RED DIARY by ERIC WALLIS.
La
ragazza non rientra certo nelle sue preferenze di donna.
Troppo
esile, non propriamente magra ma esile, la corporatura di una
silfide. L'unica sua rotondità è il sedere, ben fatto ma piccolo.
Il seno poi? Due cupole appena accennate come quello di una
adolescente.
Il viso è solo carino.
Maledetta
la sindrome di Dracula!
Si dice mentre l’aspetta.
E’
in caduta libera!
Sente
sempre di più il bisogno di donne giovani, come per fermare il suo
tempo che sta correndo freneticamente, come se scoparle contribuisse
a ringiovanirlo. Sempre più spesso si fa prendere da queste
avventure che non portano a nulla, gli creano ancora più disagio,
fanno crescere il disprezzo per se stesso.
Si
ripete da tempo, quando la sua razionalità riesce ad riemergere, che
è uno sciocco.
Quante
volte ha tentato di mantenere sotto controllo questa tentazione ma la
sua determinazione svanisce ogni volta come la neve di primavera al
sole.
Ma
una cosa è certa!
Non travia! Non corrompe!
NO!
Lui non ha mai traviato! Non ha mai corrotto!
Ha
ventidue anni… lei, sposata da sei mesi.
Intelligente?
Certo che si, ma certo non lo dimostra con il suo comportamento.
Tradisce
il marito saltuariamente con un suo ex ragazzo che quando ha voglia
la chiama e lei accorre scodinzolando come una cagnolina, si accuccia
davanti a lui che la usa e dopo la rimanda dal suo maritino. Lo
tradisce, sempre saltuariamente, anche con il miglior amico del
marito, amico fedele e generoso a quanto sembra dato che l’ha
scopata la prima volta durante il pranzo di nozze, loro che
abbandonano temporaneamente la festa e si riparano per scopare in un
angolo appena nascosto.
Ma
perché si è sposata… poi? Piena incongruenza.
Beh…
affari suoi.
E
alla domanda se con questi ragazzi usa precauzioni, ebbene lei
candidamente confessa di no… che si fida di loro!
Ti
fidi? Ti fidi anche di me…? Le chiede.
Non
so… risponde.
Lei
gli scrive, poi… ma si… la solita trafila, lei si racconta e alla
sua richiesta d’incontrarla per scopare, per una sola volta,
chiarisce lui, terrorizzato da qualunque cosa che possa diventare una
relazione, ebbene… senza titubare un solo attimo, accetta.
E’
curiosa di come sarà farlo con lui, dice.
Solo
curiosità la sua.
Il
motivo per il quale lui decide di volerla incontrare?
Solo
fisico.
Si
decide dopo le foto.
Le
foto di lei nuda.
Il suo fisico adolescenziale, il piccolo seno, la
fanno giudicare molto meno grande d‘età di quanto è. Sembra una
quindicenne.
Inoltre
le foto mostrano un altro piccolo particolare, la sua vagina.
Aperta,
le labbra dischiuse, bagnate e un clitoride straordinario. In quella
foto mostra un cappuccio consistente dal quale spunta la capocchia di
un piccolo glande lucido e di colore acceso.
Sono
questi particolari che gli fanno decidere d’incontrarla.
Incollare
la bocca a quella vagina e tormentare quel grosso clitoride fino a
farla impazzire. Strizzarlo fra le labbra e poi fra i denti,
morderlo, farla inarcare, sentirla gemere e mugolare.
Succhiarlo…
quel clito!
Quello
che spera è che non subisca passivamente a gambe aperte ma che
morda, che graffi e che urli!
La
sta aspettando alla stazione degli autobus, ma evidentemente è in
ritardo. Riporta nuovamente il pensiero a quel grosso clitoride.
Cosa
c’è di razionale l'essere attratti da questo particolare?
Tette
grosse, cazzi larghi, culi larghi!
Alla fine tutto è solo un lavoro
mentale d’immaginazione, droga per la mente, ma il problema è…
si può restare immuni a queste sollecitazioni?
Gli
torna alla mente G. che si diceva innamorata di lui ma che gli
confessava con il suo candore incredibile che si scopava anche un
maestro di tennis che era il vero prototipo del cretino e neanche
gran che fisicamente!
Perché?
Lei diceva che non resisteva all'idea di essere scopata dal suo
cazzo che era largo come una lattina di coca cola.
Lei…
la ragazza di oggi, con quel suo clitoride enorme, è convinta che
non sia un pregio ma un difetto fisico e tale da vergognarsene. Ai
suoi amanti, persino a suo marito, quella sua caratteristica non
piace, non è mai piaciuta, non la toccano, non la baciano lì, a
volte se ne escono con lazzi ironici e denigratori. La umiliano.
A
fatica è riuscito a convincerla del contrario, che lì è bella e
che lui non vede l’ora di incollare la bocca a quel suo clitoride e
non si staccherà se non dopo averla sfinita. Lei confida anche di
non godere dell’amplesso in sé, di non raggiungere l’orgasmo, di
riuscire a godere solo masturbandosi.
Eccola.
La
vede uscire, cercare la macchina con una occhiata circolare, lo vede,
lo raggiunge.
Sale.
E’
più carina che in foto, occhi colore dell’autunno, caldi. Un
visino dolce.
-Ciao…-
-Ciao…-
Lui
parte.
Lei
continua a guardarlo, lo scruta.
-Senti…-
Lui
intuisce la sua insicurezza.
-Dimmi…-
-Senti…
non sono più così sicura di volerlo fare…-
-Me
lo dici ora? E… perché? Non ti piaccio più?-
-No
no… mi piaci. Ma… è che sei così più grande di me, non l’ho
mai fatto con uno della tua età, mi sembra di scopare mio padre…
mi avevi detto che potevo cambiare idea anche all'ultimo momento…-
Cazzo!
Cosa combina questa?
Non
riesce ad arrabbiarsi veramente con lei. Non cerca neanche di
convincerla.
Sa
che lei non ha mai conosciuto suo padre e ora ha una specie di
blocco.
Non
vuole forzarla!
-Dove
stiamo andando…?-
-Ora?
Sto andando a casaccio…-
-Mi
spiace tanto! E’ che… quando ti ho visto mi è venuta l’angoscia,
mi spiace… ora sei incazzato…-
-Beh
si… ti riporto alla stazione dei bus…-
-No
dai… non subito, facciamo un giro e fammi vedere dove mi avresti
portata, non sono mai stata in un motel con un uomo…-
-E’
un alberghetto… carino…-
-Andiamo
fino a là… vorrei vederlo…-
-Ma
si… perché no?-
Lui
le guarda le gambe, sono leggermente dischiuse, la corta gonna mostra
le cosce, magre si… ma gradevoli, la trova anche sensuale.
Peccato!
Ora è sicuro che smanierebbe con lui, che proverebbe quegli orgasmi
che non conosce.
In
breve arrivano, lui propone di fare due passi nel bosco vicino.
-Dimmi
di tuo padre… mi incuriosisce il fatto che lo identifichi con me…-
-Mamma
è molto riservata al riguardo, è una donna eccezionale. Non so chi
è, nulla di nulla, potresti benissimo essere tu…-
-Se
ti tranquillizza… non ero in Italia quando sei nata, sicuro al
cento per cento…-
-Mi
spiace… ti guardo e vedo lui… forse perché mi piaci e
inconsciamente vorrei che fosse come te…?-
-E
tua madre non ha un uomo?-
-Come
ti ho detto è molto riservata, penso di si dato che a volte dorme
fuori, ma non so nulla di preciso… quando ero piccola ha avuto un
uomo che girava per casa… ma lo ha cacciato quando le ho detto che
mi toccava…-
-Hai
avuto tanti ragazzi. Il primo quando…?-
-A
quattordici anni…-
-E
poi una lunga serie… giusto?-
-Si…-
-E
perché? Visto che non provi piacere? Quale è lo stimolo per il
quale ti concedi con questa facilità?-
-Non
lo so… sul momento provo eccitazione, non so dire di no, poi…
chissà perché…-
-Solo
a me sai dire… di no…-
-Senti…
se prometti che non cerchi di scoparmi vengo in stanza con te…
posso soddisfarti con la mano, con la bocca…-
-No…!-
“No!
Cazzo! Pensa…
Non
sono il tipo da accontentarsi! E comunque non ora!
Specialmente
con te che mi hai richiamato alla coscienza la cosa della figlia! So
che se volessi… ti potrei avere. Ne ho il modo, la capacità, ma
ora ho uno scrupolo.
Si
che potrei… e non resisteresti alle mie carezze, ai miei baci fra
le cosce e… saresti tu a chiedermi di penetrarti dopo che te l’ho
strofinato a lungo fra le tue cosce chiuse, strette, strofinato sul
tuo solco e proprio su quel grosso clitoride!
Volevo,
vorrei… insegnarti a godere.
Come
un maestro.
Farti
capire che è necessario che ti concedi solo quando ne hai desiderio
e comunque non a uno qualsiasi.
Il
sesso può essere squallido e può essere meraviglioso!
Non
buttare via il tuo corpo, non buttare via la tua anima!
Non
imbrattare la tua vita di macchie indelebili!
Anche
in questo ti posso essere maestro!
Ma…
mi hai tarpato il desiderio, la voglia, la volontà di farlo. Non mi
va più!
Si…
è vero potresti essere mia figlia.”
Più
tardi mangiano un gelato seduti assieme nel giardino.
Non
c’è più traccia di sesso fra loro.
La
riaccompagna alla stazione dei bus. Lei lo bacia su una guancia.
-Sono
stata bene con te… grazie…-
poi...
-Vorrei... che mio padre fosse come te... eguale...-
Un’altra
pagina di vita.
Una
pagina girata e diventata subito passato…
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