martedì 22 gennaio 2019

AMORE, SEMPRE AMORE, AMORE DIVERSO...

E' la versione completa e inedita di un racconto che ho pubblicato molto tempo fa in forma ridotta, titolato "Omar". 
Parla d'amore.
Ah... l'amore! In quante forme si può vivere l'amore? Ha mille sfaccettature come un diamante tagliato a brillante... 

"Sei pronta?".
Per essere pronta... lo e'!
Il colorito acceso del viso, la lingua che inumidisce le labbra dischiuse, le lunghe ciglia che nascondono lo sguardo torbido e ancora... i capezzoli inturgiditi... il lieve ansimare.
"Dai... fallo entrare...".
Mentre va alla porta vede le sue mani sui seni, si strizza i capezzoli per poi scendere all'inguine, aprire le labbra gonfie della sua conchiglia.
Apre la porta.
"Omar, entra...".
Il ragazzo entra e alla vista di lei stesa sul letto il suo corpo inizia a vibrare come percorso da una scarica elettrica.
Lo incoraggia.
"Su avvicinati...".
Lui esce, ora e' lei la protagonista.
Lui può solo guardarli non visto, si... lei sa che c'è, che aspetta... questo e' parte del suo torbido piacere.
Titubante come timoroso di far sparire ciò che vede, Omar si avvicina al letto... fino a toccare il bordo con le ginocchia.
Sempre più eccitata, lei si tocca con maggior insistenza, apre il suo fiore, lucido di umori.
Ora è al centro della scena.
"Toccami... Omar...".
Il ragazzo si inginocchia sul letto, allunga una mano, una mano lunga dal dorso quasi nero, la palma chiara, tocca con timidezza, con trepidazione ed è lei a spingere il bacino in alto per farsi toccare con maggior forza, gli prende la mano con la sua e lo guida... gli fa conoscere i punti che le danno piacere, usa le sue dita come appendici, le passa sul clitoride inturgidito e su tutta la vagina aperta, sul tratto perineo che va fino all'ano.
Gli prende la mano, la porta alla bocca, la bagna e si fa penetrare, si inarca, poi le dita diventano due, unite... e gli da il ritmo, tira a se' la testa del ragazzo e gli morde le labbra....
La sua voce si e' fatta roca, irriconoscibile.
"Spogliati...".
Un attimo ed è nudo, bello come un Adone giovinetto, un dio vergine... come lo è, si... perché Omar è vergine, non ha conosciuto ancora la donna, ed è questo il regalo che lei gli ha chiesto di farle.
E' alto... il busto lungo e magro, stretto di bacino e le natiche raccolte, nero.
Il suo pene è strano, è circonciso come tutti i neri musulmani, poi... e' molto curvo verso l'alto, abbastanza largo, pero' lungo, il glande completamente scoperto e' di color rosa chiaro, un po' più scuro l'anello che lo separa dall'asta che è nera e venata come una radice.
Lo fa sdraiare e gli si pone a fianco, è curiosa, è enormemente eccitata, non ha mai visto niente del genere, così curvo... così largo, lo tocca, il primo tocco delicato, d'assaggio, passa la palma della mano sul glande, si meraviglia per quanto è serico, liscio e asciutto, usa ambedue le mani per accarezzarlo, le mani unite che lasciano scorrere fra loro tutta la lunghezza del pene, poi provano curiose la consistenza dello scroto, lo soppesano.
La sua carezza si fa più decisa, non c'è più nulla di delicato, ha afferrato con decisione l'asta, lo sta masturbando piano, la sua mano e' lenta e decisa e contrasta, così bianca, diafana, le unghie smaltate di un rosso acceso, con il nero tronco di carne con le vene in rilievo e innervato.
Lo lascia e si stende... allarga le gambe e lo chiama.
"Vieni Omar...".
E' fra le sue ginocchia, è irruente... il suo istinto lo spinge a montarla come un animale, lei lo frena....
"Piano... piano...".
Lo prende in mano... lo avvicina e lo fa bagnare con gli umori che tracimano dalla sua fessura, poi lo guida... e lo lascia entrare, favorisce la penetrazione con una spinta verso l'alto, le sfugge un gemito... di piacere e di sofferenza, lui è lungo, largo... lei è stretta.
Lei... da subito trova stimolante la forma del pene del ragazzo, che riesce a strofinare proprio quella parte della parete della vagina che le da il massimo del piacere.
Insieme trovano il ritmo giusto, lei si inarca e lui spinge ad incontrarla, il pene entra quasi completamente, i loro peli pubici si uniscono, radi e crespi quelli del ragazzo... una riga serica quelli di lei.
Lui, fuori, sa che ora e' in preda ad una frenesia di libido.
Lo immagina... lo sa...  e soffre.
La vede mentalmente inarcare la schiena e sollevarsi per dargli tutta se stessa... offrendosi, come risalta il nero del corpo del ragazzo sopra il bianco della pelle di lei!
I muscoli della schiena sono in rilievo, è lucido di sudore, lui immagina l'odore acre riempire la stanza.
Chiude gli occhi e prova ad aspirare l'aria, ora rileva anche l'afrore speziato di lei... della sua femminilità!
Il ragazzo ha resistenza, si e' masturbato poco prima di essere chiamato, come gli ha chiesto.
Lei ha goduto una prima volta e lo fa alzare, si mette carponi e mostra tutta se stessa al ragazzo, la vulva rossa e bagnata fra le cosce e il buchino scuro raggrinzito dell'ano, il ragazzo e' rapito dalla opulenza delle natiche, dalla forma che ha questo splendido sedere.
Lei appoggia la testa al letto e con le mani dietro di sé lo cerca, si fa penetrare, il ritmo è diverso, è lui che dispone di lei, la monta con forza con gemiti gutturali, lei risponde con gemiti... lunghi e spezzati dai colpi di lui.
Lei è diventata la preda e lui il predatore.
Lo fa quasi uscire completamente per poi infilarlo con forza, la tiene con tanta forza che le natiche sono segnate da ditate rosse, aumenta ancora la frequenza delle penetrazioni e poi con un urlo lo ritira, passa con forza ripetutamente la cappella tra i glutei di lei, per poi sprizzare tutta la sua linfa vitale, una, due, tre volte, con spruzzi lunghi... densi... biancastri, sulla schiena e sulle natiche.
Si abbandona su di lei... poi le si corica a fianco.
Per qualche attimo lei rimane nella posizione del coito, poi si abbatte sul letto ansante, sfinita.
I rantoli dei due riempiono la stanza, a poco a poco i loro respiri si normalizzano.
Omar si rialza... si riveste e va alla porta, si ferma un attimo e volge lo sguardo verso il letto.
Poi abbandona la stanza.
Quando rientra lui... e' ancora nella stessa posizione, sfinita, disfatta.
L'accarezza.
"Fallo tornare...".
"Avevamo detto una volta... una sola volta...".
"Ti prego... ti prego! Ne ho ancora voglia! Ne ho bisogno, è come una droga... lo capisci? Ma non capisci... che sono una ninfomane? Ne ho bisogno...! Ne ho bisogno, ti prego... ti prego! Sono... in fiamme, FALLO TORNARE... DAI… DAI… DAI...! Fallo tornare...! Fallo tornare o impazzisco!".
La guarda, lui l'ama, ama pazzamente questa donna, vive per lei, che può fare?

Questa che adesso vuole sesso... che ha queste esigenze pazzesche, che è drogata... ossessionata dal bisogno di godere non è quella che lui ama, quella che ama e'... e' L'ALTRA, quella che convive con questa, quella dolce e buona,  questa... che è dentro di lei, nascosta nel suo intimo e che a volte prende il sopravvento e la fa delirare, le fa vivere questi eccessi, le fa vivere queste pazzie. 
Questa è quella che gli ha reso la vita un inferno... l'inferno in terra.

Che può fare?
Va alla porta, lui... Omar e' fuori che lo aspetta.

"Rientra Omar, vai dalla signora...".


Il suo è l'estremo gesto d’amore, l'estremo.

Nessun commento: