sabato 7 aprile 2018

IL CACCIATORE DI FANTASMI. LA CASA DELL'IMPICCATO. 5° Ep.


Magari avessi un fantasma in casa! Un tipo ordinato che magari fa ordine perché casa mia è nel casino più assurdo. Devo lavare una tazza che prendo dal cumulo di stoviglie sporche, la macchina espresso è senza acqua e a momenti va a fuoco. Poi… infine con il caffè in mano (fa schifo… chissà se l’architetta sa cucinare?) mi sdraio e prendo il primo foglio…

“Mi chiamo Jeronimus Gregorius Pallaus, nella mia vita terrena sono stato il notaio del Vescovado di Brixia, Orobii e Insulari. Nato, sono nato nella lontana terra di Fiandra ma la mia famiglia si è quivi trasferita subito dopo la mia nascita. Passavo parte del mio tempo nella città di Brixia, ma appena potevo raggiungevo questo luogo ameno, con la vista sul lago, dove ritrovavo la mia serenità. Il tempo, il mio tempo è quello susseguente al Concilio di Trento, avvenimento d’importanza enorme che cambiò completamente il nostro modo di vivere. Scrivo quanto segue in lingua volgare ben consapevole che voi, voi che mi leggete non siete usi alla lingua nobile del latino…”

Nooooo. No… ragazzi!
No. Non vorrete che per soddisfare la vostra curiosità io riporti qui le duecento pagine scritte da questo grafomane! No, no…! Facciamo una cosa, io leggo e poi vi faccio un riassunto molto succinto, va bene? Prometto che le cose importanti ve le dico.
Lo leggo… è noioso, prolisso. Ci metto tutto il giorno.
Lei telefona.
-Sei vivo? Dovevi chiamarmi…-
-Ho letto…-
-E…?-
-Abbiamo il modo per liberarcene ma dovremo fare alcune cose...-
-Cose? Che cose?-
-Preferisco parlartene di persona… non dobbiamo andarci stasera…-
-Non puoi lasciarmi con questa curiosità! So dove abiti, mi sono informata… ora arrivo…-
-Fermati da qualche parte e porta un paio di pizze, patatine, birra… ho fame…-
-Si… padrone…-
Suona e apro.
Si ferma sbigottita mentre si guarda intorno allibita.
-Dioooooooo! Ma che è…? Dovevo portarmi mascherina e guanti da chirurgo. Qui è tutto di una sporcizia incredibileeeeee!-
-Lascia perdere. A proposito… sai cucinare?-
-Io? Neanche un uovo so fare, ma ho la mia colf che sa fare tutto!-
Ti pareva! Che vi dicevo? Donna viziata.
-Su… porta quelle pizze e vieni di là… -
Il di là è la mia camera da letto, la mia intenzione è di mangiare le pizze sul letto. Con le mani.
-Ma da quando non cambi le lenzuola? E… non apri una finestra?-
Eccole! Come mettono piede in una casa di un uomo solo già vorrebbero insediarvici come padrone! Figurarsi!
Intanto ha posato le pizze sul letto e ha preso a spogliarsi.
-Che fai?-
-Mi sto spogliando… vogliamo far qualcosa prima di parlare del fantasma, no?-
Finisce che le pizze le mangiamo fredde. La bacio, ma solo perchè ha portato la salsa chili per le pommes frites, gran donna! Per non parlare dei dolcetti nauseamente unti ma buonissimi? Ci lecchiamo a vicenda le dita deliziosamente coperte da zucchero a velo.
Ho dimenticato qualcosa? Cosa abbiamo fatto prima delle pizze?
Lascio fare a lei.
Mi cavalca con la furia di una valchiria. Sono in piena sinfonia Lohengrin e il Santo Graal lo trovo nel mio orgasmo, nel senso metaforico intendiamoci.
Come? Mentre si lascia cadere con forza sul mio pene duro le strizzo così ferocemente i capezzoli che nei suoi orgasmi trema tutta! Urla che… mai ha goduto così! Non vi dico che piacere guardare nello specchio il movimento dei suoi glutei! Diooo! Quel sobbalzare di natiche’? Il suo culo che sembra vivo?
Poi… le pizze come vi ho detto.
Mangiamo mentre mi stuzzica con la mano…
-Cosa mi fai oggi di porco?-
-Prima o dopo la cosa del fantasma?-
-Mmmh… dopo. Devo soddisfare la mia curiosità, a volte è tanto impaziente che è pari alla mia voglia…-
-Bene… allora ora stai buona e zitta e ascoltami fino in fondo…-
(Ascoltate anche voi…)
-Il fantasma… cioè lui da vivo era quanto di più perverso potesse esistere e vivere con gli alti esponenti del clero non lo aiutava certo. Al di fuori un candido mantello di probità e bontà e dentro? Un’anima nera. Diabolica.
Inizia presto, studia a Bologna, alla più antica università d’Italia, poi diventa funzionario della chiesa.
Ha una debolezza, è un libidinoso, un sadico.
Fa come altri nella sua condizione, trova sfogo con fanciulle che di volta in volta preleva dai vari conventi del circondario, ragazze di 12 o 13 anni, orfane o figlie di prostitute che sono abbandonate neonate sulle porte di questi conventi. Lui le chiede come domestiche. Poi... le usa come giocattolo erotico. E’ violento. A volte le tortura fino a sfigurarle. Stanco di loro le scaccia da casa e si disinteressa.
Nella sua casa ha una stanza appositamente adibita per il suo divertimento, dove le lega e le sevizia.
-Che schifo! E le ragazze mai che trovavano la forza di ribellarsi?-
-No… gli erano succubi. Conosci la dipendenza delle vittime al loro carnefice, no? Questo era una cosa così… fammi continuare…
…quindi questo seguitava senza interruzioni. Due sole volte successe qualcosa di diverso e questo in circostanze molto vicine fra loro, come tempo. Due ragazze restarono incinte. Lui… in questi soli casi, consegnò le ragazze gravide ad un convento dove aveva molto ascendente sulla badessa. Le ragazze furono segregate e partorirono lì. Poi furono scacciate. I bambini restarono nel convento ad alimentare quel flusso di persone da sfruttare.
Restarono molte altre incinte di lui, ma lui modificò il suo atteggiamento, ora le faceva abortire, causava a volte lui stesso l’aborto con percosse e violenze poi le metteva alla porta. Sempre se rimanevano vive. Se morivano, lui nascondeva sia il corpo della madre sia il feto dietro una parete, in un vano segreto. Nel suo scritto le enumera tutte, tutte quelle che fece morire così. Moltissime.
-Mi è passata la voglia… è una cosa terribile… ma continua…-
-…la sua libidine non aveva confine, ora prendeva dai vari conventi anche maschi. Ragazzi. Questi subivano le stesse attenzioni delle femmine. A volte erano più riottosi delle loro compagne di sventura ed erano puniti severamente, alcuni eliminati. Passarono gli anni e nulla cambiava. Poi…-
-Poi? Su… continua… continuaaaaa…!-
-Ho sete, vado a bere…-
-Stai li fermo… vado a prenderti io da bere. Che vuoi?-
-Devo andare anche a pisciare… vuoi… puoi fare anche questo per me…?-
-Mmmmhhh… posso tenerti il cazzo mentre pisci? Ti pregoooo!-
In bagno dobbiamo fermarci un bel po’. Il suo maneggiamento ottiene quello che si può chiamare una reazione naturale, detto in parole povere me lo fa diventare duro. Ci applichiamo per un bel po’ nell’usare diversamente tutti gli apparati igienici del bagno stesso. Diversamente dal loro uso comune per intenderci. Insomma scopiamo sul lavabo, sul wc, sul bidet, nella vasca, sulla lavatrice (rotta) e anche per terra.
Torniamo sul letto.
-Su continua… ho fame… dopo usciamo… riesci a farla corta sta storia?-
-…ci provo… passarono anni e lui cercò nuove cose per eccitarsi, un ragazzo e una ragazza assieme, coetanei. Voleva assistere ai loro amplessi, riuscire a farsi complice il maschio per torturare la femmina o viceversa. Si recò quindi al solito convento e la badessa, la medesima, gli consegnò due ragazzi. Molto belli. Visse così anche questo periodo, si accorse che iniziava a provare una strana attrazione per i due giovani, una cosa inspiegabile, che comprese quando la badessa gli rivelò che erano i bambini diventati ragazzi che lui stesso aveva confinato in convento. Erano i suoi figli. Fra i quali era nato un forte amore reciproco e per contrasto, un odio feroce verso di lui. Arrivarono a cospirare di ucciderlo e una notte, mentre dormiva, lo tramortirono a colpi di bastone, poi usarono un gancio esistente nel loculo per impiccarlo, fu ucciso dai suoi figli e da allora che non trova pace.
-Perché ha questa reazione quando qualcuno fa sesso in quella casa?-
-Probabile che abbia sorpreso i due ragazzi ad amarsi…-
-Che vuole da noi?-
-Hai visto quel segno che ha fatto sulla parete? Quella X…? Dietro quel muro ci sono i resti di tutti quelli che ha ucciso e tumulato lì e anche i suoi. Vuole che prendiamo i resti e li seppelliamo in un cimitero…-
-Tu mi prendi in giro…. Non ci posso credere! Io non farò mai e poi mai una cosa simile! Ho un limite, io! Nooooo!-

-Tu sei architetto. Ti procuri un demolitore, sai di cosa parlo, vero? Lo prendi da qualche ditta che conosci, poi io e te demoliamo la parete, mettiamo quello che troviamo in un sacco nero d’immondizia e cerchiamo un cimitero adatto, quindi una vanga, facciamo una fossa e addio fantasma! SPARISCE! Va dritto dritto all'inferno!-

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