La
vita di Rhino.
Rhino,
quella sera, avrebbe voluto solo gustarsi in pace
l'incontro di boxe. Ha lasciato il suo rifugio solo per poterlo
vedere sul maxi schermo della pizzeria.
Vuole
una pizza, una paio di birre e l'incontro, non chiede di più.
Invece
quel tipo, grande, grosso e spaccone, lo disturba.
Urla
e bestemmia, gesticola e commenta stupidamente, non capisce nulla di
boxe.
Rhino
odia chi bestemmia.
Gli
anni passati con la “suora” l'hanno condizionato.
Resta
fino a quando Volodymyr Klyčko, il campione mondiale dei massimi,
abbatte con una serie impressionante di montanti e diretti
l'avversario, quindi paga la consumazione e esce.
Attende
fuori nel buio.
Quando
il tipo grande e grosso esce, Rhino aspetta fino a quando sta per
aprire la portiera della macchina, con un richiamo lo fa girare verso di se e lo
colpisce duramente al plesso solare con un destro. Rhino vuole
evitare di colpirlo al volto a mani nude, potrebbe procurarsi dei
danni.
Mentre
l'uomo si piega annaspando con il respiro rotto, Rhino lo colpisce
due... tre, quattro volte, forte al costato.
Oh...
avrà male per alcune settimane il bestemmiatore! Gli
ha giusto incrinato qualche costola!
Il
castigo.
“Non
si bestemmia il signore!” Gli dice...
La
lezione della “suora”!
Prende
la bicicletta e torna alla palestra.
E'
qui che vive Rhino.
Il
suo rifugio.
Sufficiente
per un uomo che non ha mai avuto una casa sua, una famiglia e che è
in fuga.
Adora
l'odore della palestra.
La
grande sala con il ring.
Ha
una stanza con un letto e poche altre suppellettili.
Si
spoglia, si mette scarponcini, calzoncini e maglietta e inizia ad
allenarsi, il sacco, il punching ball, lo specchio, la corda.
Si
annulla nella fatica.
E'
la sua ultima notte...
Rhino
muore quella notte.
Rhino
non è il suo vero nome.
E'
un figlio di nessuno, un neonato abbandonato e dato che è stato
trovato il giorno di san Martino, lo hanno battezzato con quel nome.
E'
sempre stato in istituti religiosi, prima in quello per bambini
piccoli diretto dalla “suora” e poi, da adolescente, in quello
diretto dal “prete”.
Non
ha dimenticato... non può dimenticare.
La
“suora” correggeva i suoi sbagli, le sue piccole innocue
mancanze, con lunghe sedute di penitenza, lui... bambino costretto
inginocchiato sul riso.
Dolorante,
piangente.
Oppure
rinchiuso nella sala di punizione al buio senza cibo.
La
“suora” girava con una lunga canna e la usava molto spesso sui
suoi piccoli ospiti.
Diceva
loro che doveva correggere la loro natura malvagia di trovatelli.
Che
Dio non li amava.
Quando
adolescente cambiò istituto e andò in quello del “prete” era un
ragazzo alto ma magro e denutrito.
Il
nuovo istituto era diretto diversamente.
Il
“prete” era un omone di un metro e ottantacinque e cento chili ed era
fanatico della boxe. In palestra aveva impiantato un vero ring e lì
ci stava per tutto il tempo.
Quando
arrivò Martino, il “prete” lo studiò con attenzione, gli misurò
l'altezza, il peso, gli osservò con attenzione le mani, la
consistenza delle ossa e sentenziò che Martino sarebbe diventato un
pugile.
Un
vero pugile professionista.
Quindi
allenamento.
Vero
cibo.
Proteine.
Tante proteine.
Integratori
alimentari.
Non
gli voleva male... il “prete” a Martino.
Lo
voleva sul ring come sparring partner, lo addestrava, gli insegnava i
rudimenti del combattimento.
Solo
che... lui grande e grosso e esperto, nel corso degli allenamenti gli
ruppe due volte il naso e più volte le arcate sopraccigliari, ferite
che poi riparava lui stesso cucendole sommariamente con dei punti
chirurgici.
Gli
cambiò anche il nome, quello di Martino non era adatto per un vero
campione.
Divenne...
Rhino!
Il
“prete” già immaginava il boato della folla quando Rhino sarebbe
entrato nell'arena!
...Rhinooooo...
Rhinooooo...
Solo
che... a Martino o Rhino che dir si voglia, mancava ancora qualcosa,
quel quid che fa il campione, insomma qualcosa di indefinito... ma
qualcosa mancava.
Era
veloce, potente, ma...
Oh
si...!
Gli
mancava la cattiveria...! L'istinto di distruggere!
Comunque
cresceva, di peso e di statura, il continuo allenamento gli formava
muscoli d'acciaio.
E
la cattiveria?
Gliela
insegnava il “prete”!
Ma
almeno non lo insidiava come i preti o frati del primo istituto, veri
e propri pedofili sempre con le mani nei suoi calzoncini di bambino.
No...!
Il “prete” non lo aveva mai toccato se non per massaggiarlo dopo
le lunghe pratiche sportive.
Lo
portava agli incontri di boxe, lo curava fisicamente.
Ma
era comunque crudele, voleva che Rhino imparasse a sopportare il
dolore, a essere “cattivo”.
Lo
costringeva all'angolo e qui lo colpiva ripetutamente fino a farlo
cadere a terra senza sensi. Diceva che era per il suo bene.
Doveva
imparare.
“Non
devi dar tregua al tuo avversario”, gli diceva! “Devi colpirlo e
colpirlo fino a quando non crolla distrutto!”
E
così faceva con lui.
Lo
colpiva fino a farlo crollare, incurante del suo dolore, del sangue
copioso che scorreva e gli ricopriva il volto.
Rhino
sapeva appena leggere e scrivere.
Figurava
si... che frequentasse la scuola dell'obbligo ma in realtà era in
palestra tutto il tempo, ogni giorno... dalla mattina alla sera, a
tempo pieno.
Verso
il suo diciassettesimo anno il “prete” lo iscrisse a un torneo
provinciale di dilettanti.
Era
già diventato fisicamente un peso massimo.
Un
metro e novanta e cento chili scarsi di peso.
Pur
giovanissimo, un ragazzo, aveva tutti segni fisici del boxeur, il
naso schiacciato, le numerose cicatrici. La muscolatura imponente.
Il
suo primo incontro non gli andò bene, ebbe la sfortuna di dover
incontrare un suo pari peso molto più esperto e perse ai punti.
Il
“prete” non ne fu contento.
“Non
sei abbastanza cattivo...” gli disse.
E
continuò a insegnargliela, la cattiveria.
Poi...
vinse i successivi incontri, qualche torneo giovanile.
E
arrivò il giorno che compì diciotto anni.
Era
il momento di lasciare l'istituto.
Il
“prete” trovò la sistemazione adatta.
Lo
affidò a un suo amico, anche lui fanatico di boxe.
Questi,
proprietario di una palestra, gli faceva anche da allenatore,
procuratore e manager, gli organizzava gli incontri e prendeva una
percentuale sui compensi.
Gli
lasciò usufruire dell'alloggio della palestra.
A
Rhino andava bene.
Il
giorno che Rhino lasciò l'istituto si prese la prima vera rivincita
della sua vita.
L'incontro
di boxe d'addio con il “Prete”.
Forse
questi immaginava la solita seduta d'allenamento ma presto si accorse
che non era così, il combattimento divenne subito feroce e senza
regole e la forza e resistenza di Rhino ebbero subito la meglio su di
lui.
Rhino
lo costrinse all'angolo... e non lo lasciò più scappare.
Gli
diede una crudele e definitiva punizione.
Lo
teneva in piedi contro le corde e colpiva.
Colpiva
con tutte le sue forze.
Alla
figura, al viso, ancora alla figura, al fegato, alla milza, colpiva
per uccidere! Al cuore!
E
ancora... ancora!
Il
“prete” era ormai privo di sensi e ricoperto di sangue e era
tenuto in piedi a forza di colpi.
Rhino...
prima di lasciare il quadrato gli chiese...
“Allora
“prete”... sono diventato abbastanza cattivo?”
Il
“prete” si riprese a fatica dalla dura punizione e per qualche
mese dovette sostenersi a un bastone.
Rhino
prese le sue poche cose che stavano tutte in un sacco sportivo e se
ne andò definitivamente.
Rhino
combatte da professionista, partecipa a manifestazioni in incontri di
contorno. Nell'ambiente è conosciuto come un avversario pericoloso.
Non trova molti avversari che vogliono incontrarlo, le borse che
vince non sono mai elevate, qualche migliaio di euro che deve
dividere con il suo manager.
Non
è ambizioso, questo gli basta.
Finché...
il suo Patron, per festeggiare una sua vittoria importante, non pensa
di portarlo da una donna.
La
sua prima donna!!
Si
sa... il fascino del gladiatore!
Del
guerriero destinato alla morte!
Il
pericolo, il sangue, la violenza...!
Il
simbolismo della vittoria... tutto questo attrae le donne.
Oh
si! Certe donne adorano la violenza...
E
ce n'è di un particolare tipo che seguono gli incontri e poi fanno
qualsiasi cosa per incontrare sessualmente il vincitore, ebbre della
libidine causata dal sangue...
La
donna che incontra Rhino è così.
Rhino
non ha mai posseduto una donna.
Il
“prete” gli aveva raccomandato, imposto, comandato... la castità
assoluta! Di non masturbarsi MAI, era qualcosa per debosciati e
viziosi e non per un vero sportivo, non per Rhino!
E
Rhino non ne aveva mai sentito l'esigenza, solo polluzioni notturne
per lui.
“Ti
devi scaricare...” lo stimola il Patron, “sei carico di violenza,
di adrenalina, nulla di meglio che sfogarla nel sesso... con una
donna... fallo Rhino... è una cosa necessaria...”
“No...
“ dice Rhino... “è peccato... non si deve fornicare, si fa male
al signore...”
Il
Patron ride di Rhino.
E'
così semplice. Ingenuo.
Vince
le sue resistenze.
E
Rhino conosce la donna!
Fisicamente,
sessualmente.
La
sua prima donna! Questa abbatte la prima difesa e poi le viene tutto
facile.
La
sua bocca vorace... la sua passione.
Le
sue labbra che passano libidinose sulle ferite, le riapre e succhia
il suo sangue.
Presto
è lui che prende l'iniziativa.
Diventa
un animale.
La
prende! La piega! La costringe.
Una,
due, tre, quattro, cinque... sei volte... durante la lunga notte!
Un
lungo incontro di sesso senza vincitori.
La
tiene, trattenendola con le mani nei lunghi capelli, mentre la
penetra con violenza.
Mentre
cerca la pace dei suoi sensi eccitati dall'incontro.
Sudore,
odore di sesso! Sperma!
La
bocca affamata, avida.
Solo
mentre Rhino si riveste per andarsene, le chiede...
-Come
ti chiami...?
Sente
il nome?
Forse
lo sente... ma è verità che lo dimentica l'attimo dopo.
E'
la prima di una lunga serie di sconosciute.
Di
corpi femminili senza nome.
Donne
usate e lui usato da loro.
Rhino
è un semplice.
La
boxe e poco altro.
Vuole
la palestra, questo si... il Patron gli ha promesso che gliela
venderà a fine della carriera sportiva.
E'
da tempo che la frequentazione della palestra è cambiata.
Gli
appassionati la stanno abbandonando, cresce il numero di altri
partecipanti, diversi. Uomini che si alternano ai vari attrezzi. Che
parlano fra loro...
Rhino
è un ingenuo, deve essere il Patron a dirglielo.
-Rhino...
non va così. La palestra è mal frequentata, ma non ti sei accorto
di tutti questi froci che la usano come sito di incontro? Devi
metterci rimedio... non li voglio qui... voglio gente seria... falli
sgomberare...
E
Rhino provvede...
Sorprende
quattro uomini nelle docce e malgrado voglia solo convincerli con le
buone è invece costretto a usare delle maniere più adatte con il
risultato che due di loro non escono sulle loro gambe.
Una
denuncia, una sospensione di sei mesi della patente di pugile e così
gli costruiscono addosso una fama di uomo violento e omofobo.
Appena
ha un po' di soldi pensa a una donazione.
All'istituto
per l'infanzia.
Va
a trovare la “suora”.
Si
meraviglia di trovarla eguale, non è cambiata da allora.
La
stessa figura magra e segaligna, brutta come allora.
Cattiva
come allora.
Le
lascia il contributo e nota sul tavolo il bastone. Lo stesso che
usava su di lui bambino.
Il
medesimo attrezzo di tortura!
E...
così gli viene naturale spingerla giù per le scale quando lei lo
accompagna all'uscita.
Non
prova nessuna emozione particolare mentre la vede volare, nello
sfarfallare delle sue ampie vesti, per il lungo tratto delle scale
ripide e poi cadere pesantemente sul pavimento.
Ora
la “suora” è solo una povera figura vuota e contorta.
Inoffensiva.
L'ultimo
incontro, quello della vita.
Rhino
ha 25 anni, ha solo 25 anni!
L'incontro
è importante, il suo avversario è il pretendente al titolo europeo,
vincere o almeno figurare bene con lui potrebbe aprirgli una serie
positiva di occasioni.
“Non
esagerare...” gli dice il Patron... “lui ha bisogno di allenarsi
per il prossimo incontro, ho assicurato che ci andrai piano...”
Che
vuol dire?
Rhino
non capisce.
Allora
il Patron è ancora più esplicito...
“Cazzo...
Rhino! Non devi vincere! Non devi fargli male... ci pagano bene e
perdere da lui non compromette la tua carriera!”
Non
deve vincere.
Non
deve vincere?
Ma
deve fargli fare bella figura?
Ad
un certo tratto del match deve volare al tappeto come fosse un
angelo?
Perché?
E
la cosa nasce male, prende subito una brutta piega...
Il
suo avversario lo deride durante le operazioni preliminari, usa
termini sprezzanti e bestemmia volgarmente!
Il
Patron lo tiene a freno...
“Tutta
scena... non te la prendere... lascialo fare...”
In
prima fila, subito sotto il quadrato, c'è seduta la donna del suo
avversario, donna appariscente che manda baci e incita il suo uomo...
“Distruggilo...
amore! Voglio vederlo coperto di sangue... distruggilo!”
Poi...
l'incontro.
Rhino
non è a suo agio, non è abituato a trattenersi, non sta facendo un
granché. Subisce l'iniziativa dell'avversario, si difende e non
porta a fondo i suoi attacchi... ed è il suo avversario a smuovere,
a liberare, la sua vera natura.
“Sei
un bluff.... sei una merda... ora ti distruggo... povero buffone...”
La
risposta di Rhino è un gancio al corpo doppiato da un fenomenale
diretto destro!
L'avversario
barcolla...
Oh...!
Se l'ha sentito il colpo!
Il
pugno è velenoso!
Solo
la campana di fine ripresa salva il suo avversario.
“Sei
pazzo?” lo richiama il Patron...” un altro colpo così e lo mandi
al tappeto...”
La
nuova ripresa vede il suo avversario scatenato, lo spinge all'angolo
e gli martella il corpo di colpi.
Rhino
rivive il “prete”... che gli dice...
“Distruggilo...!
Non dargli mai tregua, devi abbatterlo o sarà lui a farlo... devi
avere l'istinto di uccidere...! Di un killer! Uccidi... uccidi...”
Esce
dall'angolo con un gancio stretto e lo doppia con uno largo alla
testa... ora è lui che costringe l'altro a difendersi. Rhino gli
sposta i guantoni con dei colpi larghi e lo colpisce ripetutamente. E
gli cerca la figura. Colpi al cuore. Colpi al busto. E come vede
scoprirsi il viso colpisce ancora, forte...!
Non
lo lascia cadere...
L'arbitro
si intromette e lo allontana a forza. Lo manda all'angolo mentre
conta.
Al
suo angolo il suo Patron è inferocito!
“Che
cazzo fai? Vuoi rovinarci? Ma non sai cosa c'è dietro? Ti stai
giocando la vita... cazzo! Perdi... ora torni al centro e perdi...
buttati a terra, fa qualsiasi cosa... ma perdi...! O siamo morti...!”
Ma
Rhino è in piena fase di distruzione... ora torna al centro ma è
per fare opera di demolizione, evita i colpi decisivi, non vuole
farlo cadere... vuole distruggerlo. L'altro non è più lucido,
dovrebbe buttarsi al tappeto e salvarsi ma il suo orgoglio lo tiene
in piedi in balia di Rhino.
E
Rhino... colpisce.
L'arbitro
dovrebbe intervenire, ma fa parte del gioco. Sa dell'importo enorme
di scommesse che sono in gioco, tituba... aspetta.
E
Rhino... colpisce.
Un
ultimo gancio portato con tutta la sua forza e vede la testa
dell'altro scattare indietro con un movimento anomalo e lo vede
cadere pesantemente...
Poi
la confusione... i medici che intervengono.
Il
ritorno allo spogliatoio, gli insulti del suo Patron.
Il
suo avversario è morto.
L'ultimo
colpo l'ha ucciso.
“Sei
finito... cazzo! Non sai cosa hai fatto! Lui era un uomo
dell'organizzazione, contavano su di lui! Oh... cazzo! Ci hanno
scommesso su una cifra enorme... e adesso? Ci romperanno le gambe, ci
uccideranno... cazzo... cazzo!”
Gli
toglie le bende dalle mani...
“E
sai il colmo? Hai visto la sua troia in prima fila? Quella bionda?
Credi che ora sia addolorata? L'altro è appena morto! Cazzo... ma
cosa hanno nella testa? Vuole... scoparti!”
E'
l'ultimo incontro di Rhino.
Poteva
essere un grande campione.
Rhino
viene ucciso pochi giorni dopo nella palestra.
Forse
sono vere le parole della “suora”...
“Il
signore non ama i trovatelli...”
1 commento:
Bello. Sembra vedere un film.
Molto triste, ma tu non sei da lieto fine.
un bacio M.
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