia per il lungo, non di punta e fa
scivolare la verga sopra il suo fiore, sopra il suo buco, con le mani
prende le consistenti chiappe e le schiaccia sul suo cazzo e comincia
a scoparla così.
La
saliva usata fa scivolare la verga e il movimento è continuo e
lui... l'uomo in assoluta libidine continua a spingere. Ora la fa
rialzare con il busto e la tiene per le grosse e morbide tette, poi
ancora mentre con una mano le stringe il capezzolo, con l'altra la
raggiunge fra le cosce e la strofina.
E
lei... Hélène sente il dolore dello strofinare sulle chiappe
martoriate e sente arrivare l'orgasmo.
Gode
quasi contemporaneamente allo zio, questi con un urlo gode e sborra
sulla schiena di Hélène.
Continua...
continua... fino a quando la grossa verga perde rigidità, poi la
tira a terra e le impone di andare in camera sua!
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