Vittorio:
Il primo momento?
Rabbia!
Vedermi correre dietro ad una figlia sconsiderata? Meglio
restare in Africa!
Poi… il senso di responsabilità, sento la
sua voce e la rivedo bambina, ridiventa l’oggetto della mia
protezione.
La cerchiamo io e il tassista lungo la
statale... anche lui ha una figlia.
Ci lamentiamo assieme.
Pazza... anche lei... come la mia?
chiedo.
Insomma... ha preso dalla madre...
risponde.
Eccola... a bordo della strada!
Seduta... mezzo sdraiata!
In che condizioni si è ridotta! Puzza
di alcol e ha i vestiti in condizioni pietose.
Torniamo, a fatica
la faccio salire sul camper .
Noto le tracce di sperma sul viso,
ma che ha fatto questa puttanella? Quanti cazzi si è presa? La
rabbia ritorna… .
Bestemmiando la metto su di un telo da bagno,
so che devo spogliarla e lavarla… toglierle dal corpo lo sperma che
la ricopre.
Lei è come una bambola inanimata, indossa questo
vestito e un minuscolo indumento intimo… intriso di odori forti,
molto forti… animaleschi. Non mi fa bene odorare quegli effluvi…
l’odore di figa! Ma che penso, cazzo! E’ mia figlia!
Ora è
nuda… .
Bella… dio se è bella! I capelli scuri sciolti… un
seno sodo e pieno e il ventre piatto.
Si lamenta mentre le passo
una salvietta sul corpo. Lunghi gemiti che sembrano gemiti d'orgasmo!
Ho modo di vedere bene la sua vagina… gonfia.. rossa… aperta…
usata.
Che fare? Passare la salvietta bagnata sulla sua figa?
Delicatamente? Provo e lei si contorce tutta, apre ancora di più le
gambe, ha sborra dappertutto, lì e sulle cosce.
La pulisco… la
pulisco fra le natiche.
La porto sul letto e la copro e mi
sistemo accanto a lei. Sento il calore del suo corpo… i suoi odori…
e inizio ad immaginare, lei e quanti uomini? Quanti uomini l’hanno
posseduta? E lei?? Cosciente o ubriaca fatta? Ha goduto?
Cazzo!
La sento rabbrividire e
inconsciamente mi si avvicina, cerca calore… è l’alba… vedo il
suo viso innocente e in un moto di tenerezza l’abbraccio.
E mi
perdo… perdo la mia identità.
Il suo seno contro il petto… mi
pare di sentire le punte ritte delle sue tette e le mie mani
l’accarezzano… no… non voglio pensare a cosa sto facendo, lei
dorme e non lo saprà mai. Le accarezzo le tette.. le soppeso… le
stringo fra le dita i capezzoli e li sento reagire… diventare più
consistenti. Ormai non sono io che faccio queste cose… sono solo un
uomo che ha voglia, che ha desiderio di una donna. Le mani corrono…
passano veloci sul ventre nudo. Le dita accarezzano leggere le labbra
aperte della sua figa… si immergono… trovano ancora una umidità
consistente… porto le dita alla bocca… annuso, lecco e ritorno…
ora entrano dentro due… è larga ancora… ora tre e le spingo a
fondo. Cerco il clitoride e lo strizzo. Glielo strofino, lo stringo
forte e infine le cerco il culo… lì fra le natiche piene… a
fatica le apro da tanto è soda. E accarezzo… lì… provo a
spingere le dita… .
Sono eccitato… .
Tanto… troppo…
.
Ho il cazzo che mi fa male. Troppo teso… nonostante la scopata
con la donna in spiaggia il desiderio è troppo.
Prendo una sua
mano e me la metto sul cazzo. E con essa mi meno. Stranamente la mano
non è completamente inerte… si è stretta intorno all’asta.
Forse un movimento… un riflesso condizionato? La uso per
masturbarmi… la muovo su e giù e finalmente vengo, senza riguardi,
sulla sua mano… sulla mia… sul lenzuolo.
E’ giorno… è
chiaro...
Riesco ad addormentarmi.
Patrizia:
Quando
mi risveglio al mattino sono le 13 circa. Alzo la testa dal cuscino
ma sono così intontita da non riuscire a reggerla.
Mi chiedo dove
sono.
Chiudo gli occhi, li riapro, focalizzo la vista e mi ritrovo
nel camper.
Dio che dolore… mi sembra di impazzire, mi gira
tutto!
Mi osservo, sono avvolta in un lenzuolo sul letto, del
tutto nuda sotto.
Apro lo sportello del mobiletto vicino a me e
tiro fuori un’aspirina. La lascio friggere un po’ nell’acqua
del bicchiere che ho sulla mensola e poi la bevo.
L’aspirina fa
schifo. Anche l’acqua. E ho la bocca amara.
Mi alzo dal letto e
mi trascino col lenzuolo attorno che mi circonda tutta fino ai seni
lasciandomi le spalle scoperte.
Faccio pochi passi, cerco qualcosa
per far colazione e mi sforzo di fare mente locale.
Mmmm… c’era
una festa ieri sera… ho bevuto con Matilde, niente uomini e bla bla
bla. E poi?
Trovo un succo di frutta e me ne verso un
bicchiere.
Cazzo… ma non ricordo nulla!
Alle mie spalle papà
apre la porta del camper ed entra.
-Buongiono...
Patrizia-
-Buongiorno Vic- prende la bottiglia di succo dalle mie
mani e se ne versa anche lui in un bicchiere.
Si siede al
tavolino, gira e rigira tra le mani il bicchiere di vetro. Un sorso,
deglutisce, poi un altro sorso.
-Dove sei stata stanotte,
Patrizia?- chiede senza guardarmi in volto.
-In discoteca con
Matilde. Abbiamo bevuto, parlato, ballato… cose così-
-Ah…-
deglutisce ancora –e perché sono dovuto venire a prenderti alle 4
di mattina sulla statale a 10 chilometri da qui?- lo dice calmo, di
una calma che fa spavento.
Io mi siedo vicino a lui. Con una mano
trattengo il lenzuolo che mi cinge, con l’altra poso il mio
bicchiere sul tavolo.
Non rispondo. Non saprei cosa dirgli. Non
ricordo altro della nottata.
-Sai perché sei avvolta nel
lenzuolo?- chiede e io scuoto la testa.
No, non lo so.
-Ieri
sera ti sono venuto a prendere… eri ubriaca e sporca di chissà che
cosa! Che dici… la merito una spiegazione o no???- stavolta il suo
tono è alterato.
-Beh… se lo ricordassi te lo direi,
papi…-
-Papi??? Ora mi chiami “papi”? Dopo avermi fatto
incazzare? “Vittorio” non ti sta più bene? E quella cosa della
parità uomo-donna???- batte un pugno sul tavolo.
-Stasera non
esci- esordisce.
-No!-
-Si invece! Non ho nessuna voglia di
tornare a raccoglierti chissà dove dopo che ti sei scopata chissà
chi!- sussulto al pensiero.
Scopata? Mi sono fatta scopare da chi?
E come lo può sapere lui?
Mi infurio.
-Tu non puoi impedirmi
di vivere la mia vita! E poi come sai che ho scopato, eh???-
-Eri
piena di sborra! Altrimenti come fai a ritrovarti pulita
stamattina?-
-Certo… pulita e nuda! Sei un porco! NON SEI ALTRO
CHE UN PORCO!-
-Sarò anche un porco ma tu non esci più di qui
senza di me o senza il mio permesso!- grida ora, è rosso in
volto.
Mi irrito e protesto… non voglio le sue imposizioni! Non
sono una mocciosa, cazzo!
Lui che non c’è mai vuole darmi
ordini ora??? Gli urlo che non me ne frega nulla, che lo odio, che mi
sono unita a lui nel suo viaggio solo perché mi annoiavo, che
dell’affetto paterno non me ne frega nulla.
Mi tira da un
braccio, mi strattona di forza facendomi cadere il lenzuolo. Nella
foga di prenderlo per non restare del tutto nuda mi ritrovo sulle sue
gambe, pancia e seni poggiano sulle sue ginocchia.
-Vediamo se
capisci ora!- e un colpo, una manata forte sul mio sedere!
Mi
dimeno ancora e lui continua… mi scopre dal lenzuolo e sento la sua
mano battere forte direttamente sul culo nudo.
Ho male!!! Grido di
dolore, gli dico che è uno stronzo, che non sono una bambina che può
sculacciare quando gli pare. Lui prosegue in manate sempre più
pesanti! Sento la carne bruciare forte ma lui continua
imperterrito.
Le mie tette si muovono ad ogni suo colpo… lo
prego di fermarsi ma non lo fa, infierisce sulle mie natiche
arrossate, sento la figa pulsare e bagnarsi, il clitoride durissimo
che sporge. Sono eccitata e arrabbiata e confusa da tutto ciò…
arrabbiata con lui per gli schiaffi sul sedere, con me stessa
dell’eccitazione che provo nel sentirmi percossa e confusa dal
mescolarsi di questi sentimenti contrastanti.
Sento qualcosa
spingere contro il mio ventre, è il suo cazzo che si è indurito di
voglia… sculacciarmi ha accresciuto la sua libido.
-Fermati, ti
prego! Ho male!- i colpi del suo palmo rimbombano forti, sono come
schioppettate sulla mia carne dolente.
Inizio a gemere, prima di
dolore poi quasi… di piacere. Struscio il busto per quel che posso
contro il suo ventre a sfiorarne il cazzo e lo sento farsi sempre più
aggressivo, concitato nei movimenti.
Ogni colpo fa male come e più
di una frustata! Non si ferma, sembra impazzito di rabbia! Gli
graffio una gamba e cerco di voltarmi ma mi afferra dai polsi con
forza e mi tira giù, lasciandomi ormai nuda a terra col suo corpo
schiacciato sul mio. Con la sua forza mi fa male… scalcio invano ma
mi serra stretta. Mi tiene i polsi con una mano e con l’altra lo
vedo scoprirsi il ventre; il gonfiore che sentivo sotto la pancia
mentre ero sulle sue ginocchia viene fuori nel suo cazzo eretto.
Dio
mio… cosa vuol farmi???
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