giovedì 7 febbraio 2019

INCONTRO AL MUSEE' DE CLUNY,




Il quartiere latino, dove è situato il museo, è la parte di Parigi che preferisco. Una piccola città nella metropoli infinita, situata fra la Senna, la Sorbonne, il Pantheon. Lì c’è anche la grossa calamita naturale di Notrè Dame, una calamita in pietra gotica anziché di magnetite che attira le formiche umane come fossero limatura di ferro. Una moltitudine di persone le sciama intorno, entra, esce, se ne va dopo aver esaudito il dovere della visita.
Tutta una banalità.
Parigi è di una bellezza patinata che non mi piace. A tratti sembra falsa e i suoi sobborghi sono invece troppo veri tanto sono orribili. Non hanno la bellezza dell’antico, neanche del vecchio, sono già devastati dopo pochi anni dalla costruzione.
Di una cosa ho nostalgia di quando ci ho vissuto, tornare a volte all'alba con la baghette ancora calda di forno sottobraccio e vedere i netturbini che lavano le strade con i getti d’acqua.
Veniamo al museo.
Il museo, un palazzo costruito sulle rovine delle terme gallo-romane, prende il nome dall'Abbazia cistercense di Cluny ed era usato come Hotelerie dai potenti Abati quando questi dovevano conferire con i regnanti di Parigi. Successivamente un mecenate di allora lo usò per sistemarvi le molte opere d’arte medievale che collezionava per passione. Eh si.. anche i ricchi uomini erano diversi allora, ora collezionano puttanelle che neanche scelgono prima, le prendono a scatola chiusa. Questa è l’epoca della volgarità presentata come virtù.
Ok, smetto.
Non so esattamente quando la casa del mecenate divenne museo. E’ un museo non molto frequentato, la massa è indirizzata verso richiami di maggior interesse.
Il fatto è che tu hai poco tempo a disposizione, proprio poco.
Poco più del battito d’ali di una farfalla, quando a me invece non basterebbe la vita per viverti.
Mi dici..
E’ una pazzia! Posso venirci ma lui mi raggiungerà subito. Avremo pochi minuti e cosa potremmo fare in pochi minuti? Rischierei di essere sorpresa con te..
Si, insisto.. pochi minuti per vederti.
Ti aspetto, vieni quando puoi. Prendi il metrò, scendi a La Sorbonne-Cluny e raggiungimi. Entra... esci direttamente nel giardino, vai verso la foret de la licorne. Ti aspetto lì. Mi vedrai.
Ti voglio troppo.
Voglio accarezzare i tuoi capelli, passare le dita sul tuo viso e sulle tue labbra, voglio seguire la curva del tuo collo, della tua nuca. Baciarti.. gustare la morbidezza delle labbra e succhiarti la lingua, morderti piano. Non m’importa se solo per un attimo. Me lo faccio bastare. Voglio sentire il tuo seno, la pienezza delle tue coppe, voglio metterti la mano fra le cosce. Voglio spostarti gli slip e trovarti bagnata. Voglio toccarti.. penetrarti forte con le dita. Voglio strizzare il tuo clito. Voglio farti godere così.. mentre ti aggrappi con le mani sulle mie spalle. Voglio bere i tuoi gemiti e il tuo ansito.
Ora la tua mano mi cerca e lo senti.
Senti quanto è duro, eccitato di te? Per te? Lo vuoi in mano..?
Si.. si.. tiralo fuori, fai presto.. voglio menarti.. voglio succhiarti, voglio berti! Fammi godere.. fammi venire così! Mettimi le dita dentro! Tutte tutte! Poi ti bevo.. ti bevo fino all'ultima goccia.
Sento gli spasimi del tuo orgasmo ora. Sento le tue unghie che mi segnano l’asta. Poi la tua frenesia, t’inginocchi davanti a me. Mi succhi. Mi meni forte, m’inghiotti.. ora vengo.
Vengo.. vengo e urlo il mio piacere!!
Ti rialzi e passi la lingua sulle labbra. Ti bacio e sento me. Bevo quello che mi passi in un lungo bacio.
Ho bevuto troppo, fumato troppo, pensato troppo.
La verità è che non esiste nessuna donna, non esiste nulla di ciò che ho scritto.
Nel museo c’è un arazzo speciale. Una serie di sei pannelli tessuti in seta e lana. Mostrano varie scene rappresentanti una dama e un unicorno. L’unicorno è qualcosa di mitologico, dotato di poteri magici. Si dice che toccandolo si rende possibile far diventare realtà un sogno.
Mi scrivi..
Ti penso.. sono a Parigi. Sono al museo ora. Mi masturberò pensandoti.. nello stesso punto dell’altra volta..
Tu… troppo bella per essere mia.

Tibet.

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