Lei non solo era
sposata ma anche madre di due bambini.
E per non farci
mancare niente il marito era un uomo enorme, collerico e violento che
la ossessionava con la sua gelosia.
Eppure lei tradiva.
Esagero se dico che
rischiavamo la vita giocando con la nostra pazzia?
Avevano una ditta di
impermeabilizzazioni edilizie che gestivano assieme, avevano un
piccolo magazzino e l'ufficio in una casa isolata circondata da un
ampio cortile e sopra ci abitavano. Lui assente la tormentava di
continuo al telefono.
Nonostante il
controllo assillante lei aveva trovato il modo di tradirlo.
Capitava durante la
mattinata, dopo aver portato i bambini a scuola, fra le nove e
mezzogiorno.
Io aspettavo in posizione defilata che lui uscisse,
poi... lei segnalava via libera.
Usavamo un minimo di
cautela, andavo da lei come fossi un cliente, avevo anche una
richiesta scritta di un preventivo di un lavoro da commissionargli,
tutto reale.
Per prudenza
scopavamo sempre vestiti.
In piedi.
Lei contro la
finestra appoggiata con le mani e che guardava attraverso le tende per
controllare che lui non tornasse.
Io dietro di lei.
Le piaceva così.
Piaceva anche a me
quella scarica di adrenalina pura che mi entrava in circolo, tanta
libidine e tanto rischio.
Si... e non era
sempre una cosa veloce, a volte la facevamo durare anche un paio
d'ore... anche di più.
Lei godeva a
ripetizione.
Non l'ho mai avuta
nuda.
Vestiva una cosa comoda da gestire, un vestito o una gonna,
una camicetta o golfino.
Scoprivo solo le
parti che mi interessavano, le tette che strizzavo forte dopo averle
liberate dal reggiseno e le alzavo la gonna e spostavo solo il suo
intimo.
Fortuna volle che il
marito non tornasse mai a casa.
Ma cazzo... se
continuava a telefonare!
Per ogni banalità...
se aveva fatto e mandato quella particolare fattura e questo e
quello, cosa stava facendo... e i figli... e altri mille motivi.
Lei rispondeva.
Io, mi caricavo di
una libidine perversa e la scopavo più forte in quei momenti, lei...
faceva sforzi sovra umani per non emettere rumori.
A volte... io fermo
dentro di lei... era lei che si muoveva, ruotava il culo e lo
spingeva contro il mio cazzo.
Da porca quanto era
riusciva anche a godere mentre era collegata.
Cosa centra
uccidere le fantasie?
Ci arrivo...
Aveva una
particolarissima fantasia.
Ne diventava pazza,
no... non pazza... di più!
Voleva essere penetrata con una mazza da
baseball.
Si... proprio da
baseball, niente altro di simile.
Una vera mazza da
baseball.
Quando partiva di
testa e ne farneticava... diventava assurdamente libidinosa.
Quando non potevamo
vederci, al cell mi descriveva come avrebbe voluto essere
penetrata, rotta... sfasciata proprio!
Sventrata!
Lei aperta e la
mazza piantata in fica e nel culo!
La mazza che entrava
sforzando e allargava all'inverosimile.
E con questo pensare
si masturbava freneticamente, continuamente, durante tutta la
giornata.
Era diventata la sua
ossessione questa mazza da baseball!
Non mancavamo di
usarlo il suo culo, oh... se ne godeva! Ma a volte pensando a un
rapido rapporto... si negava, diceva che non era prudente che non
avevamo il tempo per farlo.
Ma bastava che
accennassi alla mazza per farla diventare una cagna in calore, senza
limiti, senza riserve.
Le dicevo per
eccitarla di come l'avrei violentata senza pietà, di come l'avrei
stuprata con questa grossa mazza e lei partiva di testa!
Ora era lei
a volere... si chinava e apriva lei stessa le natiche per farsi
inculare selvaggiamente.
Ebbene... mi
dissi dopo un po'... perché non accontentarla?
Se in fantasia
diventa così porca... come potrebbe diventare se davvero usiamo la
mazza?
Non per romperle veramente fica e culo come sognava
nelle sue fantasie ossessive, ma solo per giocarci un po'? Giochi
magari spinti?
Forse era diventato anche una mia ossessione?
Veder
sparire la punta della mazza nella sua figa? Nel suo culo?
Ne comprai
quindi una, bellissima, non di quelle di alluminio ma di legno scuro,
liscio e lucido,
Bellissima. Cubana.
E la volta
successiva la portai con me.
Era il mio regalo...
incartato e infiocchettato.
Un regalo senz'altro
interessato, da porco volevo vederla ancora più in preda alla sua
folle libidine.
Invece?
Quando la vide, non
volle neanche giocarci.
Si rifiutò di
farsela accostare alla fica.
Di farsi strofinare
lungo il solco e sul clito.
Meno che meno di
provare a ficcarsela dentro.
Le avevo
rovinato la fantasia!
Dopo un po' ci
lasciammo, era passato il momento magico.
Fosse per colpa
della mazza o forse no, forse era naturale che finisse come tutte le
storie.
Però che errore di valutazione!
Ancora oggi,
a distanza di molti anni, me ne rammarico.
E mi convinco che di
donne non ne so abbastanza.
Troppo
presuntuoso, troppo precipitoso, troppo banale?
Ah... le donne che
cosmo meraviglioso e sconosciuto sono!
T.
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