venerdì 31 agosto 2018
IL CLITORIDE DI MARIA. (di Tibet e Ambra)
-No...
noooo! Non ci posso credere che esista una cosa così! Mi
impressiona... mi sconvolge...-
-Ora
ne sei convinta o no? Esiste! Credo che sia qualcosa rimasto
geneticamente dell'ermafrodito che eravamo.
-Quando
ti ha mandato la foto?-
-Poco
fa... appena l'ho chiesta-
-La
scopi? Avete scopato?-
-Si...
scopato. Tempo fa. Ma preferisce le ragazze giovani come te, da
svezzare... dice. Da mostrar loro quel suo clitoride enorme... mi ha
mandato la foto sperando che ti interessi...-
-Mi
interessa... mi intriga e contemporaneamente mi fa paura... ma come è
veramente grande?-
-Guarda
il mio pollice... grosso e lungo eguale, io glielo succhiavo e mi
sembrava davvero di star facendo un pompino a un cazzo...-
-Porco...
porco! Lo sai che mi stai facendo bagnare, mi freme ora...-
-Le
ho detto che saremmo andati da lei...-
-Io?
No... no! Non certo con me...-
-Hai
promesso, la foto c'è... lei esiste e ora fai quello che hai
promesso e sono sicuro che la puttana che è in te godrà in una
maniera inusuale, andiamo nel pomeriggio... lei è libera.
-Porco!
Ma perché devo sempre cederti?-
-Ah...
ha una particolarità... si trattiene sempre l'intimo delle
ragazze...-
Ambra.
Stronzo!
Stronzo odioso! Degenerato te e chi ti segue!
Lo
sapevo… lo sapevo che mi fregava!
Farò
quello che mi ha chiesto, a malincuore ma lo farò!
Il
bastardo mi porta a casa di Maria.
Saliamo
le scale fino al primo piano, è un vecchio palazzo, rinnovato, ben
curato.
Suoniamo
alla porta e ci accoglie con un sorriso.
E’
una donna formosa, morbida, con fianchi larghi, un seno prosperoso,
avrà più di quarant'anni.
-Sei
Ambra? Che bella sei... sempre fortunato questo porco-
Sorride
compiaciuto lo stronzo!
Dio,
come ho fatto?
Vorrei
scappare… dileguarmi.
E'
una donna affabile, gentile.
-Quindi
è lei...-
-Si,
è lei!- Sorride.
Lo
sto odiando!
-Tesoro,
non vorrei ti spaventassi o impressionassi o altro, so che è la
prima volta che ne vedi uno così, mi ha detto che sei curiosa…-
Mi
parla gentilmente, evidente che si propone di tranquillizzarmi.
-No-
rispondo -nessun problema-
-Bene...-
Ci
conduce in camera.
La
sua camera è enorme, un grande letto contro la parete, una sontuosa
poltrona di velluto a lato e frontalmente un armadio di ciliegio
ricco di intarsi.
Invita
Tibe ad accomodarsi sulla poltrona, lo vedo sedersi comodamente.
Stai
al cinema???
Dio…
mi sa di si.
Maria
sale sul letto, ci salgo anche io… inizia a spogliarsi.
Si
leva la gonna e mi mostra il suo intimo.
-Ti
piace?- mi fa.
-Si-
le rispondo… in effetti è bello, di pizzo lillà, qualche taglia
in più della mia.
-Dai,
fammi vedere la tua- mi leva il jeans, la aiuto a sfilarlo.
-Bella!
Mmm… la vorrei così anche io!- e nel mentre mi accarezza il sesso
spingendosi sempre più giù.
-Ti
stai bagnando, cara?-
-Si-
la cosa mi intimidisce… è gentile e cara ma sfacciata nel modo di
fare.
Mi
prende una mano e se la mette sul suo sesso.
-Sono
bagnata anche io! Lo senti?-
E’
bagnata davvero, il suo odore si fa sempre più forte, è simile al
mio ma al contempo diverso, più aspro direi… odore di donna
matura, io... rispetto a lei, sono una ragazzina.
-Strofina
più forte la mano, dai…- dice conducendomi con la sua mano sotto
il suo slip e sento spingere qualcosa prepotente… dio! Che
impressione… sento carne dura che freme.
-Hai
sentito?-
-Si…
è… è quello il tuo clito?-
-Si!
Vuoi vederlo?-
Mi
volto verso di lui… mi fa cenno di si con la testa.
-Si…
dai… fammi vedere- rispondo.
Si
distende sul letto con le gambe inarcate e sfila gli slip.
Scopre
un clitoride… impressionante!
Mai
visto uno così!
Mi
avevi detto che era grosso ma così… così non credevo!
Stronzo!
Vuoi
che la lecchi?
Che
prenda in bocca quella specie di cazzetto?
Io
lo faccio, sai?
Lui?
Eh…
si gode lo spettacolo.
-Forza!-
mi fa cenno con la mano.
Mi
posiziono tra le gambe di Maria per guardarla meglio.
E'
duro, eretto, lungo tre... quattro centimetri… coperto per di più!
Un
piccolo pene!
Lo
scopro piano dalla pelle che lo avvolge e lo vedo venir fuori come un
piccolo glande.
Inizio
a leccarla, tra il disgusto e lo sconcerto, piccoli tocchi proprio
sulla parte superiore, per poi accorgermi che forse avrei dovuto
succhiarlo come si fa con un cazzo vero e proprio.
E
così faccio.
Inizio
a succhiarlo mentre lei mugola e mi spinge sopra con la testa.
Intreccia
le sue mani nei miei capelli cercando di gestire come meglio
preferisce i miei movimenti.
E
la sua figa… cola… gronda di un miele denso e bianchiccio.
Infilo
un dito dentro e inizio ad allargarla mentre le succhio quel clito
enorme che si ritrova.
La
esploro… più per curiosità che per eccitazione.
Infilo
più dita che posso per vedere quante ne entrano.
Prima
una, poi ci infilo tutta la mano!
Spingo
più che posso! Ormai sono coinvolta.
Le
mordo il clito... la sento inarcare. Viene.
Oh
Dio! Questa viene subito! Come glielo prendo in bocca viene!
Peccato
che non sborri, la berrei la sua sborra, invece cola dalla figa il
suo umore denso, stacco la bocca e lecco quello, lo bevo quasi. Ora
mi piace. Mi sento disponibile.
Viene
ancora. Ansima, il suo corpo morbido vibra.
-Vuoi
giocare?- chiede.
-In
che modo?-
Scende
dal letto e si dirige all’armadio, apre un’anta… dentro
giocattoli di tutti i tipi, dildo di vari colori e dimensioni… ne
prende tre e li porta sul letto.
Uno
viola, lungo 21 cm. un altro, realistico, di lattice più lungo… 24
cm mi dice Maria e poi… uno impressionante, nero, grosso… 32 cm…
me lo mostra con orgoglio.
-Vuoi
vedere come li prendo tutti? Uno dopo l’altro?- mi chiede.
Si
distende sulla schiena, gambe aperte -Dai, infila il primo!-.
Prendo
il viola, più piccolo degli altri e lo bagno di saliva poi lo spingo
dentro piano.
-Non
temere- mi fa lei -mettilo dentro tutto- e io eseguo.
Inizio
a scoparla, non riesco a resistere e le tocco con le dita quel clito
enorme.
Glielo
muovo quasi impressionata… sembra un dito, un po’ più morbido,
molto recettivo.
Lei
mugugna e viene ancora.
-Anche
gli altri... tesoro. Su mettimeli dentro-
La
cosa mi mette addosso una strana ansia e un turbamento profondo.
Se
ne accorge e mi ferma.
-Tutto
ok?-
-Si,
certo- rispondo.
Lo
faccio... prende facilmente anche quello enorme.
Viene
ancora.
Riprende
fiato... poi...
-Mmmm…
chissà se riesci a prenderli anche tu come me!-
-Io?-
-Si,
cara! Tu! Distenditi dai, fammela vedere!- mi spinge sul letto e si
posiziona tra le mie gambe.
-Che
labbra hai! Grosse e rosse! E quelle interne? Sottili e rosee!-Infila
dentro le dita e mi bagna all’esterno.
-Proviamo,
dai… proviamoli tutti, vediamo se ti piace-!
-Cosa???-
replico io allarmata.
-Tranquilla
Ambra… fidati… sono donna anche io!- mi rassicura.
Dio
mio… ci riesce!
Porca
e rassicurante!
Prende
il dildo di lattice, sembra un cazzo vero, mi dice che le è
affezionata, che glielo ha regalato il marito per il loro
anniversario, me lo fa provare perché le sono simpatica.
Me
lo strofina con la punta sullo spacco ungendolo dei miei umori, poi
pian piano lo bagna tutto contribuendo con la sua saliva.
Infila
il glande con notevole sforzo, lo sento sforzare, allargo le gambe
più che posso.
-Il
grosso è fatto, tesoro!- mi dice.
Mi
volto verso Tibe… sembra rilassato… lui!
E
invece io mi trovo a desiderare che si tiri fuori il cazzo e se lo
meni guardandomi!
-Pronta?-
Pronta???
Uno scatto e lo infila quasi tutto.
Mi
inarco… mi sento morire!
Lo
sento spingere su in alto, a sfondarmi le pareti e toccarmi lo
stomaco!
Tibe!
Tiralo fuori e menatelo, stronzo! Non vedi cosa mi sta facendo?
Non
penso altro che questo.
Maria
inizia a scoparmi, mi dice di stare calma e rilassata ma il suo
strisciare mi procura forti spasmi di piacere, lei ne gode, come
fosse un uomo, come fosse un uomo che mi scopa col suo di cazzo… mi
tortura quasi, vengo ma non si ferma, devo implorarla di smettere!
Lo
sfila piano, ho la figa arrossata e sgualcita, ho il fiato corto e mi
rilasso pian piano.
Ora
riesce a mettermi dentro il più grosso... e lo fa abbastanza
facilmente anche se mi sento rompere!
Ma
mi piace... colo anch'io quanto lei.
Mi
si avvicina alla figa col viso, si propone di alleviarmi il bruciore
e inizia a leccarmi, a lingua larga e con abbondante saliva, prima le
labbra, poi risale verso il mio clito e lo stuzzica muovendolo da
verso a verso e facendomi venire ancora.
Sono
orgasmi più dolci ma non meno intensi e Maria ha una lingua d’oro…
delicatissima… nulla a che vedere con il dildo enorme usato prima.
Siamo
nude, ha un seno pesante, grosso ma sensuale, vorrei baciarlo,
suggere i grossi capezzoli.
-Ora
ti scopo con il mio clitoride, devi provarlo... vuoi? Vuoi tesoro?-
Ormai
la mia volontà è piegata al mio godimento.
Ci
mettiamo gambe divaricate, a forbice... una contro l'altra, inguine
contro inguine.
Ci
strofiniamo... mi sbatte forte il suo grosso clitoride contro la
figa. Continua... strofina... sbatte. Continua... strofina forte.
Sbatte.
Veniamo
entrambe, un orgasmo delirante il mio.
Bello,
forte, intenso, da rapire la mente.
-E’
tardi- dice -mio marito torna a momenti-
Ci
rivestiamo entrambe, mi da da mettere le sue mutandine, larghe per me
e s’impossessa delle mie.
-La
prossima volta che verrai giocheremo con quello e il tuo culetto,
ok?- indica l’enorme cazzo nero.
-Va
bene- rispondo.
-Vedrai,
la prossima volta ci divertiremo ancora di più!-
-Senz’altro!-
Esclama
lui rispondendo al posto mio.
Diavolo
d’uomo, cos’altro avrà mai in mente?
So
che mi scoperà appena aperta la porta d'ingresso, non arriveremo al
letto.
Contro
il muro? Sul pavimento?
mercoledì 29 agosto 2018
LA NOTTE DI SAN LORENZO.
Quante cose cambiano nel tempo... stati d'animo, pensieri, strategie di vita. Quello che era valido allora... adesso sono solo sciocchezze senza fondamenta.
Se
devo domandarmi...
"eri felice?" La risposta è "no",
se devo chiedermi "e... ora? Sei felice?"... la risposta è... "non del tutto ma almeno non sono infelice".
La differenza è che ora un grande desiderio ce l'ho... uno enorme, importante, unico...
La notte di san Lorenzo di qualche anno fa:
- Guarda.. eccone una di stelle cadenti, svelto esprimi un desiderio, su veloce...
- Voglio discendere l'Urubamba da Cuzco fino al mare...
- Ma che c'entra? Ma come ti viene in mente una cosa cosi'? Sono offesa...
- Ma ho detto la prima cosa che ho pensato!
- Tu sei tutto fumato... cazzo... dovevi esprimere un desiderio su di me.
- Fumato? Quelle canne erano tutta paglia, ti hanno imbrogliato!
- Eccone un'altra... svelto... esprimi...
- Voglio avere sempre il cazzo cosi' duro da poter spaccare mille culi!
- Fanculo! E anch'io... che mi sono messa con uno stronzo come te!
- Prova tu allora... che sei cosi' intelligente.
- Eccone una... allora... vorrei vivere tutta la vita con te...
- Cazzo! Non e' un desiderio... e' una condanna all'ergastolo!
- Quanto sei...! Ma non vuoi vivere con me per sempre?
- Noooo...! Non sai che sono seguace della religione di Amorath...?
- Tu sei fatto di brutto... farnetichi! Chi cazzo è 'sto Amorath... mai sentito!
- Lo conoscono solo gli iniziati...
- E che dice 'sta religione... sentiamo la cazzata...
- Vieta di essere fedele, predica il sesso libero... è contraria al matrimonio.
- Te pareva! Te le stai inventando per il tuo tornaconto.
- No, no... giuro!
- E tu ne sei un seguace..?
- Uno dei più ortodossi... si...
- Allora non ti dispiacerebbe se anch'io praticassi 'sta religione...
- No, no... tranquilla... sono davvero superiore a queste cose...
- Mi hai liberato da un peso... stamattina mi ha accompagnato al lavoro... Max...
- Max? Quel biondo scemo con le mechés?
- Si... si... lui... a mezza strada si è fermato a lato e mi ha messo la mano...
- Guarda... eccone un'altra! Voglio che a questa gran troia le si cementi la fica!
-...la mano fra le cosce... mi ha fatto godere così... e poi mi ha scopato...
- Un'altra ancora... e voglio che le si cementi anche il culo... a questa puttana...!
- Ma dai...! Scherzavo... non è vero nulla...
- Ma io i desideri li ho espressi davvero! Ma non li pensavo sul serio...
La notte di San Lorenzo è la notte del 10 agosto. Ogni anno gli occhi si rivolgono speranzosi al cielo per cogliere al volo una stella cadente.
Scientificamente la caduta delle stelle è da imputarsi al passaggio, all'interno dell'orbita visiva terrestre, degli asteroidi della costellazione Perseo. Nella credenza popolare questa notte è dedicata al martirio di san Lorenzo e le stelle cadenti sono le lacrime versate dal santo durante il supplizio, lacrime che vagano eternamente nel cielo e scendono solo in quella occasione.
In questa notte, infatti, si ritiene che si possano avverare i desideri espressi all'attimo della caduta.
Ad ogni stella cadente si pronuncia questa filastrocca:
"Stella.. mia bella stella.. desidero che.."
La prossima notte di san Lorenzo avrò gli occhi rivolti verso il buio del cielo e certamente non mancherà di apparirmi la Mia stella cadente... so che è cosi'...
...Stella... mia bella stella... desidero che... che LEI...
(Fantasia scombinata di Tibet.)
La differenza è che ora un grande desiderio ce l'ho... uno enorme, importante, unico...
La notte di san Lorenzo di qualche anno fa:
- Guarda.. eccone una di stelle cadenti, svelto esprimi un desiderio, su veloce...
- Voglio discendere l'Urubamba da Cuzco fino al mare...
- Ma che c'entra? Ma come ti viene in mente una cosa cosi'? Sono offesa...
- Ma ho detto la prima cosa che ho pensato!
- Tu sei tutto fumato... cazzo... dovevi esprimere un desiderio su di me.
- Fumato? Quelle canne erano tutta paglia, ti hanno imbrogliato!
- Eccone un'altra... svelto... esprimi...
- Voglio avere sempre il cazzo cosi' duro da poter spaccare mille culi!
- Fanculo! E anch'io... che mi sono messa con uno stronzo come te!
- Prova tu allora... che sei cosi' intelligente.
- Eccone una... allora... vorrei vivere tutta la vita con te...
- Cazzo! Non e' un desiderio... e' una condanna all'ergastolo!
- Quanto sei...! Ma non vuoi vivere con me per sempre?
- Noooo...! Non sai che sono seguace della religione di Amorath...?
- Tu sei fatto di brutto... farnetichi! Chi cazzo è 'sto Amorath... mai sentito!
- Lo conoscono solo gli iniziati...
- E che dice 'sta religione... sentiamo la cazzata...
- Vieta di essere fedele, predica il sesso libero... è contraria al matrimonio.
- Te pareva! Te le stai inventando per il tuo tornaconto.
- No, no... giuro!
- E tu ne sei un seguace..?
- Uno dei più ortodossi... si...
- Allora non ti dispiacerebbe se anch'io praticassi 'sta religione...
- No, no... tranquilla... sono davvero superiore a queste cose...
- Mi hai liberato da un peso... stamattina mi ha accompagnato al lavoro... Max...
- Max? Quel biondo scemo con le mechés?
- Si... si... lui... a mezza strada si è fermato a lato e mi ha messo la mano...
- Guarda... eccone un'altra! Voglio che a questa gran troia le si cementi la fica!
-...la mano fra le cosce... mi ha fatto godere così... e poi mi ha scopato...
- Un'altra ancora... e voglio che le si cementi anche il culo... a questa puttana...!
- Ma dai...! Scherzavo... non è vero nulla...
- Ma io i desideri li ho espressi davvero! Ma non li pensavo sul serio...
La notte di San Lorenzo è la notte del 10 agosto. Ogni anno gli occhi si rivolgono speranzosi al cielo per cogliere al volo una stella cadente.
Scientificamente la caduta delle stelle è da imputarsi al passaggio, all'interno dell'orbita visiva terrestre, degli asteroidi della costellazione Perseo. Nella credenza popolare questa notte è dedicata al martirio di san Lorenzo e le stelle cadenti sono le lacrime versate dal santo durante il supplizio, lacrime che vagano eternamente nel cielo e scendono solo in quella occasione.
In questa notte, infatti, si ritiene che si possano avverare i desideri espressi all'attimo della caduta.
Ad ogni stella cadente si pronuncia questa filastrocca:
"Stella.. mia bella stella.. desidero che.."
La prossima notte di san Lorenzo avrò gli occhi rivolti verso il buio del cielo e certamente non mancherà di apparirmi la Mia stella cadente... so che è cosi'...
...Stella... mia bella stella... desidero che... che LEI...
(Fantasia scombinata di Tibet.)
martedì 28 agosto 2018
VACANZE CON LA FIGLIA. (6^PARTE)
FINE PRIMA PARTE...(sospiro di sollievo?)
VITTORIO:
Appena entra rilevo l'odore. Odore di sesso, forte. E capisco che la puttana si è scopata il mondo, ma ormai mi sono adeguato.
Rabbia, gelosia e sconcerto sono relegati dentro, nel mio profondo.
E' mia figlia ma non è più la mia bambina, è una donna che usa la sua libertà. Forse non sa dire di no, forse è una puttana nata, ma è così che mi piaccia o no e non voglio cadere nel baratro della gelosia futile che non porta piacere.
La userò questa troietta.
Sarà lei a solleticare la mia libidine.
La userò e mi darà piacere, un piacere sottile ma che cercherò. E la scoperò... ogni notte...ogni volta che ne avrò desiderio. Avrò la sua gioventù, la sua carne giovane... la sua figa profumata e sempre pronta.
-Spogliati Patrizia e vieni vicino a me...-
Lei sul momento è stupita ma poi si adegua... butta gli abiti, toglie gli slip e mi raggiunge.
L'annuso.
-Hai leccato una donna? Sai di figa...-
Mi dice di si... leccato figa e culo.
Le metto la mano fra le cosce e trovo un fiume. Ora la sua bocca è a pochi millimetri dalla mia e ci beviamo il respiro.
-Racconta puttana... tutto e bene...-
Prendo la sua mano e me la metto sul cazzo. E' una torre di carne il mio cazzo, duro dall'eccitazione, duro nonostante io abbia scopato da poche ore.
La donna che ho scopato è Lucia, quella della sera precedente, l'ho goduta mentre il marito partecipava ad una partita di pesca.
-Raccontami tutto e poi ti dirò io di lei... di Lucia, della sua figa e del suo culo.. di come l'ho presa e di come godeva...-
Inizio a masturbarla, prima piano... poi sempre più forte, sul cazzetto duro che è diventato il suo clitoride o in lunghe carezze che faccio finire al suo buco fra le natiche. Sento morbido e arrendevole anche questo... fradicio.
La puttana si è fatta inculare...
Le chiedo se è così e lei conferma.
Le dico di continuare e lei mi racconta e il raccontare le fa rivivere gli orgasmi... mi dice della ragazza e dell'uomo, di come erano e di cosa hanno fatto.
Io chiedo dei suoi orgasmi... quanti e come erano? Tanti risponde... alcuni da perdere la testa. .
Continuiamo... io a toccarla e lei a menarmi, è evidente la nostra volontà di portare la conclusione di questo gioco più in là possibile, godere del crescere della eccitazione... tentare di gestirla...
Le dico che è una troia e lei dice che è vero.
Mi dice che sono un porco... un porco di padre e confermo anch'io questa verità.
Ogni tanto ci fermiamo e le nostre bocche si uniscono in baci furiosi. Usiamo labbra e denti... ci succhiamo la lingua e poi ricominciamo.
Lei mi dice dell'inculata e di come sentiva il cazzo arrivarle nello stomaco. Poi vuole sapere della mia scopata e io le racconto.
Le racconto che ho preso Lucia da animale, che volevo sfogare su quella donna la rabbia di sapere lei in giro a fare la puttana. Le racconto di come l'ho inculata senza molta preparazione, di rabbia e di come, nonostante questo, lei abbia goduto di ciò. Di come le ho colpito furiosamente le grosse natiche con schiaffi furiosi, e sulle tette e sul viso... e che lei ne avrebbe voluto ancora... e ancora...
Ora sto usando le dita nel suo culo, due che faccio penetrare fino al palmo e le chiedo...
-Qui... qui te l'ha messo? Puttana che sei? Qui? Dentro tutto fino ai coglioni...?-
E lei... inarcandosi mentre con le unghie mi stringe il cazzo.
-Si... porco! Lo sentivo sai? Mi bruciava tutto il culo con quel cazzo dentro che mi lavorava e lei... lei.... -
E' un orgasmo che la ferma... che le toglie la voce.
Non la lascio riprendersi e continuo... ora le dita sono tre.
-E lei...? E lei cosa faceva?
-Mi baciava quella puttana... mi rubava i gemiti dalla bocca mentre il suo uomo mi rompeva il culo...-
La giro sul fianco, la faccio piegare in avanti e le alzo la gamba. Il suo culo è fradicio... voglio leccarlo prima di incularla. Voglio succhiarlo, bere quello che ha all'interno. La prendo a la tiro a me... le spingo la punta della lingua dentro... su chio... e lei da puttana, quale è...
-Dallo anche a me....passamelo in bocca dai...-
La bacio e le do la mia saliva e il sapore del suo culo.
Ora la voglio...voglio venire e voglio godere di lei. Voglio sborrare nel culo di questa puttana, sarà la mia puttana!
Mia figlia sarà la mia puttana!
La rimetto sul fianco e le cerco il buco con la punta del cazzo. E' aperta, è malleabile... ma ciononostante faccio fatica, poi sento la cappella superare il muscolo anale e tutto è facile. Lei si lamenta... io le dico di masturbarsi, di strizzarsi il clitoride mentre la faccio e lei facendolo si rilassa; ora la sento spingere contro il mio cazzo che vuole penetrarla entrando fino al pelo.
La monto... spingo dentro di lei come un pazzo... la costringo sul ventre e continuo... le tengo alto il bacino con le mani per incularla meglio.
Siamo in piena frenesia.
Le sto urlando che la voglio, che le farò fare laputtana proprio per goderla di più dopo e lei urla di si... che lo farà per me.
Che farà tutte le sere latroia, che si farà scopare da uomini e donne e penserà facendolo al momento di dirmelo.
Mi svuoto nel suo culo.
E ci troviamo bagnati di sborra, di umore di figa, di sudore.
Dormiamo. Abbracciati.
PATRIZIA:
Siamo a Saint Maxime!!!!!!!!!!!
E' un bellissimo posto! Scruto il panorama... è qualcosa di stupendo! Ho fatto bene a mollare quel ... di Manuel e poi il mio paparino porco ora mi scopa di continuo. Mi scopa diverse volte al giorno... sembra inesauribile, figa e culo, bocca.
Qualcuno che lo fa, finalmente!
Da quando il nostro rapporto ha cambiato piega, va tutto eccezionalmente bene!
E poi c'è sempre il sole... in un giorno stupendo come questo molliamo in fretta il camper al nostro solito campeggio e ci addentriamo nella cittadina. Vittorio ha promesso di portarmi in un ristorantino sul mare dove venne anni fa.
Mangeremo del pesce crudo, il migliore del posto... mi ha detto che è afrodisiaco ma non sembra proprio che io e lui ne abbiamo bisogno!
Indosso un vestitino bianco e sandali alti, inforco gli occhiali da sole, afferro il mio cappello di paglia a tesa larga e lascio qualche messaggio ambiguo su facebook con il cellulare...
"A breve le foto con il mio nuovo fidanzato".
Lo faccio crepare Manuel! Giuro! Porto la fotocamera così faccio un po' di foto con mio padre da fargli vedere!
Mentre scendiamo lungo le stradine della cittadina, quelporco di mio padre mi palpa ilculo al di sopra del vestito. Lo sento strizzarmi le natiche una per volta e appena qualcuno passa distoglie lo sguardo e toglie la mano.
Vuole giocare sporco con me, lo sa che mi eccito in fretta.
In un vicolo il porco mi spinge contro il muro, ho le sue mani sotto il vestito e gli palpo bene il cazzo duro.
Cerca le mie tette e presto i miei capezzoli sono nella sua bocca, uno alla volta, me li morde forte il maiale mentre con la mano mi penetra sotto.
Ma cosa vuole fare? Vuole fottermi qui?
Lo sta tirando fuori... è pazzo! E io sono la sua degna figliola... pazza come lui! Sta sollevandomi una gamba per potermi fottere. Ora il suo cazzo striscia proprio contro la mia figa e mi sento sciogliere... lo striscia per bene lungo il mio spacco... mi fa gemere dalla voglia.
Poi... un rumore improvviso di passi sull'acciottolato del vicolo,
Ci rimettiamo a posto e scappiamo...
-Sei un porco... Vittorio. A momenti ci sorprendevano...-
-E allora? Ti sarebbe piaciuto che ci guardassero scopare... e poi non sanno che sei mia figlia, qui sono molto tolleranti con gli amanti... . Su... andiamo!-
-Mi lasci così...? A bocca asciutta?-
Stronzo di padre... non sa che cosa ho adesso fra le cosce? Un vero vulcano! Voglio essere fottuta... avere dentro un grosso cazzo duro.
-Si! Ti lascio a bocca asciutta! Dai, che ho prenotato il tavolo per le 13 e ho fame... forza bambina, andiamo.-
Io ho un padre stronzo... eccone la conferma.
Il posto in cui mi porta è bellissimo! Un ristorante su una grande terrazza bianca! Tavolini con tovaglie fresche di bucato, poltroncine imbottite... e una stupenda vista sul mare!
Ci accompagnano al tavolo e dopo poco un giovane ci porta i menù.
-Ma è bellissimo qui, Vittorio! Ci sei venuto con la mamma?-
-Beh... no!-
-E con chi ci saresti venuto? Racconta... porco!-
-Una donna di queste parti... Nadine, mi sembra. Una breve frequentazione... finita abbastanza in fretta...-.
-Brava a scopare la troia???-
Nota il mio lampo di dissenso.
-Si... ma non essere gelosa ora! Direi di si... brava a scopare, appassionata, ma forse sperava più in un rapporto uomo-donna dove ci fosse l'amore... la continuità di rapporti... -
Perchè mio padre deve darmi sempre risposte così complicate ed elusive quando si tratta dei fatti suoi? Dei miei parliamo con una certa nonchalance ma dei suoi? Sembra di cavargli le parole di bocca!
-E perché non vi siete visti più?-
-Mmm... è la vita... a me non andava di impegnarmi. Era un tipetto come te sai? Ma non ne parliamo...dai... -
Eccolo che scappa... non ci si riesce a levargli nulla, padre stronzo! Eppure mi piacerebbe sapere di lui... delle sue donne.
Consegniamo i menù al cameriere dopo aver ordinato un vassoio di ostriche e frutti di mare e una grigliata mista per entrambi. Sono curiosa di vedere se mangiare un'ostrica cruda è come dice il mio papino, se il sapore è quello di una figa di donna. E' una cosa da verificare .
Mi viene in mente la figa che ho leccato l'altra notte... Cazzo! Ma perché devo sempre bagnarmi così? E' una cosa indecente!
Il vassoio che arriva è imponente ed a portarlo è un altro ragazzo, un belfigo di colore che non passa inosservato ai miei occhi. Gli sbavo dietro... non è da poco che bramo di scoparmi uno così! Dopo aver lasciato noi, si aggira per la terrazza a servire gli altri tavoli.
Non posso fare a meno di guardarlo, osservo ogni sua mossa e quel suo culo tondo, con i muscoli guizzanti... mi eccita ulteriormente... sono stregata! Vittorio si accorge del mio interesse e ci mette poco a prendermi dal verso giusto.
Infila una mano sotto il tavolino e la poggia sul mio ginocchio. Risale lungo la coscia fino a sfiorarmi...
-Dio se sei bagnata! Ti piace il ragazzo, puttanella?-
-Si... si papi, mi piace....-.
-E' il figlio del padrone. Lo ricordo da bambino... lui aveva sposato una bellissima donna negra o mulatta molto scura, meravigliosa. Il ragazzo ha preso molto da lei. Lo sai come hanno il cazzo i neri... puttana? Grosso, lungo e venato... scuro... scuro come l'ebano sull'asta... a volte con il glande chiaro invece altre volte nerissimo... -
Il suo dito medio mi sfiora ritmicamente, su e giù, mi sento sciogliere, ho le mutandine del tutto bagnate e il mio umidore scandaloso attraversa il sottile strato di stoffa.
-Lo sentiresti spaccarti, sai puttanella? Se ti scopasse, dico... te la allargherebbe tanto da poterci mettere una mano a pugno!-
Sento i fremiti adesso e lui continua a toccarmi senza ritegno. Ho voglia di farmelo, di scoparmelo così...su due piedi... di avere quel grosso tronco nero!
-Ora lo chiamo... voglio che lo conosci...-
Gli fa un gesto... il ragazzo accorre sollecito. Vittorio gli chiede della madre... del padre. Mi presenta.
Piacere Patrizia... lui? Renè.
Successivamente, mentre si allontana verso altri tavoli, Vittorio mi stuzzica.
-Guardalo, fissalo, dai... gioca con gli sguardi come sapete fare voi donne... seducilo... seduci il bel negretto...-
-Ummm... papi... lo vorrei, si... -
-Forza, seducilo e vedrai che ti scopa... . Adesso puttana, voglio che te lo scopi adesso...-
Aggancio i miei occhi ai suoi, scuri come la pece. Ho le guance avvampate di voglia, le labbra arrossate dai piccoli morsi che mi sono data per contenere il desiderio che mi sale tra le gambe. Si vede lontano un miglio che sono eccitata, solo un cieco non se ne accorgerebbe.
-Allora posso scoparmelo ora? Subito?-
-Te lo lascio fare, puttanella. Ma voglio qualcosa di extra in cambio...-
-Cosa vuoi? Mi hai già tutta...faccio ogni cosa che mi chiedi.-
-Voglio una cosa... stanotte viene da me Lucia... è sola, il cornuto va a pesca notturna...-
-Porco... e tu saresti un padre? Scommetto che vuoi che faccia la troia con lei, vero porco? Non è vero, puttaniere? Sai che non ti dico di no....-
-Sei proprio mia figlia... sei troia Voglio che la tormentiamo un po'... la leghiamo... Vai ora... vediamo cosa combini.-
Lo mollo al tavolo in terrazza ed entro per cercare Renè. Sta sorvegliando l'andamento del locale da dietro il banco del bar.
Mi siedo su uno degli sgabelli, certamente non si aspettava un mio approccio così diretto. Non è rimasto insensibile al mio sguardo di prima e mi chiede se ho bisogno di qualcosa. Gli dico, si! Ho bisogno di un cocktail fresco, con molto molto ghiaccio. Mi sorride, mi guarda nella scollatura, ti piace quanto vedi... eh? Quando mi porge il bicchiere poso la mia mano sulla sua, il mio cervello già è in preda alla voglia, vede già quelle mani a scorrermi sul corpo, a stringermi le tette strizzandomele.
E il cazzo... chissà com'è il suo cazzo! Nero... grosso... potente.
Dopo averne bevuto un po', sfilo un cubetto di ghiaccio dal bicchiere e lo passo sulla mia gola... poi lentamente sullo sterno... fra le tette. A contatto con la mia pelle bollente un rigagnolo d'acqua scende lento in una lunga scia nell'incavo fra i seni.
Renè osserva rapito, ha rallentato lo svolgere della sua attività.
-Che fai Renè... oltre che lavorare qui...?-
E'uno studente universitario di ingegneria e ha 24 anni. Aiuta nel ristorante.
Le gocce continuano a scendermi tra i seni, nel frattempo ho sbottonato sempre più i bottoncini dell'abito e adesso i due globi sodi sono ben evidenti davanti alla sua vista.
-Che caldo Renè... guarda come sono sudata... e sapessi sotto!-
E' perso il ragazzo... il suo sguardo è calamitato sulle mie tette.
Annuisce solo col capo ed è in quel momento che sferro il mio attacco.
-Fammi vedere dove sono i gabinetti Renè... ho paura di perdermi...-
Mi alzo dallo sgabello.
Chissà cosa starà vedendo il mio paparino lì dal tavolo... chissà cosa starà pensando. Brutto porco... fetente di un padre! Vuole farmi leccare la figa di Lucia! Maiale... e torturarla? Frustarla? Ma chissà perché la cosa mi eccita?
Ci dirigiamo verso i bagni ed è lui a prendere l'iniziativa adesso. Mi trascina nei bagni del personale, quelli con spogliatoio annesso, e varcata la soglia ho le sue mani dappertutto.
Lo spoglio in fretta e furia, gli apro la camicia scoprendogli il petto mentre lui gira la chiave nella ... della porta. Ho urgenza di godermelo... lo voglio nudo e voglio il suo cazzo pulsarmi dentro!
Strappa via la camicia da me aperta e gli sbottono la cinta mentre in un solo gesto scalcia via le scarpe. Un istante dopo toglie insieme boxer e pantaloni ed è in quel momento che l'asta si ritrova a svettare in su, davanti ai miei occhi.
Renè mi prende la testa e me la spinge verso il suo palo di carne. Quasi neanche il tempo di vederlo che già me lo ritrovo in bocca! E' grosso, largo e lungo, tende un po' verso sinistra... ha la cappella chiara rispetto all'asta che è nerissima come il resto del suo corpo. Cerco di suçchiarlo alla meglio mentre la sua mano mi spinge su e giù a prenderlo in bocca. Bastava solo un po' di incoraggiamento, vero Renè?
La sua mano lascia la mia testa e mi tasta le tette nella scollatura già in parte aperta nel mio giochino al bar. Mi strizza forte i capezzoli facendomi gemere, poi allunga di più la mano e mi dà uno sculaccione sulculo.
-Ahi! Renè!-
Ha lo sguardo divertito... mi tira su di fretta il vestito e l'intimo vola via come se non ci fosse mai stato. Un istante dopo mi ritrovo con le mani contro il muro a prendere il suo cazzo da dietro. Spero non faccia male, spero si contenga nella voglia e invece... mi allarga del tutto... e di forza!
Sento il suo grosso fallo di carne che scava di continuo, con un ritmo deciso. Inizio a gemere senza controllo, tanto è l'impeto dei suoi colpi, ma mi blocca la bocca con una mano, con l'altra mi tiene afferrata da un fianco così stretta da farmi male. Spinge di forza e con voglia e mi sente venire più volte dalle forti contrazioni del mio ventre. Mi libero un attimo dalla sua morsa e lo sento fuoriuscire lentamente.
Mi volto e trovo il suo cazzo nerissimo rigato dal mio umore bianchiccio. E' uno spettacolo, duro e venato nonché unto dalla mia figa!
Si siede su una panca dello spogliatoio e mi fa cenno con la mano di avvicinarmi.
Faccio pochi passi verso di lui e mi tira a sè dal braccio per ritrovarmi impalata. Con le gambe allargate, doso piano i movimenti e mi faccio penetrare fino in fondo, fino a ritrovarmi del tutto piena. Non posso lasciarmi andare ad un istante di rilassatezza senza sentirmi quel tronco toccare la cima e scuotermi fino allo stomaco.
Lo faccio per gioco... mi rilasso un istante di più, mi rilascio, seduta sul suo corpo e lo sento dentro toccarmi la cima. La sensazione è davvero perversa... le piccole labbra stirate, allargate dalla larghezza delcazzo di Renè e dentro la sensazione di rischiare di essere sfondata.
Stavolta sono io a dettare il ritmo. Salgo e discendo, curandomi di strusciarmi bene lafiga contro il palo nero. Gli dico di guardarmi fare e lui si inclina un po' per osservare meglio. Nell'osservare mi infila un dito nelculo, il pollice, grosso, che mi fa sentire ancora più larga. Da lì mi tira giù violentemente. Nonostante sia io a montarlo, mi tira verso il basso per ricadergli addosso violentemente. Grido di nuovo... chissà cosa si sentirà fuori di qui???
Sento la figa tremarmi tutta... la sento farsi di fuoco, disciogliersi completamente... e gli orgasmi brucianti ormai si susseguono!
Godoooo!
In una maniera incredibile! Grido proprio da puttana... con gridolini striduli... gli dico ... ancora... ancora! Lui, eccitato come mai, mi sborra dentro e lo sento. Getti lunghi e caldi che colano fuori appena si stacca da me.
Mi fa alzare ma il suo dito è ancora nel mio culo. Quel grosso pollice ruota e allarga e noto che il suo cazzo non ha dato il minimo segno di cedimento.
La voglia non mi è passata... il dito nel culo mi procura mille brividi sulla pelle e più guardo il suo cazzo, più desidero di sentirmi sfondare il culo.
Mi metto a pecora sulla panca... mi porgo a lui, con una mano tiro una natica per tenere il buchino aperto ed esposto alla sua vista.
Lo vuoi Renè?
La risposta non tarda ad arrivare e si posizione subito dietro di me. Mi unge ancora con più dita bagnate e quando lo sento ben morbido forzo i muscoli a restare aperti. E' una gran fatica, poggia il glande chiaro e lo spinge dentro... fa malissimo, quasi piango ma resisto!
Oggi torno dal mio papi con il culo rotto! Me lo spacca questo porco!
Riuscito ad entrare con tutta l'asta, pompa piano e maldestro, la strettoia non gli permette di essere agile nei movimenti e allora lo tira un po' fuori, lo bagna e lo rinfila dentro il mio buchetto. Continua così per un po' di volte... il tempo di sentire l'anello dello sfintere cedere del tutto alla grossa penetrazione. Mi reggo con fatica alla panca mentre lui mi tiene salda dai fianchi. Sono colpi lenti e precisi i suoi, che mi bruciano ad ogni passata ma che al contempo mi danno piacere.
Spinge... spinge... ritira e spinge. E inizio a godere col culo.
Arriva un orgasmo... lento, da lontano, lontanissimo! Lo sento lungo le vertebre ad ogni colpo che mi assesta.
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii i!!!
Grido il mio piacere! E resisto! Resisto finché non lo sento venire di nuovo!
Stavolta il suo cazzo sguscia fuori mollo dal mio buchetto insieme ad un rivolo di sperma rigato da sangue. Tampono lievemente con la carta del bagno e cerco di ripulirmi almeno esternamente ma dentro sento ancora il suo seme denso. Ci rivestiamo ed usciamo dagli spogliatoi,
Renè torna a sovrintendere il lavoro dei dipendenti di suo padre, io mi dirigo ondeggiante verso il tavolo dove mi aspetta Vittorio.
A fatica mi siedo, il culo mi fa male.
Sollevo un attimo lo sguardo verso di lui che nota la mia difficoltà. Vedo i suoi occhi del tutto preda dell'eccitazione.
-Sei proprio una puttana!-
-Mi ha rotto il culo... papi...-
Si alza e adesso è lui a trascinarmi in bagno.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Nota degli autori, la prima parte finisce qui. Ma la coautrice ha già scritto parte del seguito... ha la mente piena di...ehm... idee.
L'ho convinta ad aspettare un po', per non annoiare.
E poi?
Io ho bisogno di scrivere d'altro.
Ma la ritroverete.
lunedì 27 agosto 2018
VACANZE CON LA FIGLIA (5^ parte)
VITTORIO:
Sono impazzito… la
rabbia e il desiderio si sono fusi e non mi controllo più, questa
piccola puttana mi ha scaldato i sensi e voglio averla. Voglio
fotterla, mettere il cazzo nella sua figa… scoparla come hanno
fatto i suoi uomini di questa notte. La voglio, che lei sia
consenziente o no!
Le tengo le mani sopra la testa e con un mio
ginocchio le apro le gambe. E questo nonostante le sue urla e i
tentativi di liberarsi.
Un attimo e riesco a trovarla… spingo e
la penetro. Entro in lei... nel suo caldo e nel suo umidore.
E’
bagnata… a forza lo spingo dentro tutto e inizio. Forti colpi. Mi
fermo e ricomincio.
Prima mi insulta... si lamenta… grida che
dirà tutto… che me la farà pagare.
Io continuo e ad un certo
momento la sento diventare tenera, i suoi muscoli rilassarsi e il suo
corpo adattarsi al mio…
Allarga le gambe…
Ora ci muoviamo
in sincrono… le ho lasciato le mani e lei le porta sulle mie
spalle, io le cerco la bocca, le mordo le labbra ma non più con la
violenza di prima…
Allaccia le gambe sul mio corpo… è aperta,
aperta completamente. Mi alzo e mi metto le sue gambe sulle spalle…
ricomincio. Lei mi ferma un attimo e le raggruppa sotto di me.
Aperta, mi sussurra con voce rotta che in questa posizione sente il
cazzo aprirle la pancia, che così gode da impazzire. E inizia
infatti a godere con frequenti orgasmi, sempre più ravvicinati.
Fremiti, gemiti e urla.
Mi dice di continuare, di non smettere
assolutamente. Di farla godere ancora.
Ora la alzo e la metto con
il petto sulla seduta del divano e la prendo di forza di nuovo. Uhm…
sbattere contro quel culetto sodo! Ormai la libidine dentro di me non
sente più ragioni, vuole solo soddisfazione e fino al momento nel
quale le sborro dentro anche l’anima continuo senza un attimo di
pausa.
Mi svuoto e ci troviamo sul pavimento... fianco a fianco...
Realizzo…! Ma che ho fatto!
Siamo ambedue ansanti… il
fatto che mi abbia accettato, che abbia goduto con me e di me non
migliora di molto il fatto.
Ho scopato mia figlia… l’ho
violentata!
Inizio a scusarmi… a chiederle perdono. Mi sembra di
aver commesso una cosa atroce.
Lei è più razionale.
E’
stesa sulla schiena, aperta… la mia sborra le esce in rivoli e
scende fra le cosce… lei si accarezza e ci passa le dita.
Mi
mette le dita sulla bocca… .
Mi dice che non le dispiace affatto
che sia successo… solo cazzo… non potevo fare a meno di
picchiarla sul culo così selvaggiamente? Ha un male dannato.
Le
bacio e le lecco il culo… .
PATRIZIA:
Il rimorso lo
porta a chiedermi perdono di continuo, a dirmi che gli dispiace, che
sono sua figlia, la sua bambina ma io non ne sono dispiaciuta,
affatto.
E’ stato… intenso.
Anche strano. Non è da tutti i
giorni farsi scopare dal proprio padre. E mentre blatera imbarazzato
mille discorsi senza senso sulla genitorialità io lo
interrompo.
-Papà… papà ascoltami-
-Si?- mi guarda timoroso
ancora.
-Noi faremo come nulla fosse… vivremo le nostre vite
regolarmente. Io continuerò a divertirmi come ho fatto finora e tu
ad avere la tua vita sociale così come l’hai sempre avuta. Come
nulla fosse… ok?- sfodero lo sguardo più convincente e
tranquillizzante che posso avere.
-Si…- risponde.
Un si che
mi mette tristezza. Perché è cambiato tutto ormai.
Tutto ciò
che eravamo, padre e figlia, non esiste più, ora siamo solo un uomo
e una donna. Ora siamo eccitazione e follia… ho voglia di lui
ancora eppure dobbiamo far finta che nulla sia successo.
Esce mentre il sole inizia a calare e dice che tornerà più
tardi, che va a fare un bagno per schiarirsi le idee.
Mi sollevo
dal pavimento col culo dolorante e una strana apprensione. Non posso
sedermi senza quasi piangere dal male e allora torno a distendermi
sul letto. Lo faccio con fatica cercando di piegare il meno possibile
il busto in avanti o le gambe. Cerco il mio cellulare e trovo un
messaggio di Matilde. Mi avverte di una festa in spiaggia alle 22…
le dico di si, che passerò da lei un po’ prima.
Non so se sono
ancora in punizione o meno dopo gli ultimi eventi.
Comunque alle
20 papà non è ancora tornato e io corro da lei.
Mentre Matilde
si struscia addosso ad un moraccione ballando la lambada, io resto
seduta al bancone bar del lido sorseggiando un tè sotto le lanterne
colorate.
Mi guardo intorno, osservo quella calca di giovani
scatenati e in lontananza una sagoma maschile mi fa un cenno con la
birra che stringe in mano.
Si scansa dal muro a cui era poggiato e
noto la sua chioma mossa e fluente su un volto lineare di occhi scuri
come la notte e una lieve barba che gli contorna delle labbra
carnose. E’ alto, il fisico è snello e la carnagione
abbronzata.
Si siede sullo sgabello vicino a me e mi saluta.
In
un sorso svuoto il poco contenuto del bicchiere. Il ghiaccio scivola
sul fondo e lo accompagno coi movimenti del polso.
-Un altro
bicchiere di quello che beveva alla signorina!- e il barista mi porge
un nuovo bicchiere di tè con ghiaccio.
Mi volto, lo osservo, mi
sorride.
Si presenta, il suo nome è Alfredo. Iniziamo a
chiacchierare mentre lui continua ad offrirmi da bere. E’ un
ragazzo socievole, ha un non so che di seducente… sarà il suo
sguardo o il suo modo di fare, non so. Per un po’ scordo cosa è
successo questo pomeriggio.
Ogni tanto mi sfiora la mano, me la
bacia, mi sorride e si avvicina sempre più a me. Fa complimenti e
osa un bacio sfiorato al mio orecchio. Mi solleva i capelli con una
mano e sento la sua lingua accarezzarmi il lobo dolcemente.
Un
brivido di eccitazione mi scuote e mi chiede se vogliamo andare in un
posto… più tranquillo. Con un cenno acconsento.
Un istante
prima di alzarci una ragazza molto carina mi si avvicina. Bionda,
esile, ma con due seni spropositati rispetto alla sua figura.
Si
avvicina a noi e saluta Alfredo.
-Vedo che hai già fatto
conquiste…!- mi strizza l’occhiolino e sorride a lui.
-Ti
presento Martina… è una mia amica- le porgo la mano e me la
stringe.
-Siamo un particolare tipo di “amici” io e
Alfredo…-.
Si siede con noi e inizia un particolare gioco di
sguardi e di ammiccamenti tra me e lei. Poco dopo le sue mani sono
sulla mia coscia, risalgono fino a sfiorare il lembo dei miei
attillati short.
Mi sussurra all’orecchio… mi dice che sono
bella, che sono il suo tipo… mi chiede se ci sto con lei. Le faccio
cenno di si.
Mi prende per mano e mi conduce con lei. Lasciamo
Alfredo e ci incamminiamo verso dei bungalow lì vicino. Ci voltiamo
e lo vediamo seguirci.
Mi sorride, io le sorrido. Sono
eccitata.
Nella minuscola stanza io e lei ci spogliamo
inginocchiate sul letto. Lei mi sfila il top dorato mettendo in
mostra i miei seni, io le sbottono la gonna e gliela calo. Metto una
mano tra le sue cosce e la trovo umida e bollente.
La stanza odora
di figa e dopo un po’ si impregna dei nostri sudori.
Alfredo è
seduto vicino al letto e ci guarda compiaciuto mentre ci diamo
piacere.
Le mordo i grossi seni, glieli lecco, li stringo, ci
gioco.
Le sue mani mi esplorano la figa e il culo, mi scopa con
quelle. Le inserisce a forma di uncino e mi gratta le pareti interne
facendomi sobbalzare di piacere. I suoi gemiti si confondono con i
miei. Prendiamo a leccarci alternativamente. La sua figa sa di sale e
di pelle, sa di morbido miele, mi impregna le narici, mi unge il viso
mentre sono calata tra le sue gambe. Lei gode quanto se non più di
me, riempiamo la stanza del nostro piacere… solo gridolini di donne
e mani affusolate che si toccano, che si danno piacere, che si
scopano… .
Dopo chissà quanti orgasmi Martina fa cenno ad
Alfredo.
-Sai che genere di amici siamo io e lui?- sorride con lo
sguardo accecato dall’eccitazione.
Alfredo si alza e toglie la
camicia. Si avvicina a noi a bordo letto. Entrambe inginocchiate
davanti alla patta dei suoi pantaloni, lo sbottoniamo insieme come
fossimo due bambine curiose che scartano un regalo.
Poco per volta
tiriamo fuori questo cazzo, lungo e ricurvo all’insù, tendente
verso sinistra, venato… tanto… e turgido. Sento la mia figa
illanguidirsi, Alfredo mi aiuta a distendermi e si posiziona tra le
mie gambe.
Mentre Martina mi massaggia il clitoride lui mi spinge
il cazzo in figa. Lo fa strisciare tutto, dentro, veloce e a fondo.
Mi inarco un istante e mi si spezza il respiro. Appena mi rilasso un
secondo, Alfredo prende a scoparmi con foga mentre Martina lo incita…
spacca la figa a questa puttana, voglio vederla arrossata, dolorante
dal troppo godere… .
Tra le mie grida di godimento la vedo
smettere di masturbarmi e sedersi sul mio volto.
-Tira fuori la
lingua e leccami… dai puttana, fammi godere… dai…- mi dice.
Il
suo miele mi impregna del tutto il volto. Tento malamente di
soddisfarla, scossa come sono dagli orgasmi che mi procura il cazzo
di Alfredo.
Sembra non stancarsi mai. Ci fa mettere entrambe a
bordo letto, col culo in su e ci scopa una dopo l’altra, a turno.
All’una riserva le dita o palpate al culo mentre l’altra davanti
a lui viene scopata con forza in forti schioppi.
Poi lecca il culo
ad entrambe… ci allarga il buco con le dita. Vedo Martina aiutarlo
tenendomi le natiche aperte per lui. La sua lingua mi sonda il
buchetto, lo percorre e lo inumidisce; poi sono le sue dita ad
entrare, prima solo l’indice, poi indice e medio.
-Ha un bel
culo questa troietta… guarda Marti… ora glielo fotto…- lei
sorride entusiasta.
Martina gli lecca il cazzo, glielo bagna per
bene affinchè io goda e poi, con la bocca che sa del pompino che gli
ha appena fatto, prende a baciarmi con passione. I miei gemiti
muoiono nella sua bocca mentre sento la grossa asta di carne che si
intrufola nello stretto cunicolo del mio intestino.
Inizia
scopandomi piano, prende spazio e ne ottiene, il mio culo si adatta
alle sue dimensioni; poi prende a fottermi, con una mano mi afferra
un fianco e l’altra mi masturba il clitoride.
Martina smette di
baciarmi e ci guarda. Si masturba ad un palmo dal mio naso e lo
incita ancora… falla godere, rompile anche il culo ma voglio
sentirla godere.
Poi è lei a voler essere inculata. Mi mette le
natiche contro il viso e sono io a prepararla. Le lecco il buco e
glielo massaggio fino ad ammorbidirlo. Alfredo si posiziona davanti
alle sue chiappe sode e le stringe tra le mani. Con lei usa meno
delicatezza… dopo pochi secondi già grida di dolore ma anche di
goduria.
Le raggiungo le tette con una mano e gliele tocco… la
tensione e lo sforzo di contenerlo gliele ha rese gonfie e dure come
il marmo. Se ne sfioro i capezzoli la vedo sussultare.
I nostri
amplessi si susseguono in modo continuo… ci diamo piacere a vicenda
ininterrottamente, senza darci pace né trovarla. Gli orgasmi sono
forti tanto da essere dolorosi e brucianti.
Quando finalmente
Alfredo sborra per la seconda volta anche io e Martina ci accasciamo
stanche e sfinite.
Controllo l’orologio. Sono le 2 e 45. Prendo
i vestiti, li infilo e saluto i due.
Martina mi bacia sulla bocca,
mi dà il suo numero di telefono e mi dice che è stata benissimo,
che quando avrò voglia li troverò di nuovo disponibili.
Saluto
entrambi e mi avvio al camper.
La mia pelle è ancora pregna degli
odori ma sono stanca e decido di darmi solo una passata di salviette
lasciando la doccia all’indomani.
Quando varco la porta del
camper papà è al buio, sdraiato sul letto al buio ma sveglio ad
aspettarmi.
Mi guarda e mi chiedo cosa vorrà.
Intanto nello
stretto abitacolo l’odore di sesso che ho addosso si diffonde senza
lasciare nessun dubbio sulla sua origine.
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