domenica 26 agosto 2018

VACANZE CON LA FIGLIA (4^ parte)

urbanmyth123:
“He told her that he was going to keep on spanking her black ass until it turned a healthy colour of pink, and once he’d done that he was going to give those tits of hers the same treatment,
”

Vittorio:



Il primo momento? Rabbia! 

Vedermi correre dietro ad una figlia sconsiderata? Meglio restare in Africa! 
Poi… il senso di responsabilità, sento la sua voce e la rivedo bambina, ridiventa l’oggetto della mia protezione.

La cerchiamo io e il tassista lungo la statale... anche lui ha una figlia.
Ci lamentiamo assieme.
Pazza... anche lei... come la mia? chiedo.
Insomma... ha preso dalla madre... risponde.
Eccola... a bordo della strada! Seduta... mezzo sdraiata!

In che condizioni si è ridotta! Puzza di alcol e ha i vestiti in condizioni pietose.

Torniamo, a fatica la faccio salire sul camper .

Noto le tracce di sperma sul viso, ma che ha fatto questa puttanella? Quanti cazzi si è presa? La rabbia ritorna… .
Bestemmiando la metto su di un telo da bagno, so che devo spogliarla e lavarla… toglierle dal corpo lo sperma che la ricopre.
Lei è come una bambola inanimata, indossa questo vestito e un minuscolo indumento intimo… intriso di odori forti, molto forti… animaleschi. Non mi fa bene odorare quegli effluvi… l’odore di figa! Ma che penso, cazzo! E’ mia figlia!
Ora è nuda… .
Bella… dio se è bella! I capelli scuri sciolti… un seno sodo e pieno e il ventre piatto.
Si lamenta mentre le passo una salvietta sul corpo. Lunghi gemiti che sembrano gemiti d'orgasmo! Ho modo di vedere bene la sua vagina… gonfia.. rossa… aperta… usata. 
Che fare? Passare la salvietta bagnata sulla sua figa? Delicatamente? Provo e lei si contorce tutta, apre ancora di più le gambe, ha sborra dappertutto, lì e sulle cosce. 
La pulisco… la pulisco fra le natiche. 
La porto sul letto e la copro e mi sistemo accanto a lei. Sento il calore del suo corpo… i suoi odori… e inizio ad immaginare, lei e quanti uomini? Quanti uomini l’hanno posseduta? E lei?? Cosciente o ubriaca fatta? Ha goduto?

Cazzo!

La sento rabbrividire e inconsciamente mi si avvicina, cerca calore… è l’alba… vedo il suo viso innocente e in un moto di tenerezza l’abbraccio. 

E mi perdo… perdo la mia identità.

Il suo seno contro il petto… mi pare di sentire le punte ritte delle sue tette e le mie mani l’accarezzano… no… non voglio pensare a cosa sto facendo, lei dorme e non lo saprà mai. Le accarezzo le tette.. le soppeso… le stringo fra le dita i capezzoli e li sento reagire… diventare più consistenti. Ormai non sono io che faccio queste cose… sono solo un uomo che ha voglia, che ha desiderio di una donna. Le mani corrono… passano veloci sul ventre nudo. Le dita accarezzano leggere le labbra aperte della sua figa… si immergono… trovano ancora una umidità consistente… porto le dita alla bocca… annuso, lecco e ritorno… ora entrano dentro due… è larga ancora… ora tre e le spingo a fondo. Cerco il clitoride e lo strizzo. Glielo strofino, lo stringo forte e infine le cerco il culo… lì fra le natiche piene… a fatica le apro da tanto è soda. E accarezzo… lì… provo a spingere le dita… .
Sono eccitato… .
Tanto… troppo… .
Ho il cazzo che mi fa male. Troppo teso… nonostante la scopata con la donna in spiaggia il desiderio è troppo.
Prendo una sua mano e me la metto sul cazzo. E con essa mi meno. Stranamente la mano non è completamente inerte… si è stretta intorno all’asta. Forse un movimento… un riflesso condizionato? La uso per masturbarmi… la muovo su e giù e finalmente vengo, senza riguardi, sulla sua mano… sulla mia… sul lenzuolo.
E’ giorno… è chiaro...
Riesco ad addormentarmi.

Patrizia:

Quando mi risveglio al mattino sono le 13 circa. Alzo la testa dal cuscino ma sono così intontita da non riuscire a reggerla.
Mi chiedo dove sono.
Chiudo gli occhi, li riapro, focalizzo la vista e mi ritrovo nel camper.
Dio che dolore… mi sembra di impazzire, mi gira tutto!
Mi osservo, sono avvolta in un lenzuolo sul letto, del tutto nuda sotto.
Apro lo sportello del mobiletto vicino a me e tiro fuori un’aspirina. La lascio friggere un po’ nell’acqua del bicchiere che ho sulla mensola e poi la bevo.
L’aspirina fa schifo. Anche l’acqua. E ho la bocca amara.
Mi alzo dal letto e mi trascino col lenzuolo attorno che mi circonda tutta fino ai seni lasciandomi le spalle scoperte.
Faccio pochi passi, cerco qualcosa per far colazione e mi sforzo di fare mente locale.
Mmmm… c’era una festa ieri sera… ho bevuto con Matilde, niente uomini e bla bla bla. E poi?
Trovo un succo di frutta e me ne verso un bicchiere.
Cazzo… ma non ricordo nulla!
Alle mie spalle papà apre la porta del camper ed entra.
-Buongiono... Patrizia-
-Buongiorno Vic- prende la bottiglia di succo dalle mie mani e se ne versa anche lui in un bicchiere.
Si siede al tavolino, gira e rigira tra le mani il bicchiere di vetro. Un sorso, deglutisce, poi un altro sorso.
-Dove sei stata stanotte, Patrizia?- chiede senza guardarmi in volto.
-In discoteca con Matilde. Abbiamo bevuto, parlato, ballato… cose così-
-Ah…- deglutisce ancora –e perché sono dovuto venire a prenderti alle 4 di mattina sulla statale a 10 chilometri da qui?- lo dice calmo, di una calma che fa spavento.
Io mi siedo vicino a lui. Con una mano trattengo il lenzuolo che mi cinge, con l’altra poso il mio bicchiere sul tavolo. 
Non rispondo. Non saprei cosa dirgli. Non ricordo altro della nottata.
-Sai perché sei avvolta nel lenzuolo?- chiede e io scuoto la testa.
No, non lo so.
-Ieri sera ti sono venuto a prendere… eri ubriaca e sporca di chissà che cosa! Che dici… la merito una spiegazione o no???- stavolta il suo tono è alterato.
-Beh… se lo ricordassi te lo direi, papi…-
-Papi??? Ora mi chiami “papi”? Dopo avermi fatto incazzare? “Vittorio” non ti sta più bene? E quella cosa della parità uomo-donna???- batte un pugno sul tavolo.
-Stasera non esci- esordisce.
-No!-
-Si invece! Non ho nessuna voglia di tornare a raccoglierti chissà dove dopo che ti sei scopata chissà chi!- sussulto al pensiero.
Scopata? Mi sono fatta scopare da chi? E come lo può sapere lui?
Mi infurio.
-Tu non puoi impedirmi di vivere la mia vita! E poi come sai che ho scopato, eh???-
-Eri piena di sborra! Altrimenti come fai a ritrovarti pulita stamattina?-
-Certo… pulita e nuda! Sei un porco! NON SEI ALTRO CHE UN PORCO!-
-Sarò anche un porco ma tu non esci più di qui senza di me o senza il mio permesso!- grida ora, è rosso in volto.
Mi irrito e protesto… non voglio le sue imposizioni! Non sono una mocciosa, cazzo!
Lui che non c’è mai vuole darmi ordini ora??? Gli urlo che non me ne frega nulla, che lo odio, che mi sono unita a lui nel suo viaggio solo perché mi annoiavo, che dell’affetto paterno non me ne frega nulla.
Mi tira da un braccio, mi strattona di forza facendomi cadere il lenzuolo. Nella foga di prenderlo per non restare del tutto nuda mi ritrovo sulle sue gambe, pancia e seni poggiano sulle sue ginocchia.
-Vediamo se capisci ora!- e un colpo, una manata forte sul mio sedere!
Mi dimeno ancora e lui continua… mi scopre dal lenzuolo e sento la sua mano battere forte direttamente sul culo nudo.
Ho male!!! Grido di dolore, gli dico che è uno stronzo, che non sono una bambina che può sculacciare quando gli pare. Lui prosegue in manate sempre più pesanti! Sento la carne bruciare forte ma lui continua imperterrito.
Le mie tette si muovono ad ogni suo colpo… lo prego di fermarsi ma non lo fa, infierisce sulle mie natiche arrossate, sento la figa pulsare e bagnarsi, il clitoride durissimo che sporge. Sono eccitata e arrabbiata e confusa da tutto ciò… arrabbiata con lui per gli schiaffi sul sedere, con me stessa dell’eccitazione che provo nel sentirmi percossa e confusa dal mescolarsi di questi sentimenti contrastanti.
Sento qualcosa spingere contro il mio ventre, è il suo cazzo che si è indurito di voglia… sculacciarmi ha accresciuto la sua libido.
-Fermati, ti prego! Ho male!- i colpi del suo palmo rimbombano forti, sono come schioppettate sulla mia carne dolente.
Inizio a gemere, prima di dolore poi quasi… di piacere. Struscio il busto per quel che posso contro il suo ventre a sfiorarne il cazzo e lo sento farsi sempre più aggressivo, concitato nei movimenti.
Ogni colpo fa male come e più di una frustata! Non si ferma, sembra impazzito di rabbia! Gli graffio una gamba e cerco di voltarmi ma mi afferra dai polsi con forza e mi tira giù, lasciandomi ormai nuda a terra col suo corpo schiacciato sul mio. Con la sua forza mi fa male… scalcio invano ma mi serra stretta. Mi tiene i polsi con una mano e con l’altra lo vedo scoprirsi il ventre; il gonfiore che sentivo sotto la pancia mentre ero sulle sue ginocchia viene fuori nel suo cazzo eretto.
Dio mio… cosa vuol farmi???



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