Vittorio:
Ci fermiamo in un
campeggio vicino a St. Tropez e lei prende a recitare la sua parte da
vera attrice, caro di qui e caro di là. Tanta è la voglia di far
credere a tutti che siamo amanti che ostenta in maniera
sfacciata.
Sono un po’ a disagio, poi andiamo al ristorante e
anche qui sceneggiata, tanto che devo pregarla di andarci piano.
Poi,
stanchi, pensiamo a prepararci per la notte.
Le mostro il letto
basculante che utilizzerò io e la cuccetta per lei, ma non le va
bene, la cuccetta è troppo calda, non c’è finestra, perché non
può dormire su anche lei? C’è tanto spazio ed è molto ben
ventilato.
Ha ragione, come faccio a dirle di no?
Preparo il
letto, solo un lenzuolo visto il caldo che fa. Mi ritiro in bagno e
metto solo i pantaloncini del pigiama, poi tocca a lei e quando esce
a momenti mi prende un colpo! Ho sempre pensato a lei come a una
bambina, alla piccolina che gattonava sul pavimento e ora… è una
donna fatta… e che donna…!
Addosso ha il minimo
indispensabile, uno slippino che dietro le si è infilato fra le
natiche e un top leggerissimo, le sue tette lo spingono in fuori e i
capezzoli sembrano voler bucare il tessuto!
Mi giro verso la
parete per non farle vedere il mio turbamento, lei si arrampica e si
sdraia, la sento girarsi e rigirarsi….
-Vic…?-.
-Si…?-.
-Tutto
bene…?-.
-Si…-.
-Buonanotte…-.
-Anche a te…-.
E’
caldo e teniamo gli oblò del tetto aperti e anche parte delle
finestre e così c’è abbastanza ventilazione, non è proprio buio,
entra un po’ della luce delle lampade del camping.
Io non
riesco a prendere sonno, evito di girarmi ma è un supplizio, poi
sento il suo respiro farsi regolare e profondo e mi giro verso di
lei. E’ disposta sul fianco, i miei occhi si posano sul suo culo e
non riescono più a staccarsi, quelle rotondità… lo spacco deciso
fra le natiche… la linea delle anche! Sento un calore che mi sale
dal basso ventre… no…! Non è possibile, mi sto eccitando
guardando il culo di mia figlia…!
Mi manca lo scopare… mi manca
scaricare tutta la tensione erotica che ho dentro!
Sono teso… sono eccitato. Il cazzo è
talmente duro che mi fa male! Mi trovo tentato a metterle una mano
sul fianco, la mano si muove da sola e la tocco sulla pelle nuda fra
slip e top, è liscia e calda… passo la mano sulle natiche nude
.
Poi… realizzo… e scappo.
Scendo dal letto cercando di non
svegliarla, voglio andare a fare un bagno, devo calmarmi.
Apro la
porta del camper e la rinchiudo piano, corro in spiaggia, mi spoglio
ed entro in mare nudo, il fresco dell’acqua mi da sollievo, poi una
doccia. Mi asciugo e rientro, mi sdraio… evito di guardarla ma il
solo suo profumo mi da le vertigini. Alla fine… per fortuna, mi
addormento.
Il giorno seguente vita di spiaggia.
La ragazza si è già procurata alcuni
ammiratori e sta civettando con loro, meglio così!
La sera
andiamo nella discoteca del camping, ci sono tutti i ragazzi della
spiaggia, un vero casino, bene…!
Cerco qualcuno della mia età
per scambiare due parole… tedeschi, olandesi, giro finché non
trovo una coppia di italiani, sui quaranta, lei una morona con due
grosse tette.
Balliamo e quando il marito si assenta tento
qualcosa con lei, riesco a portarla in un angolo e le do una bella
palpata, ho la certezza che senza il marito intorno me la mollerebbe!
Che tette! Sono eccitato… lei lo
sente mentre si strofina con il ventre, sono sul momento che le sto
mettendo una mano sotto la gonna, fremo dalla voglia di toccarla, di
sentire il suo bagnato.
Cazzo!
Il marito la cerca e le dice che lui è
stufo e va a dormire, lei rimane ancora un po’.
Brava…! Le bevo la bocca in un angolo
fuori dalla discoteca. Torno con la mano alla sua figa e trovo un
lago. Un lago di lava rovente. La tocco fino a farla inarcare mentre
mangio i suoi gemiti di piacere.
La sua mano mi stringe il cazzo
sopra i pantaloncini, me li abbasso e ora lo tiene saldamente… lo
mena.
La porto in spiaggia, la distendo e le alzo la gonna. Ho
fame… ho fretta! Le sposto lo slip e la bacio… no... gliela
mangio! Con le dita la penetro forte fino al palmo… in figa e in
culo, poi mi metto sopra.
Dio! Scopare!! Cosa c’è di meglio?
La monto forte con dei colpi che la
spingono sulla sabbia, lasciamo delle tracce come quelle delle
tartarughe… le mordo le tette, gliele strapazzo proprio, la
tormento… e mi svuoto in lei dividendo assieme un orgasmo forte…
pazzesco!
Si sistema in fretta, l’aiuto a togliersi la sabbia e
sparisce.
Cerco Patrizia, l’ho intravista qua e là durante la
sera, la vedevo uscire un po’ stranita dal bagno, c'era un
andirivieni… ragazzi e ragazze che entravano, che uscivano,
qualcosa stavano combinando… .
Beati loro!
La cerco. Nulla…
me ne vado a dormire.
Patrizia:
Stasera niente sesso,
giuro!
L’ho detto a Matilde, una ragazza con cui ho fatto in
fretta amicizia. Anche lei è sola come me e quindi si è deciso che
prenderemo una bella sbronza, io e lei!
Fanculo uomini!
Mi ha
raccontato di Fabrizio, il suo ragazzo… se così lo si può
chiamare. L’ha mollata lì da sola dopo averla vista flirtare col
bagnino. Ma si può? Per poche chiacchiere innocenti?
Lui non fa
altro che dormire sotto al sole come fosse un lucertolone. Si stende
sotto l’ombrellone e rimane lì fino al tramonto. Punto e basta. E
la sera, con l’insolazione che ha preso e ustionato com’è, non
ha la forza di scopare!
Io le racconto di Manuel, di come
ritornava sbronzo o fumato e di come ho cercato un conforto per me
stessa in qualcuno a cui rimanesse duro per più di mezz’ora.
Matilde comprende e annuisce.
Odiosi uomini.
Stasera niente sesso,
stasera sbronza!
Primo drink… leggero… un cuba libre…
scivola giù come acqua.
Secondo? Un cocktail tropicale… ridiamo
rumorosamente al bancone. E anche questo giù.
Terzo? Rum e pera…
prima il rum o la pera? Boh? Li buttiamo giù entrambi e sento il
fuoco dentro. Guardo in faccia Matilde e mi chiedo se sono paonazza
quanto lei.
Quarto… per finire in bellezza… negroni con
abbondante ghiaccio!
E dopo questa bomba alcolica balliamo sui
tavoli.
Cioè ci proviamo ma salirci sopra da un po’ di
vertigine.
Tento di farlo sorretta da Matilde ma sento lo stomaco
e la testa ruotare alla stessa velocità… ok, meglio rinunciare!
La
prendo per mano e la porto in pista. Le ballo stretta e nel farlo le
tocco il culo sodo. E’ molto magra, con le tette piccole e il
culetto alto. Sento i suoi capezzoli appuntiti spingermi contro
mentre si struscia a me. Non ha messo il reggiseno sotto il
vestitino, che porca!
Niente uomini stasera.
La sua mano sul
mio fianco scende sulla minigonna verso la coscia, con l’altra mi
avvicina al suo viso e mi bacia. Un bacio alla francese, a labbra
leggermente dischiuse che si poggiano delicatamente sulle mie. Le
nostre gambe restano incrociate tutto il tempo in cui balliamo e ci
sfioriamo di continuo.
Tutto questo fino… alle 3? La discoteca
chiude e tutti emigrano altrove, comprese noi.
Eccitate e sudate
come non mai decidiamo di smaltire la sbronza facendo due passi lungo
la statale che passa di lì. Ed è in quel momento che mi sembra di
rinsavire.
Aria fresca finalmente!
E un meraviglioso cielo
stellato sopra le nostre teste.
Ridiamo, scherziamo, ci baciamo
ancora… Matilde mi piace sempre più! Mi capisce al volo questa
ragazza, siamo affini in una maniera incredibile!
Camminiamo
vicino al ciglio, lei è più sfasciata di me e ride a più non posso
quindi la sorveglio e ogni tanto la tiro a me che va sempre più
verso la corsia.
Fortuna che non passano auto!
Somigliamo ai
due ubriachi della barzelletta: io, alticcia come sono, le dico che
deve ritornare alla sua tenda perché non capisce più nulla.
Lei
ride ancora… vabbè, meglio vederla ridere che vomitare!
Sento
il tunz tunz da lontano e vedo un bolide nero sfrecciare vicino a
noi.
Matilde saluta… poverina se sta fuori!
Agita la mano…
ciao… ciaoooo!
Io la tiro ancora a me e lei ride.
L’auto
torna indietro con una lunga retromarcia e si ferma vicino a noi.
Il
tizio al posto del passeggero abbassa il finestrino. Un’alitata di
aria condizionata ci raggiunge.
-Buona sera bambole, serve
qualcosa? Un passaggio o altro?-
-Siiii, a me si!!!- Matilde si
agita come una bambina.
-Andiamo ad una festa… venite con noi,
ci stringiamo un po’…- il ragazzo continua.
In effetti è
presto… perché no?
Solo che la festa poi siamo diventate
noi.
Compresse in quell’auto e sedute in braccio ai due ragazzi
sul retro, battute e palpate si sprecavano.
Pochi chilometri più
in là e accostiamo.
Fanculo promesse… ho voglia di scopare e
loro anche.
Io e i due tizi davanti usciamo dall’auto mentre
Matilde rimane dentro coi due polipi di dietro.
Al buio studio un
po’ i due: uno un po’ più alto, è il guidatore dell’auto,
abbastanza muscoloso direi, l’altro il passeggero, quello con cui
abbiamo parlato, un po’ più basso e dal fisico massiccio. Tocco il
pacco al primo mentre il secondo infila una mano sotto la mia
minigonna. Mi fanno voltare e mettere con le mani contro il cofano
dell’auto.
Uno mi tocca tra le cosce mentre l’altro mi solleva
la gonna e mi cala il perizoma. Mi masturbano entrambi, uno con le
dita sul clitoride mentre l’altro con il medio in figa. Mi scopa
con quello e già godo!
Godo tantissimo e lo grido! Si tirano
fuori il cazzo entrambi e uno dei due lo infila piano. Inizia a
fottermi. L’altro si avvicina e mi tocca le tette. Con l’altra
mano si mena forte. Al buio e stordita come sono, non so chi dei due
mi stia scopando e chi toccando, sento solo il loro avvicendarsi e le
urla di Matilde dall’interno della vettura.
Mi scopa il primo,
forte, con un bel cazzo duro e lungo. Lo sa usare e mi fa venire un
po’ di volte masturbandomi anche il clitoride. Poi il secondo e con
questo tocco il limite del piacere… un cazzo enorme, che mi fa
sentire allargata, piena, riempita… mi scopa strisciando! Inizio a
gridare di godimento mentre l’altro mi tira verso lui e mi fa
abbassare per succhiargli il cazzo.
In quella posizione più
calata lo sento tutto dentro fino al pelo e mi sento rompere per
tanto che mi scopa forte!
Il tizio che avevo in bocca mi sborra in
faccia mentre quello in figa dopo un po’ mi sborra sulle gambe.
Getti caldi e lunghi.
Io sono venuta non so quante volte e mi
sistemo ormai tutta indolenzita. Sento dolore alle piccole labbra e
lo slip che ho rinfilato mi fa sobbalzare strisciando al mio sesso
mentre cammino. Mi avvicino all’auto e dentro vedo Matilde tutta
nuda in mezzo ai due altri ragazzi e i loro cazzi mosci.
Lei ci
gioca a sollevarli e lasciarli cadere.
-Vieni con noi?- mi
chiedono.
-No, devo tornare al camper… e tu? Torni con me?- le
chiedo.
-No, resterò ancora con loro-.
Pochi secondi e
spariscono mollandomi lì. Che gentiluomini.
Non posso camminare
senza gemere. Le labbra che strisciano tra di loro mi procurano gli
spasmi degli orgasmi già goduti.
Faccio pochi passi
indebolita.
Alcool, Matilde, ballare e poi sesso… prendo il
telefonino dalla minuscola borsa che porto con me e chiamo
papà.
Vienimi a prendere.
Lui...
- Dove cazzo sei?-
Poi… buio.
Nessun commento:
Posta un commento