Un ringraziamento più che sentito alla mia coautrice che con la sua bravura ha reso possibile la stesura di questo racconto.
Sul
tavolino una bottiglia a lui riservata di Single Malt Isle of Jura,
ghiaccio e il sifone del selz.
Camicia e pantaloni di lino bianchi, un uomo non più giovane e non ancora nel ciclo della maturità. Un viso vissuto con delle rughe intorno agli occhi. Occhi vividi, attenti, quelli disincantati di un cinico. Capelli scuri, spruzzati di grigio.
Il bar è proprio sulla spiaggia, poltroncine e tavoli di vimini su un pavimento in legno. Musica in sottofondo.
Una spiaggia di un isola in mezzo all'oceano, come posto di esilio e prigionia oppure, come nel suo caso, una possibilità di poter sparire fra un impegno e l'altro.
Il suo momentaneo buen retiro.
Prende il pacchetto di sigarette, ne estrae una e cerca l'accendino.
-Cercavi questo?-
Una donna. Una bella donna, ma di una bellezza strana, inconsueta, quasi inquietante. La sua pelle chiara, gli occhi neri come i capelli, il corpo sinuoso fasciato da un abito blu di cotone lungo fino alle caviglie, scalza.
Ha in mano il suo accendino, glielo porge.
La guarda. Non la conosce, ne è sicuro, eppure ha un qualcosa di familiare. Come è possibile? Una donna così non potrebbe averla dimenticata. No di certo!
-Grazie... devo averlo perso sulla spiaggia-
-E' un oggetto interessante il tuo accendino, un vecchio Zippo segnato dal tempo, graffiato, logorato, chissà cosa ha visto e vissuto...-
Mentre parla si accomoda di fronte a lui, non chiede permesso. Lo fa e basta e lo fissa.
-Se potesse parlare... forse, ma è un testimone muto.-
-Lui non può, ma tu sì. Avanti, raccontami di questo accendino, sono curiosa.-
-Forse lo farò o forse no, dipende da te. Ho voglia di una donna e tu sei splendida e sei sensuale-
-Io sono pericolosa. Posso bere dal tuo bicchiere? Niente ghiaccio grazie-
-Hai dei bei piedi. E le tue scarpe?-
-Perse? O forse... mai avute?-
-... e sei nuda sotto il vestito?-
-Si. Ho un bellissimo corpo, sai? Impazziresti per me.-
-Non impazzisco per una donna! Mai successo. Saresti una delle tante.-
-Però mi desideri, sento i tuoi occhi frugarmi, il tuo naso odorarmi, la tua mente scoparmi-
-Non lo nego. Ti desidero...-
-Facciamo una cosa, ora metto i piedi qui, vicino a te, non vuoi accarezzarli? Tu intanto mi racconti la storia dello Zippo e io poi decido...-
-Dello Zippo? Ma che storia vuoi che abbia? E' solo un oggetto!-
-E' il trait d'union fra te e me.-
-Hai dei piedi bellissimi...-
-Lo so, dovresti sentirli muovere sul tuo ventre... dai, inizia, dimmi come l'hai avuto.-
-Non lo so quando fu comprato né da chi, fu durante una manifestazione di piazza, una vita fa. Un modello unico, antivento, in uso alla marina e all'esercito americano. Era un oggetto cult. Ricercato, ambito, raro. Lo vidi in mano ad un antagonista, uno di destra, ricordo che lo colpii al capo e mentre stava cadendo lo presi.-
Lui avanza con le mani, dai piedi, risale sotto il vestito.
-Fermati lì, fino alle ginocchia! Poi?-
-Fammi capire... io ti racconto e tu poi... ti fai scopare?-
-Forse... dipende se mi dirai la verità e da come la dirai.-
-Come farai a sapere se ti racconto la verità?-
-Lo saprò e so anche che mi racconterai tutto, perché sono un'occasione unica per te, puoi riversare su di me tutta la tua amarezza, i rimpianti e i rimorsi, concordi? Su... prosegui, cosa accade dopo?-
-... successe quello che produsse tutto il resto. La vita dipende a volte da un singolo caso, sia nel bene che nel male, nel mio caso fu per il male.-
-Ti ascolto...-
-Disprezzavamo i simboli del potere, ma li usavamo, ricordi le vecchie bottigliette della Coca Cola? Simbolo odiato dell'imperialismo eppure erano e sono ottime se usate come bombe Molotov. Le riempi di benzina, uno straccio a tapparle, dai fuoco, lanci... e boom!-
-Capito... e quindi?-
-Lanciai e pur non avendone l'intenzione, il fuoco investì un uomo e poco dopo lui iniziò a correre tra le fiamme, fino a diventare una torcia.-
-Morì?-
-Si...-
-Fu il tuo primo?-
-Si, lui fu il primo...-
-Riempi il bicchiere, liscio... beviamo assieme e accendi due sigarette, vediamo se funziona bene questo Zippo.-
-D'accordo-
-Cosa hai fatto, dopo?-
-Latitante, una vita in fuga, una storia lunga...-
Il sole sta tramontando dietro la collina, la spiaggia si svuota, i pochi clienti del bar che di lì a poco avrebbe chiuso, si stanno godendo l'attimo di eternità che il sole regala in questa fase della giornata. Due soggetti così non passano di certo inosservati in un posto del genere e soprattutto, non passa inosservata lei, che ormai ha parte delle gambe scoperte con la mano di lui che le accarezza.
-Non ho fretta e so per certo che non ne hai neanche tu. Non oggi. Se da allora l'accendino, malconcio com'è, è ancora nelle tue mani e funziona, vuol dire che hai vissuto...-
-Quello che sto facendo sulle tue gambe non mi aiuta a concentrarmi nel racconto. Perché non ti fai scopare prima? Poi ti dirò ogni cosa...-
-Sto solo sentendo se ne vale la pena, di certo non sei il tipo che si perde in queste sottigliezze. Ogni cosa a suo tempo. Parla.-
-Sai? La pelle delle tue gambe è fantastica, calda e sto immaginando come sia all'interno delle tue cosce e intorno alla tua fica, ma non sono ancora convinto se tu ne valga la pena. Perché raccontarti tutto rischiando di rimanere deluso? E poi credimi. La vita del latitante, non è così interessante...-
La donna gli sta sorridendo attraverso il bicchiere portato alle labbra, ha incatenato i suoi occhi a quelli di lui e con lentezza dischiude le gambe come un invito a proseguire nella carezza.
-Sai benissimo che andrò oltre le tue aspettative, la tua crescente erezione ne è testimone... e poi non tentare di mentirmi. Quando si prova il gusto del sangue, è impossibile fermarsi. Dimmi come hai vissuto, come sei arrivato qui e a poterti permetterti una bottiglia così.-
-Ci vorrà tutta la notte. Ti stancherai ad ascoltarmi... scopiamo prima...-
-Tu sei scaltro, intelligente, pensi di sapere chi sono, vero? Io non mi stanco mai... non temere. Ti leggo dentro, so riconoscere la verità. Sii solo sincero e otterrai ciò che vuoi..-
-Si... temo, e in parte spero, che tu sia quella che penso.-
-Mi piacerebbe passare qui la notte... veder apparire le stelle... sarà senza luna... solo il manto stellato, una serie infinita di piccole luci di cui non è dato sapere quali brillano ancora e quali sono già morte-
-Ci basterà la bottiglia?-
-Fanne portare un'altra. So che qui preparano un'eccellente insalata di avogado, gamberi e angostura. Fai portare anche quella. Intanto, raccontami cosa ha visto e vissuto il tuo Zippo.-
La mente di lui torna con una facilità inconsueta a quei tempi, ricordi che tendeva a tenere nascosti, impenetrabili. Inizia a parlare con voce bassa ma comprensibile, mentre la mano continua ad accarezzare le gambe levigate e perfette di lei.
-All'epoca, fumavo sigarette che vedevo nei film noir francesi, Galoise Caporal... sai perché? Sul pacchetto c'è una frase affascinante: “Liberté Toujours” , “Libertà sempre”, ne hai mai fumate? Molto forti, senza filtro, mi atteggiavo ad un redivivo Che Guevara, ah... quanti sogni infranti! Poi... arrivò la corruzione della mente.-
La mano pian piano le scopre le gambe fino all'inizio coscia e lei, per fermarla, poggia una delle sue in un segnale di avvertimento: fino a lì può, oltre no.
-Vivere in latitanza ti fa diventare un animale, devi estremizzare i tuoi sensi, vivere di sensazioni. Dormire e mangiare quando puoi e non fidarti di nessuno. Naturalmente non ero solo, c'era una struttura, c'era chi ordinava e chi eseguiva...-
-Uccidesti ancora... vero? Chi?-
-Non c'era piacere a farlo all'epoca, quello venne dopo... molto dopo, ora provo piacere ad uccidere, sai? Quando uccido, e lo faccio bene, è come un orgasmo mentale, è come scopare... farsi una splendida e sensuale donna... come te.-
-Chi e quante furono le vittime?-
-Uomini simbolo del potere. Per finanziarci avevamo bisogno di molto denaro e compivamo delle rapine, in banche o gioiellerie, a volte si causava vittime innocenti... quanti? E chi lo sa...-
-Te lo dico io? Otto ne hai ucciso, otto.-
-Otto? Può essere, ma tu come fai a saperlo? Tiri a indovinare? Comunque... la cellula si sgretolò, come sempre il potere aveva le armi per difendersi, infiltrati e delatori. Alcuni furono arrestati e il resto disgregato e in fuga scomposta.
Riuscii a riparare in Francia, a Marsiglia, li c'era un contatto e a poco più di vent'anni, avevo due prospettive: presentarmi al centro arruolamento della Legione Straniera oppure cercare di arrivare in America Latina e lì, vivere nascosto.-
Ora la mano gli permette di avanzare un attimo verso l'interno coscia. Un premio? Un incitamento a continuare? Poi di nuovo la mano di lei.
-Fermati qui ora, facciamo due passi sulla sabbia bagnata. Adoro sentirla sotto i piedi. Levati le scarpe, vieni con me...-
Poco dopo sono sulla battigia e camminano assieme come una coppia normale, un uomo e una donna. Tornano, mangiano qualcosa e riempiono di nuovo il bicchiere che usano entrambi e ancora un'altra sigaretta accesa con lo Zippo.-
-E il sesso? Come era il sesso in quel periodo? Rapido, veloce? Un sesso di rapina come le uccisioni?-
-Per quanto possa sembrare assurdo c'erano delle ragazze, compagne, disposte a farlo con noi, a godere con e di noi e più spesso di quanto si possa credere. Dopo ogni azione si aveva il bisogno di stordirsi e si usava il sesso. Non alcol, non droga: sesso. Ogni volta in un luogo diverso e con compagne diverse, tutte pronte a contribuire con il proprio corpo alla causa. Si donavano completamente, non negavano nulla ed era una vera orgia, sesso fino allo sfinimento fisico, poi sparivamo noi e pure loro. Ognuno per la sua strada.-
-Hai voglia di continuare? Rimetti la mano dove era prima, anche un po' più in su, sei eccitato vero? Ricordare quella violenza ti eccita più e quanto toccarmi la coscia.-
-Vero... ma al momento è la tua pelle liscia come seta ad eccitarmi, si... ho il cazzo duro. Duro da scoppiare, mi fa male costretto com'è dal pantalone.-
-Lascialo lì ancora un po'... continua a raccontare.-
-Rimasi nascosto per un qualche tempo. La cosa della Legione non mi convinceva, cinque anni di ferma? Vero che ti garantivano l'anonimato e la sicurezza di non essere arrestato, ma quel tipo di vita? La disciplina ferrea? Non era per me... mi trovarono un cargo per Panama sul quale mi imbarcai clandestinamente, salvo presentarmi al comandante dopo la partenza e fui utilizzato come marinaio senza paga.
Scesi durante il passaggio nel Canale.-
Intanto la mano ha raggiunto la congiunzione fra fine coscia e inguine e si muove pianissimo, come se avesse paura di essere allontanata da quel paradiso.
-Hai la pelle di raso. E sai che sento il calore a due dita di distanza?-
-La mia fica è talmente calda e bella che non ha eguali, su continua nella storia... lo Zippo?-
-Lo Zippo era con me... logico, ora fumavo le Lucky Strike senza filtro, altrettanto micidiali delle Caporal, le “Luckyes... le Fortunate”. Cercai di sopravvivere, ma non era facile, la delinquenza organizzata in bande non permetteva nessun inserimento, quando ero al limite fisico delle forze trovai un contatto che cercava mercenari per il Nicaragua, accettai...-
-Meriti un premio... penetrarmi con le dita, solo un attimo... sentirai il mio bagnato... immergi le dita e poi portale al naso, annusale e... leccale...-
-Un odore così non l'ho mai sentito... mai! Eppure ne ho avute di donne! Fai ubriacare la mente, i sensi... ho voglia di leccartela, di impazzire fra le tue cosce!-
-Lo so cosa vuoi, ma abbiamo un patto. Devi dirmi tutta la verità.-
-In Nicaragua era un combattere senza speranza, i nostri avversari, avevano mezzi e denaro, noi qualcosa che veniva da Cuba e dal Venezuela. Era dura... molto dura, imparai l'uso delle armi da guerra, la guerra del mordi e fuggi, le uccisioni senza poter distinguere l'amico dal nemico. Lì iniziai a stordirmi anche con le droghe-
-E il sesso?-
-A volontà, non era necessario chiedere, si prendeva... a volte anche con la violenza...-
-Quanti morti in quel periodo?-
-Chissà... non so il numero... erano morti senza volto.-
-Sai che potrei dirti il numero esatto anche questa volta? Io so... io c'ero e tu, ne sei consapevole, mi vedevi ogni giorno... cercavi di perderti, ma io ero lì, con te.-
-Eri lì? Allora sai... che fummo sconfitti e mi ritrovai nuovamente allo sbando, ma avevo acquisito conoscenze ed esperienza. Iniziai a fare la guardia del corpo dapprima, poi, quello che faccio ancora oggi, uccido su commissione, sì...-
-... e sei il migliore. Il più scaltro. L'uomo invisibile. L'Ombra...-
-Sì. Sono tutto questo. Sono l'Ombra... e anche il più pagato.-
-Dimmi... sei ancora eccitato? Mi desideri sempre?-
-Si... si, voglio perdermi in te, nella tua fica profumata, sono eccitato, sì... ti desidero...-
-Raccontami dell'Ombra... dall'inizio... com'è nata la sua leggenda...-
Lei ha allungato la gamba fino a poggiare il suo piede sull'erezione di lui, gli massaggia il cazzo con lenti movimenti, con le movenze suadenti di una gatta, mentre lui continua a raccontare e accarezzarle il piede, prendendolo contro il suo inguine.
-Tiralo fuori...-
Ora il loro gioco è più determinato, sempre gestito da lei che cura di tenerlo perennemente eccitato, vuole sentirlo duro, nudo e caldo sotto l'opera del suo piede.
-Non venire... non venire...-
La mano di lui raggiunge l'inguine di lei, la tocca, preme le dita sul quel solco meraviglioso, accarezza leggermente il clitoride che sente straordinariamente turgido, poi ritira le dita e le porta di nuovo al naso, drogandosi del suo afrore.
-Continua a raccontare, liberati di ogni tuo ricordo...-
Lui passa da un episodio al successivo, senza nascondere nulla, meravigliandosi anche di quanto e come ricorda tutto vividamente. Poi, si blocca.
-Hai bisogno di un attimo di respiro, voglio farti sentire di cosa è capace la mia bocca...-
Si inginocchia tra le gambe di lui, abbassa la testa e inizia a baciarlo, leccarlo, bagnarlo con la propria saliva per poi introdurselo completamente in bocca. Lui si inarca spingendo l'inguine verso di lei. Un minuto solo e lei si stacca, tornando a sedersi.
-Hai sentito di cosa è capace la mia bocca ora: Io posso portarti alla follia...continua a raccontare, finisci la tua odissea.
Lui, ha molto da raccontare e nulla si dimentica, parla fino a terminare, ad arrivare al presente e alla fine si sente straordinariamente leggero.
-Hai visto? Siamo completamente soli. Per tutta la notte mi hai raccontato la tua storia... sei stato sincero e io ho preso la mia decisione. Vieni con me... Un'ultima cosa, lo Zippo è sempre stato con te?-
-Sempre. È stato il mio portafortuna.-
-Ma oggi l'hai perso...-
-E tu l'hai trovato... ed è... finita vero? La mia fortuna, il mio modo di vivere pericoloso, al confine, nascosto. Sei qui per portarmi via. L'accendino è stata solo una scusa. Sono l'Ombra. Il numero uno, ho giocato con te tante volte... ma ora non posso vincere... è così?-
Lei gli è di fronte, in piedi, gli tende la mano, invitandolo a seguirla. Gli sorride.
Lui rimane seduto sulla sua poltrona di vimini. Teme quella mano tesa e contemporaneamente sente la voglia di andare con lei, di sentirsi finalmente libero e leggero.
Pensa che in fondo, è stato fortunato. La sua morte, aveva le sembianze di una splendida donna. Si alza. Si incamminano insieme sulla riva.
-Hai guardato la morte in faccia così tante volte, che è diventata una consuetudine per te.
Credi davvero di aver capito chi sono?-
-Tu ... sei la morte... Hai detto di sapere quante persone ho ucciso con esattezza perché eri lì, sai tutto di me e sei.. pericolosa. Puoi essere solo la morte!-
-Pensaci... ogni medaglia ha due facce. Ricordi? Mi hai chiesto delle scarpe. Non posso averne. Il mio passo deve essere silenzioso. Io sono ovunque. Sono sempre stata anche con te, ma ad un certo punto hai smesso di vedermi. Hai iniziato a camminare sul confine e mi hai dato le spalle. Ma io c'ero, e sono qui per ricordarti chi sono.
Ti lascerò godere del mio corpo, non per darti l'oblio, ma per farti tornare alla vita.
Morire è semplice. Vivere richiede impegno, rischio, dolore.
Io sono la Vita.
Proverai un orgasmo talmente forte da farti dimenticare ogni cosa. Tornerai puro e potrai ricominciare da capo. Ma lo dovrai volere tu.
Ricordi la frase sul pacchetto? Quella che ti piaceva tanto? “Liberté Toujours” ... “Libertà sempre”. Sei un uomo fortunato e hai una seconda possibilità, se la vuoi.-
- Sì-
-Adesso vieni... Guarda l'orizzonte, la vedi quella linea sottile al confine del cielo? Un nuovo giorno sta nascendo ed è in questo tempo che mi avrai. Avrai tutta me... ti avvolgerò e ti donerò me stessa sulla sabbia, nel confine fra la terra e il mare, tra la notte e il giorno, tra il bene e il male, tra la vita e la morte... -
- Spogliati-
L'abito di lei scivola sulla sabbia frusciando. In mano il suo Zippo. È nuda. È bellissima. È Sua.
- Scegli...-
-Ho scelto...-
Camicia e pantaloni di lino bianchi, un uomo non più giovane e non ancora nel ciclo della maturità. Un viso vissuto con delle rughe intorno agli occhi. Occhi vividi, attenti, quelli disincantati di un cinico. Capelli scuri, spruzzati di grigio.
Il bar è proprio sulla spiaggia, poltroncine e tavoli di vimini su un pavimento in legno. Musica in sottofondo.
Una spiaggia di un isola in mezzo all'oceano, come posto di esilio e prigionia oppure, come nel suo caso, una possibilità di poter sparire fra un impegno e l'altro.
Il suo momentaneo buen retiro.
Prende il pacchetto di sigarette, ne estrae una e cerca l'accendino.
-Cercavi questo?-
Una donna. Una bella donna, ma di una bellezza strana, inconsueta, quasi inquietante. La sua pelle chiara, gli occhi neri come i capelli, il corpo sinuoso fasciato da un abito blu di cotone lungo fino alle caviglie, scalza.
Ha in mano il suo accendino, glielo porge.
La guarda. Non la conosce, ne è sicuro, eppure ha un qualcosa di familiare. Come è possibile? Una donna così non potrebbe averla dimenticata. No di certo!
-Grazie... devo averlo perso sulla spiaggia-
-E' un oggetto interessante il tuo accendino, un vecchio Zippo segnato dal tempo, graffiato, logorato, chissà cosa ha visto e vissuto...-
Mentre parla si accomoda di fronte a lui, non chiede permesso. Lo fa e basta e lo fissa.
-Se potesse parlare... forse, ma è un testimone muto.-
-Lui non può, ma tu sì. Avanti, raccontami di questo accendino, sono curiosa.-
-Forse lo farò o forse no, dipende da te. Ho voglia di una donna e tu sei splendida e sei sensuale-
-Io sono pericolosa. Posso bere dal tuo bicchiere? Niente ghiaccio grazie-
-Hai dei bei piedi. E le tue scarpe?-
-Perse? O forse... mai avute?-
-... e sei nuda sotto il vestito?-
-Si. Ho un bellissimo corpo, sai? Impazziresti per me.-
-Non impazzisco per una donna! Mai successo. Saresti una delle tante.-
-Però mi desideri, sento i tuoi occhi frugarmi, il tuo naso odorarmi, la tua mente scoparmi-
-Non lo nego. Ti desidero...-
-Facciamo una cosa, ora metto i piedi qui, vicino a te, non vuoi accarezzarli? Tu intanto mi racconti la storia dello Zippo e io poi decido...-
-Dello Zippo? Ma che storia vuoi che abbia? E' solo un oggetto!-
-E' il trait d'union fra te e me.-
-Hai dei piedi bellissimi...-
-Lo so, dovresti sentirli muovere sul tuo ventre... dai, inizia, dimmi come l'hai avuto.-
-Non lo so quando fu comprato né da chi, fu durante una manifestazione di piazza, una vita fa. Un modello unico, antivento, in uso alla marina e all'esercito americano. Era un oggetto cult. Ricercato, ambito, raro. Lo vidi in mano ad un antagonista, uno di destra, ricordo che lo colpii al capo e mentre stava cadendo lo presi.-
Lui avanza con le mani, dai piedi, risale sotto il vestito.
-Fermati lì, fino alle ginocchia! Poi?-
-Fammi capire... io ti racconto e tu poi... ti fai scopare?-
-Forse... dipende se mi dirai la verità e da come la dirai.-
-Come farai a sapere se ti racconto la verità?-
-Lo saprò e so anche che mi racconterai tutto, perché sono un'occasione unica per te, puoi riversare su di me tutta la tua amarezza, i rimpianti e i rimorsi, concordi? Su... prosegui, cosa accade dopo?-
-... successe quello che produsse tutto il resto. La vita dipende a volte da un singolo caso, sia nel bene che nel male, nel mio caso fu per il male.-
-Ti ascolto...-
-Disprezzavamo i simboli del potere, ma li usavamo, ricordi le vecchie bottigliette della Coca Cola? Simbolo odiato dell'imperialismo eppure erano e sono ottime se usate come bombe Molotov. Le riempi di benzina, uno straccio a tapparle, dai fuoco, lanci... e boom!-
-Capito... e quindi?-
-Lanciai e pur non avendone l'intenzione, il fuoco investì un uomo e poco dopo lui iniziò a correre tra le fiamme, fino a diventare una torcia.-
-Morì?-
-Si...-
-Fu il tuo primo?-
-Si, lui fu il primo...-
-Riempi il bicchiere, liscio... beviamo assieme e accendi due sigarette, vediamo se funziona bene questo Zippo.-
-D'accordo-
-Cosa hai fatto, dopo?-
-Latitante, una vita in fuga, una storia lunga...-
Il sole sta tramontando dietro la collina, la spiaggia si svuota, i pochi clienti del bar che di lì a poco avrebbe chiuso, si stanno godendo l'attimo di eternità che il sole regala in questa fase della giornata. Due soggetti così non passano di certo inosservati in un posto del genere e soprattutto, non passa inosservata lei, che ormai ha parte delle gambe scoperte con la mano di lui che le accarezza.
-Non ho fretta e so per certo che non ne hai neanche tu. Non oggi. Se da allora l'accendino, malconcio com'è, è ancora nelle tue mani e funziona, vuol dire che hai vissuto...-
-Quello che sto facendo sulle tue gambe non mi aiuta a concentrarmi nel racconto. Perché non ti fai scopare prima? Poi ti dirò ogni cosa...-
-Sto solo sentendo se ne vale la pena, di certo non sei il tipo che si perde in queste sottigliezze. Ogni cosa a suo tempo. Parla.-
-Sai? La pelle delle tue gambe è fantastica, calda e sto immaginando come sia all'interno delle tue cosce e intorno alla tua fica, ma non sono ancora convinto se tu ne valga la pena. Perché raccontarti tutto rischiando di rimanere deluso? E poi credimi. La vita del latitante, non è così interessante...-
La donna gli sta sorridendo attraverso il bicchiere portato alle labbra, ha incatenato i suoi occhi a quelli di lui e con lentezza dischiude le gambe come un invito a proseguire nella carezza.
-Sai benissimo che andrò oltre le tue aspettative, la tua crescente erezione ne è testimone... e poi non tentare di mentirmi. Quando si prova il gusto del sangue, è impossibile fermarsi. Dimmi come hai vissuto, come sei arrivato qui e a poterti permetterti una bottiglia così.-
-Ci vorrà tutta la notte. Ti stancherai ad ascoltarmi... scopiamo prima...-
-Tu sei scaltro, intelligente, pensi di sapere chi sono, vero? Io non mi stanco mai... non temere. Ti leggo dentro, so riconoscere la verità. Sii solo sincero e otterrai ciò che vuoi..-
-Si... temo, e in parte spero, che tu sia quella che penso.-
-Mi piacerebbe passare qui la notte... veder apparire le stelle... sarà senza luna... solo il manto stellato, una serie infinita di piccole luci di cui non è dato sapere quali brillano ancora e quali sono già morte-
-Ci basterà la bottiglia?-
-Fanne portare un'altra. So che qui preparano un'eccellente insalata di avogado, gamberi e angostura. Fai portare anche quella. Intanto, raccontami cosa ha visto e vissuto il tuo Zippo.-
La mente di lui torna con una facilità inconsueta a quei tempi, ricordi che tendeva a tenere nascosti, impenetrabili. Inizia a parlare con voce bassa ma comprensibile, mentre la mano continua ad accarezzare le gambe levigate e perfette di lei.
-All'epoca, fumavo sigarette che vedevo nei film noir francesi, Galoise Caporal... sai perché? Sul pacchetto c'è una frase affascinante: “Liberté Toujours” , “Libertà sempre”, ne hai mai fumate? Molto forti, senza filtro, mi atteggiavo ad un redivivo Che Guevara, ah... quanti sogni infranti! Poi... arrivò la corruzione della mente.-
La mano pian piano le scopre le gambe fino all'inizio coscia e lei, per fermarla, poggia una delle sue in un segnale di avvertimento: fino a lì può, oltre no.
-Vivere in latitanza ti fa diventare un animale, devi estremizzare i tuoi sensi, vivere di sensazioni. Dormire e mangiare quando puoi e non fidarti di nessuno. Naturalmente non ero solo, c'era una struttura, c'era chi ordinava e chi eseguiva...-
-Uccidesti ancora... vero? Chi?-
-Non c'era piacere a farlo all'epoca, quello venne dopo... molto dopo, ora provo piacere ad uccidere, sai? Quando uccido, e lo faccio bene, è come un orgasmo mentale, è come scopare... farsi una splendida e sensuale donna... come te.-
-Chi e quante furono le vittime?-
-Uomini simbolo del potere. Per finanziarci avevamo bisogno di molto denaro e compivamo delle rapine, in banche o gioiellerie, a volte si causava vittime innocenti... quanti? E chi lo sa...-
-Te lo dico io? Otto ne hai ucciso, otto.-
-Otto? Può essere, ma tu come fai a saperlo? Tiri a indovinare? Comunque... la cellula si sgretolò, come sempre il potere aveva le armi per difendersi, infiltrati e delatori. Alcuni furono arrestati e il resto disgregato e in fuga scomposta.
Riuscii a riparare in Francia, a Marsiglia, li c'era un contatto e a poco più di vent'anni, avevo due prospettive: presentarmi al centro arruolamento della Legione Straniera oppure cercare di arrivare in America Latina e lì, vivere nascosto.-
Ora la mano gli permette di avanzare un attimo verso l'interno coscia. Un premio? Un incitamento a continuare? Poi di nuovo la mano di lei.
-Fermati qui ora, facciamo due passi sulla sabbia bagnata. Adoro sentirla sotto i piedi. Levati le scarpe, vieni con me...-
Poco dopo sono sulla battigia e camminano assieme come una coppia normale, un uomo e una donna. Tornano, mangiano qualcosa e riempiono di nuovo il bicchiere che usano entrambi e ancora un'altra sigaretta accesa con lo Zippo.-
-E il sesso? Come era il sesso in quel periodo? Rapido, veloce? Un sesso di rapina come le uccisioni?-
-Per quanto possa sembrare assurdo c'erano delle ragazze, compagne, disposte a farlo con noi, a godere con e di noi e più spesso di quanto si possa credere. Dopo ogni azione si aveva il bisogno di stordirsi e si usava il sesso. Non alcol, non droga: sesso. Ogni volta in un luogo diverso e con compagne diverse, tutte pronte a contribuire con il proprio corpo alla causa. Si donavano completamente, non negavano nulla ed era una vera orgia, sesso fino allo sfinimento fisico, poi sparivamo noi e pure loro. Ognuno per la sua strada.-
-Hai voglia di continuare? Rimetti la mano dove era prima, anche un po' più in su, sei eccitato vero? Ricordare quella violenza ti eccita più e quanto toccarmi la coscia.-
-Vero... ma al momento è la tua pelle liscia come seta ad eccitarmi, si... ho il cazzo duro. Duro da scoppiare, mi fa male costretto com'è dal pantalone.-
-Lascialo lì ancora un po'... continua a raccontare.-
-Rimasi nascosto per un qualche tempo. La cosa della Legione non mi convinceva, cinque anni di ferma? Vero che ti garantivano l'anonimato e la sicurezza di non essere arrestato, ma quel tipo di vita? La disciplina ferrea? Non era per me... mi trovarono un cargo per Panama sul quale mi imbarcai clandestinamente, salvo presentarmi al comandante dopo la partenza e fui utilizzato come marinaio senza paga.
Scesi durante il passaggio nel Canale.-
Intanto la mano ha raggiunto la congiunzione fra fine coscia e inguine e si muove pianissimo, come se avesse paura di essere allontanata da quel paradiso.
-Hai la pelle di raso. E sai che sento il calore a due dita di distanza?-
-La mia fica è talmente calda e bella che non ha eguali, su continua nella storia... lo Zippo?-
-Lo Zippo era con me... logico, ora fumavo le Lucky Strike senza filtro, altrettanto micidiali delle Caporal, le “Luckyes... le Fortunate”. Cercai di sopravvivere, ma non era facile, la delinquenza organizzata in bande non permetteva nessun inserimento, quando ero al limite fisico delle forze trovai un contatto che cercava mercenari per il Nicaragua, accettai...-
-Meriti un premio... penetrarmi con le dita, solo un attimo... sentirai il mio bagnato... immergi le dita e poi portale al naso, annusale e... leccale...-
-Un odore così non l'ho mai sentito... mai! Eppure ne ho avute di donne! Fai ubriacare la mente, i sensi... ho voglia di leccartela, di impazzire fra le tue cosce!-
-Lo so cosa vuoi, ma abbiamo un patto. Devi dirmi tutta la verità.-
-In Nicaragua era un combattere senza speranza, i nostri avversari, avevano mezzi e denaro, noi qualcosa che veniva da Cuba e dal Venezuela. Era dura... molto dura, imparai l'uso delle armi da guerra, la guerra del mordi e fuggi, le uccisioni senza poter distinguere l'amico dal nemico. Lì iniziai a stordirmi anche con le droghe-
-E il sesso?-
-A volontà, non era necessario chiedere, si prendeva... a volte anche con la violenza...-
-Quanti morti in quel periodo?-
-Chissà... non so il numero... erano morti senza volto.-
-Sai che potrei dirti il numero esatto anche questa volta? Io so... io c'ero e tu, ne sei consapevole, mi vedevi ogni giorno... cercavi di perderti, ma io ero lì, con te.-
-Eri lì? Allora sai... che fummo sconfitti e mi ritrovai nuovamente allo sbando, ma avevo acquisito conoscenze ed esperienza. Iniziai a fare la guardia del corpo dapprima, poi, quello che faccio ancora oggi, uccido su commissione, sì...-
-... e sei il migliore. Il più scaltro. L'uomo invisibile. L'Ombra...-
-Sì. Sono tutto questo. Sono l'Ombra... e anche il più pagato.-
-Dimmi... sei ancora eccitato? Mi desideri sempre?-
-Si... si, voglio perdermi in te, nella tua fica profumata, sono eccitato, sì... ti desidero...-
-Raccontami dell'Ombra... dall'inizio... com'è nata la sua leggenda...-
Lei ha allungato la gamba fino a poggiare il suo piede sull'erezione di lui, gli massaggia il cazzo con lenti movimenti, con le movenze suadenti di una gatta, mentre lui continua a raccontare e accarezzarle il piede, prendendolo contro il suo inguine.
-Tiralo fuori...-
Ora il loro gioco è più determinato, sempre gestito da lei che cura di tenerlo perennemente eccitato, vuole sentirlo duro, nudo e caldo sotto l'opera del suo piede.
-Non venire... non venire...-
La mano di lui raggiunge l'inguine di lei, la tocca, preme le dita sul quel solco meraviglioso, accarezza leggermente il clitoride che sente straordinariamente turgido, poi ritira le dita e le porta di nuovo al naso, drogandosi del suo afrore.
-Continua a raccontare, liberati di ogni tuo ricordo...-
Lui passa da un episodio al successivo, senza nascondere nulla, meravigliandosi anche di quanto e come ricorda tutto vividamente. Poi, si blocca.
-Hai bisogno di un attimo di respiro, voglio farti sentire di cosa è capace la mia bocca...-
Si inginocchia tra le gambe di lui, abbassa la testa e inizia a baciarlo, leccarlo, bagnarlo con la propria saliva per poi introdurselo completamente in bocca. Lui si inarca spingendo l'inguine verso di lei. Un minuto solo e lei si stacca, tornando a sedersi.
-Hai sentito di cosa è capace la mia bocca ora: Io posso portarti alla follia...continua a raccontare, finisci la tua odissea.
Lui, ha molto da raccontare e nulla si dimentica, parla fino a terminare, ad arrivare al presente e alla fine si sente straordinariamente leggero.
-Hai visto? Siamo completamente soli. Per tutta la notte mi hai raccontato la tua storia... sei stato sincero e io ho preso la mia decisione. Vieni con me... Un'ultima cosa, lo Zippo è sempre stato con te?-
-Sempre. È stato il mio portafortuna.-
-Ma oggi l'hai perso...-
-E tu l'hai trovato... ed è... finita vero? La mia fortuna, il mio modo di vivere pericoloso, al confine, nascosto. Sei qui per portarmi via. L'accendino è stata solo una scusa. Sono l'Ombra. Il numero uno, ho giocato con te tante volte... ma ora non posso vincere... è così?-
Lei gli è di fronte, in piedi, gli tende la mano, invitandolo a seguirla. Gli sorride.
Lui rimane seduto sulla sua poltrona di vimini. Teme quella mano tesa e contemporaneamente sente la voglia di andare con lei, di sentirsi finalmente libero e leggero.
Pensa che in fondo, è stato fortunato. La sua morte, aveva le sembianze di una splendida donna. Si alza. Si incamminano insieme sulla riva.
-Hai guardato la morte in faccia così tante volte, che è diventata una consuetudine per te.
Credi davvero di aver capito chi sono?-
-Tu ... sei la morte... Hai detto di sapere quante persone ho ucciso con esattezza perché eri lì, sai tutto di me e sei.. pericolosa. Puoi essere solo la morte!-
-Pensaci... ogni medaglia ha due facce. Ricordi? Mi hai chiesto delle scarpe. Non posso averne. Il mio passo deve essere silenzioso. Io sono ovunque. Sono sempre stata anche con te, ma ad un certo punto hai smesso di vedermi. Hai iniziato a camminare sul confine e mi hai dato le spalle. Ma io c'ero, e sono qui per ricordarti chi sono.
Ti lascerò godere del mio corpo, non per darti l'oblio, ma per farti tornare alla vita.
Morire è semplice. Vivere richiede impegno, rischio, dolore.
Io sono la Vita.
Proverai un orgasmo talmente forte da farti dimenticare ogni cosa. Tornerai puro e potrai ricominciare da capo. Ma lo dovrai volere tu.
Ricordi la frase sul pacchetto? Quella che ti piaceva tanto? “Liberté Toujours” ... “Libertà sempre”. Sei un uomo fortunato e hai una seconda possibilità, se la vuoi.-
- Sì-
-Adesso vieni... Guarda l'orizzonte, la vedi quella linea sottile al confine del cielo? Un nuovo giorno sta nascendo ed è in questo tempo che mi avrai. Avrai tutta me... ti avvolgerò e ti donerò me stessa sulla sabbia, nel confine fra la terra e il mare, tra la notte e il giorno, tra il bene e il male, tra la vita e la morte... -
- Spogliati-
L'abito di lei scivola sulla sabbia frusciando. In mano il suo Zippo. È nuda. È bellissima. È Sua.
- Scegli...-
-Ho scelto...-
L'ombra
della luce.
...dal
libro tibetano dei morti...
Per
l'antico testo buddhista la zona dove si permane dopo morti prima di
reincarnarsi...
https://www.youtube.com/watch?v=E8jo7DBxaos
https://www.youtube.com/watch?v=E8jo7DBxaos
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