sabato 25 agosto 2018

VACANZE CON LA FIGLIA. (3^ PARTE.)



Vittorio:



Ci fermiamo in un campeggio vicino a St. Tropez e lei prende a recitare la sua parte da vera attrice, caro di qui e caro di là. Tanta è la voglia di far credere a tutti che siamo amanti che ostenta in maniera sfacciata.

Sono un po’ a disagio, poi andiamo al ristorante e anche qui sceneggiata, tanto che devo pregarla di andarci piano.

Poi, stanchi, pensiamo a prepararci per la notte.

Le mostro il letto basculante che utilizzerò io e la cuccetta per lei, ma non le va bene, la cuccetta è troppo calda, non c’è finestra, perché non può dormire su anche lei? C’è tanto spazio ed è molto ben ventilato. 
Ha ragione, come faccio a dirle di no?
Preparo il letto, solo un lenzuolo visto il caldo che fa. Mi ritiro in bagno e metto solo i pantaloncini del pigiama, poi tocca a lei e quando esce a momenti mi prende un colpo! Ho sempre pensato a lei come a una bambina, alla piccolina che gattonava sul pavimento e ora… è una donna fatta… e che donna…!
Addosso ha il minimo indispensabile, uno slippino che dietro le si è infilato fra le natiche e un top leggerissimo, le sue tette lo spingono in fuori e i capezzoli sembrano voler bucare il tessuto!
Mi giro verso la parete per non farle vedere il mio turbamento, lei si arrampica e si sdraia, la sento girarsi e rigirarsi….
-Vic…?-.
-Si…?-.
-Tutto bene…?-.
-Si…-.
-Buonanotte…-.
-Anche a te…-.
E’ caldo e teniamo gli oblò del tetto aperti e anche parte delle finestre e così c’è abbastanza ventilazione, non è proprio buio, entra un po’ della luce delle lampade del camping. 
Io non riesco a prendere sonno, evito di girarmi ma è un supplizio, poi sento il suo respiro farsi regolare e profondo e mi giro verso di lei. E’ disposta sul fianco, i miei occhi si posano sul suo culo e non riescono più a staccarsi, quelle rotondità… lo spacco deciso fra le natiche… la linea delle anche! Sento un calore che mi sale dal basso ventre… no…! Non è possibile, mi sto eccitando guardando il culo di mia figlia…!

Mi manca lo scopare… mi manca scaricare tutta la tensione erotica che ho dentro!
Sono teso… sono eccitato. Il cazzo è talmente duro che mi fa male! Mi trovo tentato a metterle una mano sul fianco, la mano si muove da sola e la tocco sulla pelle nuda fra slip e top, è liscia e calda… passo la mano sulle natiche nude .

Poi… realizzo… e scappo.

Scendo dal letto cercando di non svegliarla, voglio andare a fare un bagno, devo calmarmi.

Apro la porta del camper e la rinchiudo piano, corro in spiaggia, mi spoglio ed entro in mare nudo, il fresco dell’acqua mi da sollievo, poi una doccia. Mi asciugo e rientro, mi sdraio… evito di guardarla ma il solo suo profumo mi da le vertigini. Alla fine… per fortuna, mi addormento.

Il giorno seguente vita di spiaggia.

La ragazza si è già procurata alcuni ammiratori e sta civettando con loro, meglio così!

La sera andiamo nella discoteca del camping, ci sono tutti i ragazzi della spiaggia, un vero casino, bene…! 

Cerco qualcuno della mia età per scambiare due parole… tedeschi, olandesi, giro finché non trovo una coppia di italiani, sui quaranta, lei una morona con due grosse tette.

Balliamo e quando il marito si assenta tento qualcosa con lei, riesco a portarla in un angolo e le do una bella palpata, ho la certezza che senza il marito intorno me la mollerebbe!

Che tette! Sono eccitato… lei lo sente mentre si strofina con il ventre, sono sul momento che le sto mettendo una mano sotto la gonna, fremo dalla voglia di toccarla, di sentire il suo bagnato.
Cazzo!
Il marito la cerca e le dice che lui è stufo e va a dormire, lei rimane ancora un po’.
Brava…! Le bevo la bocca in un angolo fuori dalla discoteca. Torno con la mano alla sua figa e trovo un lago. Un lago di lava rovente. La tocco fino a farla inarcare mentre mangio i suoi gemiti di piacere.

La sua mano mi stringe il cazzo sopra i pantaloncini, me li abbasso e ora lo tiene saldamente… lo mena.

La porto in spiaggia, la distendo e le alzo la gonna. Ho fame… ho fretta! Le sposto lo slip e la bacio… no... gliela mangio! Con le dita la penetro forte fino al palmo… in figa e in culo, poi mi metto sopra.

Dio! Scopare!! Cosa c’è di meglio?

La monto forte con dei colpi che la spingono sulla sabbia, lasciamo delle tracce come quelle delle tartarughe… le mordo le tette, gliele strapazzo proprio, la tormento… e mi svuoto in lei dividendo assieme un orgasmo forte… pazzesco!

Si sistema in fretta, l’aiuto a togliersi la sabbia e sparisce.

Cerco Patrizia, l’ho intravista qua e là durante la sera, la vedevo uscire un po’ stranita dal bagno, c'era un andirivieni… ragazzi e ragazze che entravano, che uscivano, qualcosa stavano combinando… .

Beati loro!

La cerco. Nulla… me ne vado a dormire.


Patrizia:

Stasera niente sesso, giuro!
L’ho detto a Matilde, una ragazza con cui ho fatto in fretta amicizia. Anche lei è sola come me e quindi si è deciso che prenderemo una bella sbronza, io e lei!
Fanculo uomini!
Mi ha raccontato di Fabrizio, il suo ragazzo… se così lo si può chiamare. L’ha mollata lì da sola dopo averla vista flirtare col bagnino. Ma si può? Per poche chiacchiere innocenti?
Lui non fa altro che dormire sotto al sole come fosse un lucertolone. Si stende sotto l’ombrellone e rimane lì fino al tramonto. Punto e basta. E la sera, con l’insolazione che ha preso e ustionato com’è, non ha la forza di scopare!
Io le racconto di Manuel, di come ritornava sbronzo o fumato e di come ho cercato un conforto per me stessa in qualcuno a cui rimanesse duro per più di mezz’ora. Matilde comprende e annuisce.
Odiosi uomini. 
Stasera niente sesso, stasera sbronza!
Primo drink… leggero… un cuba libre… scivola giù come acqua.
Secondo? Un cocktail tropicale… ridiamo rumorosamente al bancone. E anche questo giù.
Terzo? Rum e pera… prima il rum o la pera? Boh? Li buttiamo giù entrambi e sento il fuoco dentro. Guardo in faccia Matilde e mi chiedo se sono paonazza quanto lei.
Quarto… per finire in bellezza… negroni con abbondante ghiaccio!
E dopo questa bomba alcolica balliamo sui tavoli.
Cioè ci proviamo ma salirci sopra da un po’ di vertigine.
Tento di farlo sorretta da Matilde ma sento lo stomaco e la testa ruotare alla stessa velocità… ok, meglio rinunciare!
La prendo per mano e la porto in pista. Le ballo stretta e nel farlo le tocco il culo sodo. E’ molto magra, con le tette piccole e il culetto alto. Sento i suoi capezzoli appuntiti spingermi contro mentre si struscia a me. Non ha messo il reggiseno sotto il vestitino, che porca!
Niente uomini stasera.
La sua mano sul mio fianco scende sulla minigonna verso la coscia, con l’altra mi avvicina al suo viso e mi bacia. Un bacio alla francese, a labbra leggermente dischiuse che si poggiano delicatamente sulle mie. Le nostre gambe restano incrociate tutto il tempo in cui balliamo e ci sfioriamo di continuo.
Tutto questo fino… alle 3? La discoteca chiude e tutti emigrano altrove, comprese noi.
Eccitate e sudate come non mai decidiamo di smaltire la sbronza facendo due passi lungo la statale che passa di lì. Ed è in quel momento che mi sembra di rinsavire.
Aria fresca finalmente! 
E un meraviglioso cielo stellato sopra le nostre teste.
Ridiamo, scherziamo, ci baciamo ancora… Matilde mi piace sempre più! Mi capisce al volo questa ragazza, siamo affini in una maniera incredibile!
Camminiamo vicino al ciglio, lei è più sfasciata di me e ride a più non posso quindi la sorveglio e ogni tanto la tiro a me che va sempre più verso la corsia.
Fortuna che non passano auto!
Somigliamo ai due ubriachi della barzelletta: io, alticcia come sono, le dico che deve ritornare alla sua tenda perché non capisce più nulla.
Lei ride ancora… vabbè, meglio vederla ridere che vomitare!
Sento il tunz tunz da lontano e vedo un bolide nero sfrecciare vicino a noi.
Matilde saluta… poverina se sta fuori!
Agita la mano… ciao… ciaoooo!
Io la tiro ancora a me e lei ride.
L’auto torna indietro con una lunga retromarcia e si ferma vicino a noi.
Il tizio al posto del passeggero abbassa il finestrino. Un’alitata di aria condizionata ci raggiunge.
-Buona sera bambole, serve qualcosa? Un passaggio o altro?-
-Siiii, a me si!!!- Matilde si agita come una bambina.
-Andiamo ad una festa… venite con noi, ci stringiamo un po’…- il ragazzo continua.
In effetti è presto… perché no?
Solo che la festa poi siamo diventate noi.
Compresse in quell’auto e sedute in braccio ai due ragazzi sul retro, battute e palpate si sprecavano.
Pochi chilometri più in là e accostiamo.
Fanculo promesse… ho voglia di scopare e loro anche.
Io e i due tizi davanti usciamo dall’auto mentre Matilde rimane dentro coi due polipi di dietro.
Al buio studio un po’ i due: uno un po’ più alto, è il guidatore dell’auto, abbastanza muscoloso direi, l’altro il passeggero, quello con cui abbiamo parlato, un po’ più basso e dal fisico massiccio. Tocco il pacco al primo mentre il secondo infila una mano sotto la mia minigonna. Mi fanno voltare e mettere con le mani contro il cofano dell’auto.
Uno mi tocca tra le cosce mentre l’altro mi solleva la gonna e mi cala il perizoma. Mi masturbano entrambi, uno con le dita sul clitoride mentre l’altro con il medio in figa. Mi scopa con quello e già godo!
Godo tantissimo e lo grido! Si tirano fuori il cazzo entrambi e uno dei due lo infila piano. Inizia a fottermi. L’altro si avvicina e mi tocca le tette. Con l’altra mano si mena forte. Al buio e stordita come sono, non so chi dei due mi stia scopando e chi toccando, sento solo il loro avvicendarsi e le urla di Matilde dall’interno della vettura.
Mi scopa il primo, forte, con un bel cazzo duro e lungo. Lo sa usare e mi fa venire un po’ di volte masturbandomi anche il clitoride. Poi il secondo e con questo tocco il limite del piacere… un cazzo enorme, che mi fa sentire allargata, piena, riempita… mi scopa strisciando! Inizio a gridare di godimento mentre l’altro mi tira verso lui e mi fa abbassare per succhiargli il cazzo.
In quella posizione più calata lo sento tutto dentro fino al pelo e mi sento rompere per tanto che mi scopa forte!
Il tizio che avevo in bocca mi sborra in faccia mentre quello in figa dopo un po’ mi sborra sulle gambe. Getti caldi e lunghi.
Io sono venuta non so quante volte e mi sistemo ormai tutta indolenzita. Sento dolore alle piccole labbra e lo slip che ho rinfilato mi fa sobbalzare strisciando al mio sesso mentre cammino. Mi avvicino all’auto e dentro vedo Matilde tutta nuda in mezzo ai due altri ragazzi e i loro cazzi mosci.
Lei ci gioca a sollevarli e lasciarli cadere.
-Vieni con noi?- mi chiedono.
-No, devo tornare al camper… e tu? Torni con me?- le chiedo.
-No, resterò ancora con loro-.
Pochi secondi e spariscono mollandomi lì. Che gentiluomini.
Non posso camminare senza gemere. Le labbra che strisciano tra di loro mi procurano gli spasmi degli orgasmi già goduti.
Faccio pochi passi indebolita.
Alcool, Matilde, ballare e poi sesso… prendo il telefonino dalla minuscola borsa che porto con me e chiamo papà.
Vienimi a prendere.

Lui...
- Dove cazzo sei?-

Poi… buio.




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