TOM BOULTON - ARTIST
Questo vuole essere un SERIO monito rivolto agli uomini che tradiscono le proprie compagne!
Leggete le vicende di
Franco, Mara e Gino!
Guardate cosa succede a Franco per una innocente
scappatella.
Dovete sapere che è
vero che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!
NON TRADITE...! (Se riuscite a resistere alla tentazione, ma è difficile si sa... forse impossibile. Ma cazzo! Fatevi furbi! Insomma... SVEGLIATEVI!)
E non misuratevi MAI in
astuzia con una donna, perdereste sempre!
Tibet.
LUI:
E’
domenica… esco a prendere un caffè e il giornale, qualche
chiacchiera con la gente del bar. Quando rientro la trovo ad
attendermi nell'ingresso, non mi lascia neanche il tempo di
rinchiudere la porta.
“Maledetto
figlio di puttana… finalmente ti ho beccato… bastardo che non sei
altro…”.
E’
infuriata e mi getta in faccia una scatola, non capisco, poi guardo
la scatola in terra... cazzo!
La scatola dei preservativi che ho
comprato a Dusseldorf, che stupido! Ho dimenticato di gettarla e l’ho
lasciata nella borsa.
Comincio
a negare tutto, non è mia, è di Gino, il collega che mi
accompagnava alla Fiera, non so come ha fatto a trovarsi nella mia
valigia, forse Gino… per sbaglio… è uno scherzo di quel coglione!
Lei
non mi da tregua, mi aggredisce, mi strattona, dice di non credere
una parola, poi mi lascia e corre a rinchiudersi piangente in camera
da letto.
Accidenti
che stupido, rivedo brevemente in flashback tutto l’accaduto...
Io
e Gino, i più giovani funzionari del reparto commerciale, veniamo
comandati di presenziare allo stand della ditta alla fiera del
settore di Dusseldorf. Gino è uno scapolo impenitente e sempre a
caccia di gonnelle, non è gran che come uomo ma riesce sempre a
rimorchiare. Siamo amici da tempo e lavoriamo bene assieme.
In
fiera siamo affiancati da alcuni impiegati della filiale tedesca, fra
gli altri una splendida moretta, una piccoletta tutta pepe, un
baschetto di capelli corvini e due occhi verdi da diavoletto. Lei mi
guarda un paio di volte interessata, io abbozzo, Gino invece non le
da tregua, i visitatori del nostro stand non sono poi moltissimi e
lui non si schioda dal suo fianco.
Questo
continua per tutta la durata dell’esposizione, poi per la serata
finale andiamo tutti assieme al ristorante, qui i nostri colleghi
tedeschi ci danno dentro alla grande, specialmente nel bere. Gino
continua a tampinare la moretta, Fiona.
In
fin della serata, raggiante mi raggiunge.
“Franco,
ci sta... ci raggiunge al nostro albergo appena terminiamo qui la
cena…”.
“Buon
per te, ma io che faccio intanto…”.
“Ma
no, non hai capito, ci vuole tutti e due, tutti e due capisci…!”.
“Niente
da fare, non ne voglio sapere…”.
“Non
fare lo stronzo, guarda che pezzo di fica, è una settimana che la
tampino, ora che finalmente ha mollato, vuoi rovinare tutto…”.
Sono
sempre del parere di non starci ma alzo gli occhi e cerco la ragazza
con lo sguardo, lei è lì che aspetta e mi sorride, ora è il mio
basso ventre a comandare.
La
compagnia comincia a disperdersi, saluti e auguri a tutti i presenti.
Chiediamo di chiamarci un taxi, Gino mentre aspetta mi chiede di
scendere ai WC, nel piano inferiore e comprare dei preservativi al
distributore automatico, scendo di corsa e compro una confezione maxi
da otto.
Raggiungiamo
l’albergo, in stanza facciamo appena a tempo a darci una
rinfrescata che ci raggiunge la ragazza, porta mezza bottiglia di
cognac fregato al ristorante e tira fuori un paio di spinelli di
quelli buoni.
Poi
la nottata, lei non ne ha mai abbastanza, mentre uno la scopa lei
prende in bocca l’altro, poi cambia cavallerizzo, provo anche a
prenderla nel culo, mi aspetto un rifiuto, invece… altroché!
Ci
alterniamo a montarla, dandoci il cambio quando stiamo per venire e
alla fine ci troviamo a scoparla assieme, sento il cazzo di Gino
attraverso la sottile membrana fra vagina e ano.
Infine
non ce la facciamo più, lei ci cerca ancora, ma inutilmente, non ci
sono più frecce ai nostri archi. Allora si sistema un po’ e ci
lascia, forse un po’ delusa da questi maschi italiani.
Accidenti,
conto i preservativi rimasti, due, uno buttato prima dell’uso, una
volta le sono venuto in bocca, siamo venuti tre volte ciascuno, penso
che potrebbe essere contenta, no?
In
quel momento faccio il grandissimo errore, anziché buttare la
scatola dei preservativi nel cestino, la butto nella valigia aperta….
Grandissimo
cretino…!
E
ora…?
LEI:
Non
che sia particolarmente gelosa, ma certo scoprire che il marito ti fa
le corna dopo appena otto mesi di matrimonio!
La
domenica mattina quando apro la valigia per mettere la biancheria in
lavatrice e prendere le camicie da portare in lavanderia, trovo la
scatola di preservativi sotto gli indumenti e mi cade il mondo
addosso.
Mi
prende una furia cieca, vorrei ucciderlo quel bastardo, gli indirizzo
tutti gli insulti che conosco, lo maledico e con lui tutte le
generazioni che l’hanno preceduto, conto i preservativi mancanti,
erano otto, sono tedeschi, allora li ha comprati durante l’ultimo
viaggio, ora sono due, ne ha consumato sei quel grandissimo figlio di
puttana, accidenti se si è dato da fare!
Porco! PORCO!
Cosa
faccio?
Faccio
la valigia e torno da mamma?
No,
quella non aspetta altro, non ha mai potuto sopportare Franco e senz'altro la prima cosa che dirà sarà: “TE L’AVEVO DETTO!!”.
No,
il bastardo dovrà pagarla in un'altra maniera, gli renderò pan per
focaccia e lui dovrà essere consenziente e presente quando gli farò
le corna!
Vado
in bagno e seduta sul WC studio la situazione, cosa e come fare,
accidenti a lui… sono anche eccitata, incazzata nera e ho voglia,
ma voglio fargli vedere di che cosa sono capace di fare!
Quando
rientra, scena madre, tutta preparata, poi mi rifugio in camera da
letto, non chiudo la porta, mi butto sul letto… piangente e
aspetto.
LUI:
Mi
accosto alla porta chiusa, ascolto, sento dei lamenti… sta
piangendo. Busso alla porta.
“Cara…
ti prego ascoltami, ti assicuro che sei la sola donna della mia
vita…”.
Un
gemito più forte dei precedenti fa eco alle mie parole, provo la
maniglia, la porta è aperta, la raggiungo sul letto e le metto una
mano sulla spalla, lei si scosta con rabbia…
“Cara,
ti prego, ti amo da morire, non rischierei mai di perderti, ti
assicuro che sono innocente, non ne so niente…”.
Lei
si gira come una furia, e mi aggredisce.
“Mi
fa rabbia che tu mi prenda per una deficiente, pretendo da te la
sincerità, ma non ne sei capace…! Mi hai tradito, ora voglio
sapere come e perché…”.
“Ma
no, che dici, sono di Gino, lo sai che donnaiolo è, li avrà messi
per sbaglio nella mia valigia…”.
“Bugiardo…!
Riempi nuovamente la valigia e vattene, non ti posso più vedere,
almeno tu avessi il coraggio d’essere sincero…”.
E
qui purtroppo contravvengo al principio assoluto di negare sempre,
anche l’evidenza!
(N.d.A.
Ecco! L'errore principale! Mai ammettere nulla!! Negare sempre!!
Negare anche l'evidente! Ricordate... negare SEMPRE!)
Forse,
penso… se sono sincero mi perdonerà, capirà che si è trattato di
un episodio isolato, unico.
Povero
sciocco, stava giocando con me, come il gatto con il topo.
(N.d.A.
Secondo errore! Una donna tradita non perdonerà... MAI!)
Tra
le sue lacrime e il mio senso di colpa… la minaccia di perderla, in
breve mi trovo a raccontarle tutto, dapprima cerco di stare sul vago,
mi interrompe ed esige che le racconti anche i minimi particolari.
Quando
lo evito, lei lo intuisce e insiste fino a che non viene a sapere
tutto, quante volte abbiamo fatto sesso, com'era la ragazza, il suo
sesso, entra nei particolari, per esempio: …se era depilata, come
godeva, se gemeva o gridava, se godeva di più con me o con Gino… e
come era Gino, se il suo è più lungo e grosso del mio!
Io
stupido... rispondo alle sue richieste e addirittura aggiungo del
mio, mi sfugge anche della doppia penetrazione, sono veramente un
cretino!
Apriti
cielo…!
“Come
tutti e due assieme! Che maiali… le avete anche... l’avete
scopata anche nel… povera ragazza…!”.
E
io a protestare… era stata lei a volerlo fare con tutti e due! Lei
a voler fare….
Urli
e pianti…!
“Ecco…!
A me non l’hai mai chiesto di prenderlo …di dietro, è perché
non mi ami… non mi desideri… non sono abbastanza bella…”.
E
giù altri pianti…
“Ma
che dici… è solo… perché ti rispetto… e pensavo che tu non
volessi…”.
“Non
lo voglio… non lo so… ma tu avevi il dovere di provarci… se mi
volevi bene e mi desideravi…”.
“Ma
io ti desidero…”.
LEI:
Piangevo e urlavo, sembravo fuori di me… ma ero
lucida e lo stavo portando dove volevo… quel gran bastardo!
“Mi
desideri… e allora provamelo… dai… adesso…”.
Ero
certa che aveva il cazzo ritratto dalla paura e volevo godere della
situazione.
“Adesso…
ma cara, la situazione…”.
Fingo
un'altra crisi di pianto.
“Vedi…
non mi vuoi più… per quello vai con altre donne …”.
“Ma
no… io desidero te…”.
Mi
abbraccia e cerca di rabbonirmi con bacetti e smancerie.
Lo
allontano e mi strappo di dosso la vestaglietta che indosso, mi tolgo
le mutandine e il reggiseno.
“Dimostralo…”.
Lui
è di sasso, si torce le mani e vorrebbe essere distante mille
chilometri.
“Mi
stai umiliando… vattene… lasciami sola…”.
Lo
spingo fuori dalla porta e chiudo a chiave, sono incredibilmente
eccitata, mi accarezzo i capezzoli inturgiditi… scappuccio il
clitoride e lo accarezzo, mi tocco sotto… dio! Come sono bagnata…!
Apro
l’armadio e da sotto la biancheria prendo il mio amico segreto,
sempre pronto… disponibile e discreto…! Lo tolgo dalla sua
scatola, è lungo venticinque centimetri… largo, molto,largo, lo lecco… me lo
inserisco fino in gola, oggi non serve lubrificarlo… mi strofino
prima dolcemente e poi con forza il clitoride con la sua punta
liscia, mi stendo e apro le gambe… alzo le ginocchia… e… me lo
metto… si fino in fondo e poi… si… dentro… si… fuori,
ancora… ancora… sento l’orgasmo partire dal cervello e
precipitare giù come un ascensore con i tiranti rotti… e boom…!
Arriva… e mi escono gemiti e gridolini strozzati dalla bocca
spalancata!
Che
il bastardo fuori pensi quello che vuole…
Sono
esausta e mi riprendo lentamente sempre con il mio amico dentro di
me, poi mi sorge una curiosità… come sarà dietro?
Si…
ora voglio provare, la scatola contiene una boccetta di lubrificante
adatto alla bisogna, la prendo e mi ungo abbondantemente, ungo la
testa del mio amico, poi… come mi devo mettere? In ginocchio… con
il culo in su, no, non riesco a manovrare bene, provo sdraiata…
alzo le gambe e si, ora va meglio….
Provo
prima il buchetto con le dita della mano unte, si entrano… appoggio
il glande del mio amico e… entra… spingo… e entra….
Appena
entrato il glande… lo sfintere si stringe sull'asta come un
anello elastico, aspetto e riprendo a spingere, sento solo una
sensazione di fastidio, dove sarà mai il piacere... dico, provo… a
manovrarlo, dentro e fuori, con l’altra mano mi masturbo, mi
penetro in figa con due o tre dita e mi strapazzo il clitoride.. Ora
mi da piacere averlo nel culo, forse con un bel cazzo vero… caldo e
pulsante!
Precipita
nuovamente l’ascensore dell’orgasmo e nuovamente grido e mi
agito….
1 commento:
Ahhh io sarei corsa a cercarne uno di carne di cazzone!!!
P.
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