Il
tavolo da biliardo
Era
una serata un po’ diversa dal solito, a cena dai tuoi amici, amici
che non avevo ancora conosciuto. La loro casa in fondo alla valle, ci
mettemmo quasi due ore per arrivare, ricordi?
La
primavera inoltrata si faceva sentire nell’aria frizzante, nei
colori che ci circondavano e iniziavano a riempire ogni angolo di
terra.
Al
solito i nostri viaggi in macchina sono allegria, eccitazione, non
perdiamo mai occasione per stuzzicarci, per giocare, per parlare e
parlare, non sappiamo stare zitti e.. fermi.
Tu che mi lasci guidare
per potermi ammirare e accarezzare, io che adoro toccarti, aprirti
qualche bottone la camicia, la cintura dei pantaloni. E la telefonata
alla nostra amica? Si, la vedremo presto, mi eccita la sua voce, la
sua figura, la sua voglia uguale alla mia.
Appena
arrivati l’accoglienza è calda, amichevole. Trovo i tuoi amici
simpatici, fanno a gara per mettermi a mio agio. Beviamo l’aperitivo,
mangiamo qualcosa in piedi, sui divani, conversiamo piacevolmente e
la padrona di casa mi mostra il resto dell’abitazione.
Stile
moderno, come piace a me, faccio i complimenti per tutto, compresa la
sala che lei chiama da gioco, dove al centro c’è un tavolo da
biliardo. Non conosco il gioco, le regole ma mi è sempre piaciuto
guardare gli altri, specie gli uomini che si divertono a far
scommesse e a passare le ore con le stecche in mano a imbucare le
bocce.
La
cena è squisita, tutto perfetto, noi due non siamo seduti vicini a
tavola ma lo vedi anche tu quanto mi sia facile e quanto mi piacciano
tutti loro. Ti alzi e abbassandoti al mio orecchio mi stuzzichi, mi
chiedi quale dei tuoi amici potrebbe attirare le mie attenzioni.
Rido, la mia risata ti rapisce, sai quanto mi piace questo nostro
gioco e insisti, chiedi. Mi giro a guardarli uno a uno e poi
appoggiando la bocca al tuo orecchio rispondo “Mi piace lui” e lo indico con lo sguardo.
Mi
dici che lo immaginavi, che se avessimo scommesso avresti vinto e mi
baci.
Poi
ovviamente si passa al biliardo, lo aspettavo quel momento, avevo
voglia di cimentarmi, di provare qualche tiro, di solito i
principianti riescono sempre in qualcosa di incredibile no?
E
cosi’, mi ritrovo con la stecca in mano e.. guarda caso, lui vuol
insegnarmi. Mi lasci fare, lui è un tuo grandissimo amico e sai
che la tua bimba si accendera’ come un cerino e tu sarai il suo
fuoco.
Il
mio abbigliamento è semplice, jeans a vita bassa e canotta,
scarpe col tacco, trucco leggero, intimo.. il tuo preferito, slip
micro che lascia scoperte le natiche e reggiseno in pizzo.
Nel
volermi insegnare mi lascia piegare in avanti, lui dietro, le battute
non mancano, il mio tatuaggio sul fondoschiena che si intravede lo
incuriosisce ma capisco che posso giocare, che posso stuzzicare,
intrigare, la compagnia è perfetta.
Il
mio sedere lo sfiora e i miei occhi ti parlano, ti dicono che quel
gioco mi sta eccitando sempre piu’. Sento di averlo eccitato e io
stessa in quelle movenze, nel sentire le sue mani che ora premono sui
fianchi a spingermi verso di lui, lo sono.
Ti
alzi, con una scusa mi porti al primo piano della casa, mi tiri
dentro una delle tante stanze e, socchiusa la porta, mi mangi la
bocca. Adoro giocare, amo eccitarti, farei qualsiasi cosa per il tuo
piacere perche’ diventa mio, nostro... e mentre ci baciamo le tue
mani stringono i miei seni, strizzano i capezzoli, li sentono turgidi
come noccioline. Ora li mordi, li lecchi, mentre mi levi la canotta e
con l’altra mano mi sbottoni i jeans.
Hai
voglia di toccarmi, mi chiedi quanto mi abbia eccitato lui e io non
faccio che aumentare il tuo fuoco, ti dico che sentivo il suo sesso
grosso premere sul sedere, le sue mani, le sue lunghe dita sfiorare
la mia pelle. Non appena senti il mio bagnato mi pieghi in avanti,
appoggio le mani su di una panca e mi scopi, i tuoi colpi vigorosi mi
sollevano, la tua mano che prende e raccoglie i miei capelli non fa
che aumentare la mia eccitazione e in breve godiamo assieme. Le tue
mani ora mi accarezzano il viso, giochiamo sul letto e mi accorgo
subito che quel letto è più grande dei comuni matrimoniali.
C’è una luce soffusa, intravedo la porta della cabina armadio e
una specchiera bellissima, lungo una parete. Amo gli specchi, amo
guardarmi mentre mi fai godere, mentre ci tocchiamo e quegli specchi
diventano i nostri occhi. Mi alzo dal letto e nuda mi ci avvicino, mi
muovo, mi accarezzo dando le spalle alla porta, appoggio le mani alla
poltrona e guardo te. Mi chiedi quanto mi piace il tuo amico, mi
racconti delle vostre avventure e pazzie fatte assieme, vuoi
eccitarmi lo so e in pochi minuti sono di nuovo sul letto, in
ginocchio sul bordo.
Ti
parlo, ti dico che sarei voluta essere una di quelle donne che
abbordavate nei locali e che facevate godere per notti intere, senza
risparmiarvi di nulla. Mi siedo sulla sedia di fianco al letto, i
miei movimenti sono provocanti, mi alzo e mi abbasso godendo del
piacere, gambe larghe, le mani sui seni, tra le cosce, i miei occhi
si illuminano, ora la fantasia viaggia a mille, inarrestabile, sei
sulle montagne russe con me, ti faccio mancare il respiro. Sei di
nuovo pronto, ti alzi e ti appoggi a quella sedia. E’ particolare
la sedia, lo schienale fatto a inserti larghi tra di loro e io
intuisco bene quel che vuoi fare. Lasci passare il tuo grosso e ora
congestionato cazzo tra le sbarre di metallo, lo lasci scivolare.. è
eccitante vedere la pelle tirarsi avanti e indietro lentamente e io,
lì seduta davanti, godo nel vederti eccitato, lecco la punta, la
succhio forte, la mordo e poi a gambe larghe scavalco la seduta e mi
giro, mi avvicino muovendo il sedere, facendoti ancor di più
impazzire. E’ una danza del piacere, specchio, sedia, noi due
ancora e stavolta e’ dura trattenere le urla di piacere, metto una
mano davanti alla bocca, mi mordo le labbra, cerco di resistere ma tu
mi vuoi sentire, mi sculacci, hai voglia che anche gli altri
sentano.. immagino i tuoi pensieri, forse pensi a lui, alle vostre
storie e a voi due uomini con me... provo a raccontarti quello che sto
pensando, sono senza limiti lo sai, ogni sensazione, ogni desiderio.
Le parole sono una cascata di intense e forti emozioni, ci piacciono,
rendono il nostro piacere pungente e profondo, un piacere che
difficilmente si prova diversamente, estremo, potente e ancora una
volta, nel sentirti sbattere contro le mie natiche, mi spingo verso
di te, quel rumore ci fa impazzire e perdere la ragione, mentre mi
prendi la testa e mi giri verso gli specchi godiamo ancora. I nostri
visi sono stremati, i corpi sudati e accaldati, ci buttiamo sul
letto, uno accanto all’altro.
Dopo
qualche istante la porta della stanza di fronte a noi si apre,
sentiamo dei gemiti, come sempre la mia curiosità mi fa alzare e
mi avvicino, voglio vedere, voglio sentire. Sono lui e una donna, non
ricordo il nome in quel momento ma sono una avvinghiato all’altro.
Lui l’ha appoggiata alla parete e le ha alzato il vestito, una
gamba sollevata da terra e l’altra intorno ai suoi fianchi. Lui
apre gli occhi e mi vede, non stacca gli occhi dai miei e continua a
toccare la donna. Ti avvicini e dietro di me, sopra la mia testa
incroci gli occhi di lui. Mi stai toccando, la mia bocca socchiusa..
E’ un attimo ma nel vostro sguardo vedo una luce famelica, che
brucia, che arde. Vi scambiate un sorriso che la dice lunga e cosi’
come siamo mi prendi per mano e andiamo in quella stanza. La porta si
chiude e ..
quella
e’ un’altra storia, altri ricordi..
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