Prima
devo fare una premessa: sono una commercialista, titolare del più
grande studio della regione, ho alle mie dipendenze oltre venti fra
ragionieri e laureati più le impiegate, quindi devo essere una
persona posata e responsabile e lo sono.
Mi
sono sposata giovane, non ancora laureata, con il padre dei miei due
figli di oltre trent'anni più anziano, il titolare dello studio
dove facevo pratica, dopo qualche anno mi ha lasciato vedova….
Come
avete capito, sono anche una donna molto passionale, che quando può,
in assoluta discrezione, si dedica al sesso molto attivamente, non ho
limiti e mi trovo spesso ad eccedere.
Questo,
mia figlia Giò lo intuisce, a volte ci siamo scambiate persino delle
confidenze sulle nostre esperienze sessuali, credo che lei mi sia
molto simile, però ha un notevole spirito d’antagonismo femminile
nei miei confronti ed è anche di una perfidia unica.
Quando
lascio la villa, sono confusa e preoccupata, raggiungo il porto di
Santo Stefano, qui mi aspetta la barca dei Rossi e m’imbarco.
Raccontare
quanto accade durante il sabato sera e la notte sarebbe molto
interessante, faccio del sesso con lui e con lei, lei è una patita
di vibratori, dildo, strap on e altri accessori del genere, ma non è
di questo che voglio parlare.
Durante
tutto il tempo ho un pensiero fisso, Vanni che mi guarda mentre
faccio sesso, dopo il primo momento di imbarazzo, trovo che
paradossalmente mi eccita, mi dà una frenesia… una sete di piacere
che i molteplici orgasmi che i Rossi mi provocano non riescono
comunque a soddisfare.
Cosa
mi sta capitando? Provo anche dell’astio verso Giò. E’ dovuto al
fatto che si è inserita in questa cosa? O forse perché ha scopato
con il fratello? Non riesco a chiarire quanto mi passa per la mente.
Passa
la domenica, a sera sbarco e torno in villa, non so se proseguire per
la città o partire domattina.
Mi
faccio una doccia prolungata per togliermi la salsedine del giorno
trascorso in barca, in casa non c’è nessuno e quindi nuda vado in
cucina e metto una parmigiana di melanzane nel forno, mentre aspetto
apro una bottiglia di Chablis e me ne verso un bicchiere, vado nel
salone buio e… per la miseria! Vanni è lì e mi guarda, nuda con
il bicchiere in mano…!
Mi
viene un moto di rabbia...
“Ma
sei sempre a spiare! Dove eri nascosto…? In camera tua, scommetto,
come sabato scorso…”.
E’
mortificato e subito mi dispiace di averlo investito di male parole.
Non
fiata….
“Scusa
Vanni, ma sono nervosa e mi hai fatto veramente paura…”.
Dal
borsone prendo un pareo o me lo drappeggio addosso, lo guardo, è
pallido e allucinato.
“Hai
mangiato?”.
Un
diniego con la testa.
“Vieni,
mangiamo assieme…”.
Ci
sediamo al tavolo in cucina, spartisco le melanzane e riempio un
altro bicchiere di vino.
Mangiamo
in silenzio, l’atmosfera è carica di tensione, non so come
iniziare il discorso….
Il
suo bicchiere è ancora colmo, assaggia appena la pietanza, io ho
sete e mentre mangio bevo vari bicchieri di vino che quasi
istantaneamente mi danno un senso di ebbrezza, ora il tutto
mi sembra meno drammatico.
Metto
tutto nella lavastoviglie e vado nel salone con l’ultimo bicchiere
di vino della bottiglia. Mi siedo sul divano e quando lui mi si
accomoda davanti, trovo più facile iniziare il discorso.
“Mi
dispiace per sabato, pensavo che non ci fosse nessuno, so che ti ho…
impressionato negativamente con il mio atteggiamento, ma vedi… ho
anch’io il mio temperamento, sono passionale… e quando sto… con
un uomo… non mi controllo…”.
Finalmente
mi guarda in viso e parla, è emozionato, si sente dalla voce.
“Te
lo ha detto Giò che ero in casa?”.
Faccio
di si con la testa.
“Cosa
altro ti ha detto?”.
“Tutto…”.
“Tutto?”.
“Credo
di si…”.
Non
è convinto, non sa se sono a conoscenza del fatto che loro due hanno
scopato….
“Mi
ha detto che tu pensavi che fosse lei la donna di sabato, che le hai
raccontato fin nei minimi particolari quello che hai visto, dall'inizio fino al momento finale e che lei si è eccitata, tu lo
eri già e ha accettato di fare tutto quello che avevi visto… ed è
capitato…”.
“Si,
mi sento a disagio, ma quello che è più grave… non riesco a
pensare ad altro, anche ora che so che eri tu, ti vedo continuamente
in ginocchio… con la testa sul tappeto… e lui che ti… prende,
da allora non ho pace… con Giò… è successo, ma dopo che mi ha
detto che eri tu, la mia… fissazione non fa che aumentare…”.
“La
colpa è mia… Mi dispiace…”.
Mentre
dico questa frasetta di circostanza, sento che le sue parole di poco
fa mi stanno eccitando, il clitoride mi si è inturgidito e la vagina
mi si bagna, lui è seduto davanti a me su di una poltrona, si tocca
il basso ventre, immagino che sia eccitato anche lui e che gli dia
fastidio il pene ritto. Sarà il vino bevuto, ma adesso la situazione mi
intriga, mi eccita….
“Dobbiamo
pensare a cosa fare… tu cosa dici…?”.
“Sono
pazzo. Non capisco più niente…”.
Si,
sono una troia…
Mi sto strofinando le cosce, i capezzoli eretti spingono contro la stoffa leggera del pareo. Lui è davanti a me e ora vedo in lui solo un maschio, un bel maschio giovane ed eccitato.
Mi sto strofinando le cosce, i capezzoli eretti spingono contro la stoffa leggera del pareo. Lui è davanti a me e ora vedo in lui solo un maschio, un bel maschio giovane ed eccitato.
Sento
la mia voce….
“Vuoi
che…”.
Non
termino neanche la frase che lui scatta come una molla, si alza in
piedi… smanioso e si avvicina.
Lo
fermo con un gesto.
“Dovremo
fare tutto come hai visto…”.
Slaccio
il pareo e lo butto da parte, mi stendo completamente sul divano con
una gamba sul pavimento e l’altra lungo il divano e mi offro…
“Baciami,
baciami forte… leccami fino a consumarmi…”.
Si
inginocchia fra le mie gambe e prende a leccarmi voracemente, inizio
subito a godere, sono bagnata fino a metà coscia, sarà la
trasgressione… che mi sta eccitando da morire. Inizio a gridare dal
piacere, mi inarco e sento montare il primo orgasmo, arriva e godo
lungamente mentre lui mi tormenta con la lingua.
Urlo e smanio!
Urlo e smanio!
Mi
alzo e lo spingo sul divano, mi inginocchio e gli tolgo la maglietta
e i pantaloncini, libero un cazzo bellissimo, lungo e grosso, il
glande è prepotente, violaceo e lucido, comincio a menarlo poi lo
bacio, lecco tutta l’asta dotata di grosse vene bluastre, arrivo
fino ai testicoli compressi in uno scroto rugoso, con un dito gli
tormento l’ano e lo sento sobbalzare. Metto della saliva sulla
lingua e comincio ad introdurre in bocca la grossa cappella, piano
piano lo inserisco sempre di più, con la mano sinistra tengo la
grossa asta alla base e con il dito medio dell’altra, bagnato da
abbondante saliva, gli tormento l’ano. Ora è lui ad inarcarsi, in
preda al piacere, sento ingrossarsi il cazzo e arrivare i primi
spasmi dell'eiaculazione, continuo a lavorarlo con la bocca e quando
arrivano i primi getti di sperma in parte riesco a ingurgitarli e in
parte mi escono dalla bocca rigandomi il mento. Viene e viene ancora,
poi si accascia stremato sul divano. Continuo nella mia opera, lecco
e meno, lo ingoio nuovamente. La mia mente, mi chiedo il perché, fa
il confronto con il cazzo del Rossi, più grosso ma meno lungo di
quello di Vanni. Il cazzo riprende vigore, mi tocco fra le gambe il
clitoride per darmi un po’ di sollievo, un breve orgasmo mi scuote
tutta, ora il suo membro è nuovamente pronto, gli volto la schiena,
scavalco le sue gambe che ora sono fra le mie aperte, mi abbasso
prendendo in mano il suo cazzo, lo posiziono e me lo strofino sulla
figa e mi impalo, con una mano mi sostengo sul divano, mi alzo e mi
abbasso fino a farlo entrare tutto, mi entra fino in fondo, quando mi
tocca il collo dell’utero una scossa elettrica mi scuote tutta, i
miei movimenti si fanno sempre più veloci, lui collabora con delle
spinte pelviche, grido quando l’orgasmo mi prende violentemente e
poi mi fermo sul suo ventre. Un attimo di riposo e mi alzo, mi giro e
metto le ginocchia sul divano con lui sempre fra le mie gambe e me lo
introduco nuovamente. Mi tormenta i capezzoli e ogni tanto riesce a
baciarmeli. Riprendo ad alzarmi ed abbassarmi facendo forza sulle
ginocchia, e nuovamente sono in preda di un forte e prolungato
piacere. Lo lascio nuovamente e piegata in avanti metto la testa sul
divano, allargo le gambe e lo invito a prendermi da dietro, lo aiuto
ad infilarlo, comincia a montarmi con forza e spinge il suo cazzo
fino in fondo, grido e grido dal piacere, passo da un orgasmo al
successivo senza intervalli. Mi lascia e mi costringe in ginocchio
sul pavimento, sul tappeto, la testa a terra, s’inginocchia anche
lui dietro di me, mi allarga le natiche e sento la sua lingua
leccarmi il buchetto, muovo il culo mostrando di gradire il
trattamento, mi insaliva per bene poi si dispone sopra di me a gambe
larghe per incularmi. Con il Rossi, conoscendo le sue inclinazioni e
quelle della moglie mi preparo sempre con della vaselina, spero che
qualcosa ne sia rimasta dalla notte precedente, in effetti il culo mi
brucia ancora, ma il dolore è piacevole, si… lo desidero quasi,
rilasso il muscolo dello sfintere, sento appoggiarsi la grossa
cappella e spingere, non mi ritraggo, anzi spingo ad incontrarlo, ora
entra, si… entra… entra… entra… e comincia il suo movimento
di va vieni, con la mano mi tocco il clitoride e mi masturbo
fortemente. Sento che è stanco, la posizione è faticosa, poi sento
il suo seme inondarmi l’intestino, i suoi spasmi durante
l’eiaculazione favoriscono anche il mio orgasmo e vengo sommersa
ancora una volta dal piacere.
Quando
riprendo a ragionare sono a terra, pancia in giù e gambe larghe, una
grossa quantità di sperma si sta spandendo sul
tappeto, Vanni è disteso accanto a me, stremato.
Ansimiamo
ambedue come mantici, passano alcuni istanti senza che nessuno dei
due parli, poi nello stesso momento, assieme:
Lui:
“E’ stato…”.
Io:
” E’ stato…”.
Scoppiamo
ambedue in una risata fragorosa, non riusciamo più a frenare il riso che diventa liberatore, toglie da ogni imbarazzo… rende tutto
accettabile… mi sto rotolando a terra e non riesco a smettere.
Quando
alzo gli occhi, pieni di lacrime dal ridere, vedo sulla porta Giò,
ci sta osservando… da quando?
Sempre
ridendo la indico a Vanni.
“Guarda
chi c’è…”
E
poi verso di lei.
“Cosi
sei tornata? Volevi forse dare del sollievo a Vanni…? Troppo tardi,
a quel sollievo ci ha già pensato la mamma…”.
Rido
mentre godo dell’espressione del suo viso.
Sono
ora in ginocchio, prendo in mano il cazzo di Vanni e comincio a
menarlo, ha perso la sua rigidità ma è ancora considerevole.
“Dai
vieni, se fai andare quella lunga lingua come sai, sarà Vanni a
dartene un po’ … di quel sollievo…”.
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