sabato 19 gennaio 2019

AMICHE. (1)



Amiche.

-Per me quel ragazzo non scopa, è questo il motivo di tutta la sua aggressività….
Claudia la guarda attenta, le ha appena raccontato di come Vic sia stato escluso dalla squadra di palla-nuoto per atteggiamento violento e anti sportivo, purtroppo non è l’unico segno d’intolleranza, ha aggredito un insegnante d’educazione fisica che gli aveva fatto delle osservazioni, solo l’intervento della madre e diecimila euro dati al malcapitato per attenuare l’orgoglio ferito, aveva evitato la denuncia e l’allontanamento dalla scuola.

Aggiunge ancora a sostegno della sua tesi:
-Nelle comunità dei gorilla di montagna dello Zaire, quando il maschio dominante diventa troppo aggressivo, le femmine del gruppo gli mostrano le terga e lo fanno scopare fino a che non diventa docile come un agnellino…-.
Si alza e prende a girare per la stanza imitando scherzosamente l’andamento di una gorilla, le mostra il sedere.

-Mi fai morire… Sara…-.
-E allora…? Siamo noi le femmine della sua comunità, siamo noi che gli dobbiamo mostrare le… terga e farlo scopare fino allo sfinimento…!-.
Claudia scoppia in una risata irrefrenabile, Sara la imita.
-Se fosse necessario, lo farei anche! Sai che non ho di queste… inibizioni, ma lui mi sfugge…-.
-Bella mia! Ci penso io… o quantomeno ci provo, ha un debole per me e io per lui…-.
Quanto è vero! In un attimo lo rivede bambino, fino ai dieci… forse undici anni, a volte dormiva con lei mentre sua madre era in viaggio e se lo portava a letto e se lo stringeva, il suo ometto, lei nuda e lui nudo, e la palpeggiava interessato e lei che lo prendeva in giro. E ancora, quando da piccolissimo gli dava i suoi capezzoli senza latte da suggere, e lui succhiava e masticava con la sua boccuccia senza denti fino a farli diventare come dei lamponi.

Vi chiederete che razza di rapporto esista fra loro due, ebbene… sono amanti, e lo sono da quando frequentavano il collegio, è vero che non c’è più la passione di quei bei tempi, ma ogni tanto trovano degli stimoli per rinfrescare la loro relazione, Claudia viaggia di continuo, compra e vende stoffe per l’alta sartoria, specialmente in oriente, Sara dirige la casa editrice di proprietà della sua famiglia. Ai bei tempi hanno convissuto, ma ora abitano separate.
E Vic?
Lo hanno cresciuto assieme, lei lo ha avuto da una relazione con uomo conosciuto in Marocco, una “loro” relazione con un americano bellissimo e tenebroso, era nata un’attrazione fatale e una focosa relazione a tre, prima un soggiorno a Tangeri e poi un giro nel deserto. E’ da raccontare questa avventura, comunque successe che Claudia non usò le dovute precauzioni e rimase incinta. Non volle interrompere la gravidanza e divenne madre a vent’anni e il bambino diventò il loro bambino, andava con loro all’università e lo mostravamo fiere come segno del loro anti convenzionalismo.

-Va bene, lo cerco al telefono e vedo di risolvere la questione…-.
-Sei un tesoro! Io devo partire per Parigi…-.
Lo trova a casa dopo svariati tentativi.
-Vic… mi stai proprio trascurando! Non vieni più a trovarmi! Vieni a cena da me? So che sei solo, prenditi la serata libera, dovrai farmi un po’ di compagnia…-.
Suona e gli apre, dio… che bel ragazzo è!
Tutto suo padre, alto, bruno e slanciato, spalle larghe e fianchi stretti, un culo da sballo, due occhi profondi di color verde scuro.
Lo rimorchia trascinandolo fino al divano fino al divano e se lo guarda.
Lui ricambia lo sguardo senza timidezza.
-Vic… ho nostalgia di quando eri piccolo, ti ricordi quando dormivi con me… qui a casa mia?-.
-Altroché!-.
-E dormivamo nudi… ti ricordi? E come ti eccitavi! Il tuo uccellino si rizzava…-.
-Anche a te non dispiaceva, mi ricordo che avevi i capezzoli duri come noccioline….
-E’ vero, beh… spero che tu sia cresciuto da allora, si… intendo sotto…-.
Lui ridacchia.
-Beh… chi lo usa non si lamenta…-.
-Mi stai facendo incuriosire… sono in molte ad… usarlo?-.
-In verità al momento non lo usa nessuno, sono un po’ in crisi…-.
-In crisi…? Hai sempre avuto frotte di ragazze che ti sbavavano dietro…-.
-Eh si…! Ma poi è successo che…-.
-Dai continua…-.
-E un po’ lunga…-.
-Ma dai! Non farti pregare, abbiamo tutta la sera e anche dopo…-.
-Tempo fa… mi sono messo con… un ragazzo, e da lì sono cominciati tutti i miei guai…-.
-Un ragazzo…? Una roba tipo… omo?-.
-Boh…! Lui si… ma io no…! Credo di essere bisessuale, almeno spero… ora sono un pò confuso…-.
Lei fa un sospiro di sollievo, bisessuale si…! Questo va bene! Ma gay no…! Perdere un esemplare del genere… sai che peccato!
-Su continua, raccontami il resto…-.
-E’ iniziato una sera, lo conosco ad una festa, mi invita a casa sua… ci vado, prepara una canna da sballo, fumiamo e per farla breve me lo trovo davanti in ginocchio che mi sta facendo, beh… scusami… non so se posso usare dei termini un po’… crudi? Così non sto a pensare, sempre non ti dia fastidio…-.
-Ma no…! Parla come mangi… non si dice così? E poi parlavamo così anche noi alla tua età…-.
-Va bene, allora… mi sta facendo un pompino super… una cosa eccezionale e lo prende tutto, ma proprio tutto fino in gola, due minuti e vengo come una fontana e lui ingurgita…-.
La sta facendo bagnare…
Attende che continui, lo sprona.
-E dopo…?-.
-Durante la notte lo prendo, insomma… ma si! Lo… inculo per due volte, ha il sedere di una femmina, ma non fa le storie che fate voi per prenderlo dietro…-
-Non sempre è piacevole, c’è anche da considerare la situazione… e le… dimensioni dell’attrezzo, forse il tuo è minuscolo e l’efebo è abituato… o tutte due…-.
-E’ abituato… è abituato, e io non ce lo proprio minuscolo…-.
-Continui a incuriosirmi, su raccontami il resto, cosa fate ancora…?-.
Si accorge che lei è eccitata?
-Per la prima volta prendo in bocca un… cazzo, e mi piace, però questo mi sconvolge un po’…-.
Il suo racconto la coinvolge tanto che non ha nessun riserbo a chiedergli maggiori dettagli.
-E come è…? Si, intendo il suo…-.
-Il suo cazzo? Lungo… non grosso, e leggermente rivolto verso l’alto, scappellato…-.
La guarda sorridendo.
-Va bene Sara? Altri particolari?-.
-Dai…! Non fare il cretino Vittorio, lo vedi che mi intriga… raccontami tutto bene, coi dettagli… quindi l’hai preso in bocca e quando è venuto… cosa hai fatto?-.
-L’ho fatto venire sul petto e poi gli ho fatto leccare tutta la sua sborra…-.
-Non hai provato a prenderlo anche tu nel…-.
-Nel culo? No, non quella notte, una volta è successo in seguito, è che non mi entusiasma…-
-Vedi…? Non sempre è piacevole…-.
-Questo è accaduto circa tre mesi fa, e da quella sera è iniziato il casino, lui inizialmente mi piace… tanto che mi sono un po’ infatuato di lui, ma poi…? Mi accorgo che è pazzo, si scopa tutti quelli che glielo chiedono, è una vera ninfomane, no… quale è il termine esatto per un maschio…? Satiro…? No… quelli non lo prendono in culo, lo mettono! Comunque diventa un incubo la sua gelosia, mi fa un casino dietro l’altro, scenate con i miei amici, scenate con le ragazze con le quali scambio due parole, in breve divento lo zimbello della scuola, e quando quel coglione di professore ammicca e mi prende per il culo, non ci vedo più e lo stendo, ben per lui che me l’hanno tolto dalle mani, è da allora che mi va tutto a rovescio…-.
-E hai continuato a frequentarlo…? Si… intendo l’efebo…-.
-Ora non ne voglio più sapere, a volte ne ho voglia… di lui intendo, ma è un tale pazzo…!-.
-E cosa è successo quando ti sei fatto… ehm…-.
-Inculare? Non puoi dirlo chiaramente…?-.
-E va bene, lo dico! Quando ti sei fatto inculare! Va bene?-.
-Almeno non sono il solo a dire cazzate, beh qualche giorno dopo il primo incontro ho la curiosità di provare, mi preparo per bene… è bello duro, teso come un bastone, prendiamo della vaselina e provo… fa un po’ di fatica… non sono abituato e ci si dovrebbe rilassare e spingere come per… evacuare, comunque entra e comincia a montarmi, provo fastidio ma non dolore, dicono che si gode ma a me non succede, mi riempie e devo correre in gabinetto, mi fa l’effetto di un clistere, si… insomma... nada, a lui piace prenderlo a me no, per quanto mi riguarda è meglio riempire che farsi riempire…!-.
-Ma insomma mi sembra di capire che un bel po’ che non scopi…-.
-Un bel po’… una ventina di giorni, no… un mesetto…-.
-Avevo ragione…-.
-Di cosa stai parlando…?-.
-Ho detto a tua madre che sei così aggressivo perché non scopi abbastanza ed è vero…-.
-E tu e mamma parlate di queste cose…?-.
-Certo… e abbiamo anche pensato al rimedio… ora tornando a tuo bisogno di scopare…-
-Certo che servirebbe un anima buona che se la sentisse di alleviare i miei tormenti…-.
-L’anima buona la possiamo anche trovare…-.
-Ed è qui vicino?-
-Vicino… vicino…-.
-Sarebbe veramente la buona samaritana…-.
-Prima di impegnarsi in opere di bene… la buona samaritana vuole verificare la qualità e la sostanza, si… insomma, se vale la pena di darsi da fare…-.
-Nessun problema! La buona samaritana sarà più che soddisfatta…-.
-Descriviti un po’, dai che mi fai venir voglia di… fare del bene…-.
-La cosa da… beneficare… è lungo e grosso…-.
-Dicono tutti così…! Poi hanno un cazzetto minuscolo…-.
-Cazzetto minuscolo…? Ora ti faccio vedere…-.
Si alza in piedi, si toglie polo e mette in mostra un busto magro e muscoloso, spalle larghe da nuotatore, poi seguono le scarpe, jeans e slip, le volge la schiena e lei ammira le natiche, che culo da favola! Si gira… e TOMBOLA! Un cazzo da concorso! Lungo… a occhio… oltre una ventina di centimetri, grosso e con la cappella completamente libera dal prepuzio, lucida e congestionata, l’asta ricoperta da vene in rilievo e lo scroto raccolto e quasi privo di peli!
-Accidenti…-.
-Visto…? Che ne dice la buona samaritana…?-.
-Non vede l’ora di cominciare a fare opere di bene…-.
-Oh… Sara, hai idea di quante seghe mi sono fatto pensando a te?-.
-Veramente…? Perché non sei venuto da me, ti avrei aiutato…-.
Si alza e inizia a togliersi le poche cose che indossa.
-Dio… Sara…! Che gran figa che sei! Sei la più bella donna che ho mai visto!-.
-Davvero? Ma che carino sei!, Dai… fammi vedere come ti facevi pensando a me. Mi scopavi…? Cosa immaginavi di farmi…?-.
-Di tutto…! ho sognato di farti di tutto…-.
-Su… dimmelo che mi fai bagnare…-.
Si comincia a menare il largo cazzo, copre e scopre la grossa cappella congestionata.
-Girati, fammi vedere il culo, sei bellissima…! Si…! Nelle mie fantasie ti facevo di tutto e finivo per mettertelo fra le chiappe…-.
-Maiale! Sei un maiale! Alla fine lo vuoi sempre infilare nel culo, è meglio il mio o quello del tuo amichetto?”.
-Dal punto estetico il tuo, per il resto dovrei verificare…-.
-La competizione mi eccita sempre, vieni qui vicino…-.
Si siede sul divano, gambe aperte e lo fa avvicinare finché il suo cazzo è a pochi centimetri dal suo viso, la prende fra le mani, l’accarezza, passa le dita sulla sua cappella liscia e calda, strofina il bordo della cappella prima dell’asta, quanto è grossa! Passa ripetutamente le mani su tutta la sua lunghezza, raggiunge lo scroto, manipola i coglioni duri e grossi come castagne, accarezza il tratto perineo e forza le natiche fino a raggiungere il suo buco del culo.

Lui spinge la verga verso la sua bocca e lei l’accoglie.

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