giovedì 31 gennaio 2019

RUN, BABY, RUN...

Pubblico con piacere un  racconto di Luce del 2017,
racconto che trovo molto erotico.



Sono abitudinaria. 

Con gli anni, poi, le consuetudini sono cambiate, assecondando i ritmi di vita.
Ho imparato a correre e a prendermi il tempo, per farlo. Si corre per raggiungere, si corre per scappare, anche.
Io corro e basta.
Di solito approfitto della pausa. Due ore sono sufficienti per sfogare e ricaricarsi.
Lho fatto anche ieri, ma qualcosa era diverso. Mi sentivo stranamente eccitata, non so, forse il sole, la temperatura bollente, avevo la pelle in tensione.
Mi sentivo fremere, di voglia, nello svestirmi, nello sfilare gli abiti d ufficio, nell'indossare quei leggins al ginocchio, così aderenti sui glutei da non esserci e la canotta nera. Adoro le scollature tonde, con il seno che ci si accoccola morbido dentro.
Mi piace raccogliere i capelli, ma non tutti.
L'immagine scomposta è naturale ed erotica. Correre e restare vagamente ipnotizzata dalle ciocche che picchiettano sugli occhi, mentre sento i glutei indurirsi man mano che macino asfalto. Il sudore che cola dalla fronte e imperla il decolté scivoloso e lucido.
Sudata e sexy; avessi uno specchio mi vedrei così e l'idea mi piace.
Solito percorso, piuttosto affaticata arrivo nei pressi dello spiazzo semi-ombreggiato, dove mi fermo a far sosta per recuperare fiato. Per un certo periodo di tempo, avevo scorto una Renault Clio grigia ed una signora di mezza età dall'aria piuttosto distinta. In attesa. Di cazzo, sicuro. Capelli corti, biondo cenere, e bocca serrata attorno ad una sigaretta. Sempre così, con l'aria ansiosa di chi freme, impaziente di godere. Ho immaginato i suoi incontri con l'amante, ho immaginato che scopassero esattamente li, consumando le loro pause pranzo per mischiare sborra e sudore.
Mentre svaniscono questi pensieri, rallento e noto che oggi c'è una macchina diversa al solito posto.
La cosa non so dire se mi turba o se, piuttosto, mi eccita.
Mi sembra ci sia qualcuno dentro. La macchina ha il classico movimento sussultorio da scopata.
Intravedo un viso, oh... si! Penso è quello di una donna, incollato al finestrino posteriore.
Ritmicamente le guance si spalmano contro il vetro. Ha la pelle chiarissima, circa trent'anni e boccoli lunghissimi rosso mogano.
Alle sue spalle, il torace di chi se la sta montando.
La situazione è tosta, penso che sarebbe meglio tornare indietro, non farmi vedere.
Però, chi se lo sarebbe aspettato? Che spettacolo, voglio guardare. Sono uscita per questo, oggi.
Si, voglio eccitarmi spiandoli. Rubando quello che mi danno, briciole di piacere e schizzi di sborra destinata a lei e non a me.
Ho ancora un tratto da fare per accostare l'auto, voglio alimentare la curiosità, rallento il passo, per gustare tutto quello che poco alla volta percepisco di ciò che accade nell'abitacolo.
Lei urla, e forte anche, se da quella discreta distanza sento già suoni ovattati, oltre i finestrini chiusi. Distinguo i gemiti.
La bocca è socchiusa e continua a sbattere ritmicamente sul finestrino, leccandolo appena ogni tanto.
Inarca la schiena, la testa si reclina, i capelli cadono sul seno. Dalla distanza in cui sono, sicuramente è nuda fino alla vita.
Ha seni stupendi, grandi, sodi, rimbalzano a tempo. Ha capezzoli rosa, areole grandi che si appiattiscono al vetro ad ogni colpo che riceve.
Ci sta dando forte lui, perché il ritmo, a giudicare dal movimento del diavolo rosso, è aumentato.
Sono ormai a pochi metri da loro. Ora riesco a vedere bene anche lui, è moro, muscoloso, ha il petto definito. Capelli corvini, sopracciglia folte, occhi chiusi. Chissà quanto sta godendo l'animale.
La sta pompando da dietro, la sovrasta.
Oh... cazzo! Basta un attimo e spalanca gli occhi. Mi vede, mi punta, mi sento penetrata dallo sguardo di lui, che monta lei.
La sta sbattendo con tutti i crismi.
Invidio entrambi, si cazzo, anche lui, lei è di un bianco splendente, sembra porcellana.
Se ne sta lì a gemere, con quel mantello di capelli rossi, ha le gambe completamente spalancate (è tutta nuda, ora la vedo bene) e offre il culo con movimenti decisi ma aggraziati. Chissà quanto le cola la figa. Starei sotto quel rubinetto a bere.
Sempre fissandomi, le afferra i seni tra le mani. Sono enormi, glieli stringe con forza, tira quei capezzoli che diventano ancora più grandi. Sono così turgidi per l'eccitazione che potrebbero forare il vetro.
La sento urlare come un ossessa.
Le afferra i capelli e la strattona. Le dice qualcosa, non riesco a decifrarlo leggendo il labiale, lei si gira.
Glielo prende in bocca. Subito. La sua testa oscilla.
Sono poco oltre il finestrino, ipnotizzata da questi due animali che si montano in una gabbia di lamiera.
Sono messi di lato e mi offrono uno spettacolo incredibile.
Li guardo senza pudore, vorrei implorarli di farmi entrare, ma distoglierli da quel delirio sarebbe peccato.
Glielo sta succhiando, ha un ritmo cadenzato.
Lo ingoia parecchio; quel diavolo rosso, oltre ad essere bellissimo, ha una gola molto profonda.
Lui ha un cazzo enorme, si notano addirittura le vene.
Invidio ancora lei, è lucido e duro. Fiero. Entra ed esce dalla sua bocca, mentre lei ogni tanto lo lecca ingorda. Dallo scroto alla cappella, la lingua è enorme.
E poi ancora dentro e fuori, di continuo, lei va sempre più veloce. Sembra voglia mangiarlo.
Lui ha entrambe le mani sulla testa e la spinge con forza sul cazzo, non gli basta quanto in fondo lo sta ingoiando.
Sono ferma, eppure ho il battito accelerato. Mi accorgo che fatico a respirare e schiudo le labbra.
Ho sete, la gola secca. Ho bisogno di godere.
Sto impazzendo. Pochi passi e incollo i palmi aperti come ventose al finestrino. Sono li, davvero, e l'auto è infuocata.
Lui non si scompone, mi fissa a momenti, lei ... Dio se lo fa bene.
Sento colarmi sesso nell'interno coscia. Sudo sesso ovunque.
La incita ad aumentare ancora il ritmo, per sborrare. Il petto si gonfia, ha la bocca spalancata per prendere aria, trema.
La spinge via, la bocca di lei si stacca, inizia a segarsi. Ha il cazzo che cola saliva. Il diavolo rosso è pronto, lingua stesa. Pochissimi colpi e fiotti di sborra schizzano ovunque.
Ecco, si. Godo così, come una ladra. Mi accovaccio quanto basta, appoggio le labbra al vetro e lei fa lo stesso, guardandomi.
Comincia a leccare gli schizzi, stende la lingua. Faccio lo stesso, mimiamo di condividere la sborra di lui.
Mi tocco tra le cosce, il clitoride pulsa, è enorme. Durissimo. Lo pizzico, ansimo, il respiro appanna il vetro, sbavo come in preda ad una convulsione dei sensi. L'orgasmo è una scarica elettrica. Stringo le cosce, di riflesso e mi accascio. Vengo e svengo.
Solo i miei restanti mugolii in sottofondo, che salutano il rumore dell'auto ormai lontana.

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