giovedì 23 agosto 2018

VACANZE CON LA FIGLIA. (2^ parte) Di Tibet e Ambra 09.





Vittorio:



Siamo in viaggio, prima tappa la Costa Azzurra, tre o quattro giorni, le piace molto il motorhome, è distesa sulla poltrona del passeggero, i piedi sul ripiano davanti e ascolta musica con le cuffie.

-Papà…-

La guardo interrogativo… 

-Durante la vacanza… posso chiamarti per nome? Sai… sono adulta ormai e la vacanza è un ottimo modo per creare un rapporto… alla pari… sai, da uomo a donna… ti dispiace…?-.

Le dico che va bene e lei sorride.

Le chiedo il perché e allora lei continua irridente… 

-Voglio farti fare la figura del porco… sai? Non ti piacerebbe avere un amante giovane come me? Una bella figa così come sono? A me... tu non dispiaceresti affatto, ti scoperei eccome!-.

Il suo linguaggio mi urta un po’ e un po’ mi piace, è giovane no?

Comunque cerco di contenerla…

-Ma cosa stai dicendo? Comunque certo che si, solleticherebbe il mio ego ma dato che non è vero…-.

-Ti faccio una domanda personale, ok?-.

-La domanda la puoi fare, però per la risposta vedremo…-.

-Non hai una donna fissa? E con la mamma cosa intendi fare…?-.

-Veramente le domande sono due, la prima… sono cose che non ti dovrebbero interessare ma ti rispondo lo stesso, no… al momento sono solo.
Domanda numero due… con la mamma non intendo fare niente, non ci passa nemmeno per idea di rimetterci assieme, però è successo… l’attrazione c’è e ogni tanto ci ricaschiamo… contenta?-.
-Davvero cerchi una compagna per l’estate…?-.
-Certo…! Ho passato due anni ai confini del mondo a fare l’eremita, è naturale che abbia bisogno di un po’ di sfogo…-.
-Non ti sarà facile trovare qualcuna su due piedi, anche se sei un bell’uomo, interessante e con quell’aria… sai… da “porco vissuto”?-.
-Ti ringrazio del tuo interessamento, accetto suggerimenti e se tu avessi qualche amica un po’ più grande di te da presentarmi…-.
-Io non ti andrei bene…? Come tipo intendo…-.
-Si… sei un bel tipetto spudorato, ma sei mia figlia e quindi…-.
-Peccato… peggio per te perché ero disponibile…-.
La guardo per capire se dice sul serio.

No… sta ridacchiando e ammiccando, mi prende in giro! 

Mentalmente la mando a fanculo.

Che sta facendo? Non sa che voglia ho? Leccherei anche il solo disegno di una figa dal pavimento!

Un segno d’assenso e si rimette le cuffie.

Poi… un anticipo di quello che mi aspetta.

Un grandissimo cornuto con un Porsche cabrio mi sorpassa e rientra in una maniera omicida. Suono il clacson per protesta… lo maledico.

Lei?

Prima si incazza in una maniera incredibile… inizia con il tipo che guida una serie di gesti… gli fa le corna, poi non contenta si alza, si abbassa i pantaloncini e girandosi gli mostra il culo nudo. Accidenti! Immagino che la si veda benissimo attraverso il grande parabrezza… non contenta si rigira e gli fa dei cenni indicando il suo ventre. Ora il gioco si fa sessuale. L’altro alza il medio irridendola. Lei sempre a gesti gli mostra la figa e poi gli fa segno di no… che non gliela da! Alza la maglietta e gli mostra le tette. No… non può fare così… non deve…!

Cosa mi sono portato dietro?

Ma è mia figlia questa? La ragazzina che ricordo?

Cerco di calmarla… la faccio sedere. Il tipo con il Porsche sparisce.

Faccio a tempo ad osservare che è depilata. Noto lo spacco deciso della sua vagina… il gonfiore delle labbra esterne… dio se è bella!

La cosa mi ha messo in crisi, sono inquieto non per quello che ha fatto ma per quello che ho visto.



Patrizia:



Cornuto… coglione… pazzoooo! Oggi finivamo all’ospedale per colpa sua!

Non capisco certa gente come fa ad avere la patente! L’hanno trovata per sbaglio nel fusto del dixan???

Non potevo non reagire! Se me lo fossi trovato faccia a faccia una ginocchiata dove non batte il sole non gliela avrebbe tolta nessuno!

Mio padre deve essersi arrabbiato non poco visto lo sguardo che ha fatto appena ho calato il pantaloncino.
Dire che fosse sconvolto è poco!
Ogni tanto lo guardo con la coda dell’occhio. E’ silenzioso. Non dice nulla di nulla. Mi soffermo ad osservare quella ruga che ha sulla fronte, più profonda delle altre… ieri non mi sembrava ci fosse. Sarà stata mica causa mia?
Ma no… gli uomini mi adorano.


Ma tutti! Nessuno escluso! Anche i papà, si.

Tipo il padre di una mia coetanea, Linda. Quello si che era un gran porco.

Altro che ripetizioni di matematica! Il ripasso lo facevo io a lui.

Si chiamava Valerio. Io avevo 16 anni e in debito in matematica e fisica, lui 45 anni e laureato in economia.

Certo non ci vuole una laurea per capire quando uno ci sta. Bastava una camicetta più scollata o una gonna… qualche ammiccamento… mi scopava sulla poltrona della sua stanza di casa adibita a studio. Mentre tentavo di risolvere qualche equazione mi scansava i capelli dal viso e mi accarezzava una guancia, poi metteva una mano sul mio ginocchio e la faceva risalire… gli esercizi li sbagliavo tutti, puntualmente.

Però ho goduto eccome! Lui semidisteso sulla poltrona scura in pelle e io impalata su di lui, sotto del tutto nuda e sopra con le sue mani infilate nella mia magliettina a strizzarmi le tette. Mi chiamava “la puttanella di papà”!

Dio che pensieri… mi sento sciogliere! Se il mio papi potesse leggermi ora nella mente si scandalizzerebbe!

Stringo le cosce per calmare i fremiti e ciò che ottengo è l’effetto contrario. La mia figa reclama, pulsa come non mai. Ogni tanto mi volto verso papà e noto com’è concentrato sulla strada, non dà molto retta a cosa faccio.

Approfitto della sua disattenzione e inizio a strofinare lievemente le cosce con lui a pochi centimetri da me, le stringo e le allargo in brevi impulsi e sento il clitoride compresso che trae piacere dai miei movimenti quasi impercettibili. Socchiudo gli occhi impulsivamente e un po’ mi blocco appena mi rendo conto che potrebbe accorgersi di qualcosa.
Resto calma, faccio in modo di avere un respiro regolare mentre con le cosce mi lavoro la figa. Le strofino un po’ ripensando a Valerio e mi eccita il pensiero di masturbarmi a fianco a papà. Sento i gemiti che mi nascono spontaneamente dentro ripensando al suo cazzo venato che mi faceva sentire spaccata in due per quanto era grosso e serro le labbra alla meglio fino a che la scossa dell’orgasmo non mi prende, breve ma goduriosa.
Strozzo malamente l’ultimo singulto in gola mordendomi le labbra ma stavolta si accorge di me e si volta.
-Tutto bene Patrizia?-
-Si si…! Certo papi!-
-Mmm… ok! Tra un po’ di ore saremo arrivati.- mi dice e guarda di nuovo la strada.
Salva per un pelo… .



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